Stavolta, secondo il consigliere regionale Staccioli, per estrarre CO2
VALDELSA. Non si placano polemiche e contestazioni per la decisione della Regione Toscana di permettere alla Life Energy srl di eseguire alcuni scavi in un’area compresa tra Certaldo, Vico D’Elsa e Ulignano, alla ricerca dell’anidride carbonica, permessi rilasciati per la fase uno, difficoltà causate da variazioni nei piani regolatori dei comuni interessati nella fase due. Ma a chi serve? In cambio di pochi quattrini, il progetto chiamato “San Paolo” potrebbe protare profitti enormi alla società fiorentina richiedente. Ecco l’opinione espressa in un comunicato da Marina Staccioli (Gruppo Misto), consigliere regionale: “il problema di oggi è quello di ridurre la concentrazione di CO2 nell’atmosfera, principale responsabile dell’effetto serra, si dovrebbe quindi parlare di conservazione e fonti rinnovabili, non di tirare fuori altra anidride carbonica dal sottosuolo. Dietro c’è solo un interesse privato, per di più l’intero progetto è un controsenso sulla pelle dei cittadini, visto anche che in Emilia Romagna stanno cercando di pompare CO2 nel sottosuolo per non disperderlo nell’atmosfera”.
La consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto), coordinatrice del movimento Identità Toscana, contesta senza riserve il progetto d’estrazione di CO2 che si sta cercando di far partire a Certaldo: “mentre a Cortemaggiore, in Emilia, si lavora per lo stoccaggio della CO2 nel sottosuolo, in Toscana c’è chi vorrebbe estrarlo per interessi puramente economici e privati, non è ragionevole – attacca la consigliera – ci sono tanti modi per produrre CO2, se alla Lifenergy serve così tanto perché non andare a chiederla a Cortemaggiore o utilizzare altre vie più sostenibili che non comportino danni all’atmosfera e all’ambiente?”.
“Ricordando che al momento non è stata nemmeno fatta un’indagine sull’impatto ambientale e sulla quantità di CO2 presente nel sottosuolo, a detto che l’estrazione in Val d’Elsa, così come da altre parti, non è assolutamente priva di rischi – spiega la consigliera – le trivellazioni possono modificare gli equilibri del sottosuolo, inoltre in caso di un guasto accidentale, con fuga di CO2 nell’atmosfera, oltre a contribuire all’effetto serra l’anidride carbonica è letale in concentrazioni attorno al 15%, ed è difficilmente individuabile perché inodore”. “C’è poi, a cornice di tutto, una situazione globale in cui i Paesi stanno cercando di sensibilizzarsi e muoversi in funzione di una riduzione delle emissioni di CO2, anche perché in caso contrario non faremo altro che peggiorare con l’aumento del riscaldamento globale, del livello dei mari, dell’acidificazione degli oceani, e poi ancora siccità, tempeste e tutto il resto – prosegue Staccioli – servono quindi scelte ragionevoli in ottica futura, sostenibili e funzionali.
Tra i 70 impianti a biomasse annunciati venerdì, questa struttura estrattiva, le trivelle per antimonio in Maremma, e tutto il resto, il futuro della Toscana è sempre più grigio”.
La consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto), coordinatrice del movimento Identità Toscana, contesta senza riserve il progetto d’estrazione di CO2 che si sta cercando di far partire a Certaldo: “mentre a Cortemaggiore, in Emilia, si lavora per lo stoccaggio della CO2 nel sottosuolo, in Toscana c’è chi vorrebbe estrarlo per interessi puramente economici e privati, non è ragionevole – attacca la consigliera – ci sono tanti modi per produrre CO2, se alla Lifenergy serve così tanto perché non andare a chiederla a Cortemaggiore o utilizzare altre vie più sostenibili che non comportino danni all’atmosfera e all’ambiente?”.
“Ricordando che al momento non è stata nemmeno fatta un’indagine sull’impatto ambientale e sulla quantità di CO2 presente nel sottosuolo, a detto che l’estrazione in Val d’Elsa, così come da altre parti, non è assolutamente priva di rischi – spiega la consigliera – le trivellazioni possono modificare gli equilibri del sottosuolo, inoltre in caso di un guasto accidentale, con fuga di CO2 nell’atmosfera, oltre a contribuire all’effetto serra l’anidride carbonica è letale in concentrazioni attorno al 15%, ed è difficilmente individuabile perché inodore”. “C’è poi, a cornice di tutto, una situazione globale in cui i Paesi stanno cercando di sensibilizzarsi e muoversi in funzione di una riduzione delle emissioni di CO2, anche perché in caso contrario non faremo altro che peggiorare con l’aumento del riscaldamento globale, del livello dei mari, dell’acidificazione degli oceani, e poi ancora siccità, tempeste e tutto il resto – prosegue Staccioli – servono quindi scelte ragionevoli in ottica futura, sostenibili e funzionali.
Tra i 70 impianti a biomasse annunciati venerdì, questa struttura estrattiva, le trivelle per antimonio in Maremma, e tutto il resto, il futuro della Toscana è sempre più grigio”.