Vien da chiedersi "Ma perché?"

di Silvana Biasutti

SIENA. Da cosa nasce il prestigio di tanti prodotti toscani? Che cosa c’è alla base dell’immagine di tanti vini, rinomati, firmati spesso da blasoni che hanno reso nota la Toscana, nella contemporaneità? Perché la Toscana è diventata una meta turistica di alta gamma? Come mai tycoon di tutto il mondo, e poi cantanti famosi, editori, imprenditori, e i ricchissimi di gusto, hanno scelto la Toscana? … (E chi non c’è già è in fila fuori dall’uscio) …

Queste domande politici e manager non se le sono poste, evidentemente, se con tanta disinvoltura la regione Toscana va a parare sulla montagna magica – l’Amiata meditativa, dalle sacre olivastre, con le sue vigne antiche capaci di versarti nel bicchiere odori e profumi indimenticabili, e con gli uomini laboriosi e geniali che li sanno proporre al mondo intero –  per immaginare una centrale geotermoelettrica negli stessi luoghi, in mezzo alla stessa gente, nello stesso paesaggio …

Proviamo a discuterne guardandoci in faccia; proviamo a capire che cosa intendiamo per sviluppo: ancora costruire roba che poi viene abbandonata, lasciata lì a diventare paesaggio deturpato, dopo aver drenato risorse pubbliche e averle intascate?

Che ne è delle preoccupazioni per le ricadute della geotermia, che pare – per come pare – un’innegabile risorsa, ma che ancora non si sa maneggiare e di cui si guardano solo i ritorni in denaro, senza pensare ai rischi per l’economia della comunità? E la salute? E il paesaggio (cioè un motore base dell’economia)? Che ne sarà di loro? Dobbiamo continuare a subire l’assalto di una progettualità non ragionata e non condivisa, che rischia di minare il nostro prestigio, che nasce dal nostro lavoro quotidiano?

La lettera di Giorgio Franci