Due incidenti nucleari in Francia nel giro di 24 ore dopo l'appello pro-nuke del medico anzianotto
di Lexdc
SIENA. Certo è che il povero Umberto Veronesi appena ha provato a rialzare la testa sull’argomento “nucleare” non è stato assistito dalla fortuna.
Non pago della delusione dell’abortita agenzia che doveva guidare, grazie agli italiani che col referendum hanno decretato la chiusura ingloriosa dell’avventura della seconda era atomica italiana, pochi giorni fa se ne è uscito fuori con l’Associazione “Galileo 2001 per la libertà e la dignità della scienza”.
Un centinaio di cervelloni suoi amici hanno firmato una lettera-appello per riaprire la partita del nucleare in base a considerazioni di sviluppo energetico e di liberazione dai pregiudizi antinuclearisti. Evocando un bilancio “senza connotazioni emotive” che ridimensioni la portata del disastro di Fukushima che peraltro, come tutti sanno, potrà vedersi calcolato l’importo totale dei danni provocati, solo fra 50 anni. Quindi il nucleare è pulito e sicuro, secondo il Veronesi, che dell’associazione ne è naturalmente presidente onorario.
Puntuale come una condanna a morte, dalla Francia sono subito venute due cattive notizie per lui e il suo club “radioattivo”.
Ecco il comunicato del colosso francese Edf (quello che voleva costruire quattro reattori nel belpaese insieme a Belusconi): “La fuga da un giunto del circuito di raffreddamento del reattore 2 della centrale nucleare di Penly (Seine-Maritime) è stata colmata dalle 4,00 di questa mattina. L’incidente non ha avuto alcuna conseguenza sull’ambiente. Dalle ore 4 di questa mattina non c’è più una fuga al livello del giunto di quella pompa. Questo ritorno alla normalità sul circuito di raffreddamento ha permesso di togliere il piano di mobilitazione interna alle 5,15”.
Brutta notizia davvero, preceduta appena 24 ore prima da un’altro comunicato, sempre di Edf, che raccontava di un’altra procedura di urgenza per il reattore di un’altra centrale nucleare, quella di Saint-Laurent-des-Eaux (centro), che si è spento automaticamente dopo un «Problema minore» al sistema idraulico.
Tanto lavoro e oneri per l’agenzia Asn che dovrà verificare tutto, e che, dopo gli avvenimenti giapponesi, ha decretato lo stop di alcuni investimenti in centrali nucleari sul suolo francese.
Oltretutto è tempo di elezioni tra Sarkozy, nuclearista convinto, e il più morbido Hollande, che ha promesso una via d’uscita francese dall’atomo in un tempo che non si riesce a calcolare (sono troppo grandi gli interessi economici che ci girano intorno!).
I comunicati ufficiali sono, come sempre, rassicuranti su eventuali rischi di contaminazione della popolazione residente nell’area. Ma secondo Yannick Rousselet, un esperto di nucleare di Greenpeace France, la situazione non è affatto tranquilla: “Il circuito primario è quello che circola nel serbatoio (del reattore), quello che raffredda direttamente il combustibile. Una fuga dal primario è evidentemente molto importante. E’ una cosa seria. E’ evidente che per il momento non si può dire che sia grave a livello di conseguenze ambientali o di salute esterne perché per il momento non c’è niente. Al contrario, in termini di tipo di incidente, è un incidente grave nel senso della sicurezza. Spero che l’Asn esiga un controllo di tutte le pompe delle centrali nucleari».
Non resta a Veronesi e al comitato che spende invano il nome di Galilei che rimettere i sogni nel cassetto e lasciarci godere di una vita senza la spada di Damocle del nucleare penzolare sopra le nostre teste.