Le proteste degli antinuclearisti mettono in luce un sistema "che fa acqua"
di LEXDC
SIENA. Il treno più radioattivo del mondo, con scorie nucleari trattate, che è partito da Caen in Francia alla volta di Gorleben in Germania, è stato bloccato e costretto a cambiare itinerario dalla violenta protesta degli antinuclearisti riuniti dei due paesi. Ne ha dato notizia perfino il telegiornale RAI, che da molti mesi offre spazio solo alle tesi del Governo italiano che ha votato il ritorno al nucleare. Eppure sembrava che tutta la Francia fosse concorde con i piani e le azioni di Sarkozy e Areva, la potente azienda di stato che costruirà (forse) le centrali nucleari italiane, con una nuovissima e supersicura tecnologia, mai sperimentata finora, volta ad aumentare lo sfruttamento dell’ energia atomica per produrre elettricità.
123 tonnellate di materiale radioattivo che resterà mortale e altamente inquinante per migliaia di anni, di cui la Commissione Europea ha raccomandato l’interramento (!) ad almeno 500 metri nel sottosuolo (meno profondo della galleria da cui sono stati salvati i minatori cileni di San Josè), in zone poco popolate che presentino un terreno di natura argillosa. E qui le similitudini con le Crete senesi e la Val d’ Orcia si sprecano, specialmente in questo momento in cui si attende la parola definitiva dell’ azienda nucleare di stato italiana, la Sogin, sui siti prescelti per la nuova stagione atomica del Bel Paese. Specialmente se, dalle ricerche e dalle trivellazioni per la ricerca di petrolio in attesa di definitiva autorizzazione in Terra di Siena, dovessero saltare fuori siti con le condizioni “ideali”.
Specialmente in Germania la rivolta popolare si è fatta forte, dopo la recente decisione della Merkel di prolungare artificialmente la vita delle centrali atomiche esistenti per altri sette anni, così, con un tratto di penna. E senza nessuna garanzia che impianti progettati per un ciclo di vita ormai alla fine possano durare altro tempo ancora senza provocare disastri tipo Chernobyl, ma che sicuramente proteggono i profitti delle imprese energetiche tedesche e rallentano lo sviluppo delle tecnologie più economiche per le fonti rinnovabili.
Inoltre, secondo gli ambientalisti franco-tedeschi, i costi della spedizione e degli eventuali incidenti da essa provocati saranno tutti a carico della collettività, ed è grazie a questa disinformazione che i nuclearisti possono raccontare che la produzione di energia elettrica con i reattori sia più conveniente che con il fotovoltaico.
Ancora un altro piccolo problema: questo materiale radioattivo era conservato in un deposito illegale di Areva a La Hague, sulla Manica. Un altro luogo radioattivamente inquinato da bonificare? Come per le centrali nucleari chiuse dal referendum del 1987 in Italia, per cui sulla bolletta Enel continuiamo a pagare una tassa infinita.
Leggetevi bene la bolletta.
SIENA. Il treno più radioattivo del mondo, con scorie nucleari trattate, che è partito da Caen in Francia alla volta di Gorleben in Germania, è stato bloccato e costretto a cambiare itinerario dalla violenta protesta degli antinuclearisti riuniti dei due paesi. Ne ha dato notizia perfino il telegiornale RAI, che da molti mesi offre spazio solo alle tesi del Governo italiano che ha votato il ritorno al nucleare. Eppure sembrava che tutta la Francia fosse concorde con i piani e le azioni di Sarkozy e Areva, la potente azienda di stato che costruirà (forse) le centrali nucleari italiane, con una nuovissima e supersicura tecnologia, mai sperimentata finora, volta ad aumentare lo sfruttamento dell’ energia atomica per produrre elettricità.
123 tonnellate di materiale radioattivo che resterà mortale e altamente inquinante per migliaia di anni, di cui la Commissione Europea ha raccomandato l’interramento (!) ad almeno 500 metri nel sottosuolo (meno profondo della galleria da cui sono stati salvati i minatori cileni di San Josè), in zone poco popolate che presentino un terreno di natura argillosa. E qui le similitudini con le Crete senesi e la Val d’ Orcia si sprecano, specialmente in questo momento in cui si attende la parola definitiva dell’ azienda nucleare di stato italiana, la Sogin, sui siti prescelti per la nuova stagione atomica del Bel Paese. Specialmente se, dalle ricerche e dalle trivellazioni per la ricerca di petrolio in attesa di definitiva autorizzazione in Terra di Siena, dovessero saltare fuori siti con le condizioni “ideali”.
Specialmente in Germania la rivolta popolare si è fatta forte, dopo la recente decisione della Merkel di prolungare artificialmente la vita delle centrali atomiche esistenti per altri sette anni, così, con un tratto di penna. E senza nessuna garanzia che impianti progettati per un ciclo di vita ormai alla fine possano durare altro tempo ancora senza provocare disastri tipo Chernobyl, ma che sicuramente proteggono i profitti delle imprese energetiche tedesche e rallentano lo sviluppo delle tecnologie più economiche per le fonti rinnovabili.
Inoltre, secondo gli ambientalisti franco-tedeschi, i costi della spedizione e degli eventuali incidenti da essa provocati saranno tutti a carico della collettività, ed è grazie a questa disinformazione che i nuclearisti possono raccontare che la produzione di energia elettrica con i reattori sia più conveniente che con il fotovoltaico.
Ancora un altro piccolo problema: questo materiale radioattivo era conservato in un deposito illegale di Areva a La Hague, sulla Manica. Un altro luogo radioattivamente inquinato da bonificare? Come per le centrali nucleari chiuse dal referendum del 1987 in Italia, per cui sulla bolletta Enel continuiamo a pagare una tassa infinita.
Leggetevi bene la bolletta.