Accorato appello di un ricercatore all'assessore Monni
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TOSCANA. Assessore Monni, impedisca che la Toscana diventi una squallida periferia industriale di produzione energetica!
Assessore, lei afferma la necessità di una “programmazione seria degli interventi di cui le nostre comunità necessitano”, poi pensa di cavarsela unicamente “prestando grande attenzione ai progetti, attraverso percorsi di valutazione ambientale seri, che puntano a migliorare la qualità progettuale…”
Ma la questione non sta nella qualità dei progetti ma principalmente nella loro *localizzazione* e proprio in questo sta la programmazione territoriale, che è cosa diversa dalla VIA, tant’è vero che la Commissione PNIEC-PNRR del MASE non verifica se il progetto ricade in un’area idonea o meno.
Se si vuole passare dalle blande promesse in politichese ai fatti operativi ed efficaci, bisogna inserire nella L.R. Toscana l’obbligo di realizzare gli impianti solo all’interno delle aree idonee, eliminando la sciagurata possibilità prevista dal DM MASE del 21 giugno 2024 di installarli anche nelle “aree ordinarie”.
Solo così si inizierebbe a intraprendere la strada della programmazione dopo anni di criminale lassismo liberista che già tanti scempi irreversibili ha prodotto.
E poi basta con una certa retorica confessionale colpevolizzante e ammonitrice per giustificare l'”ineluttabile” devastazione del territorio, altrimenti continueremo ad avere le bombe d’acqua già viste ed altri sfracelli dovuti al riscaldamento climatico. in Italia infatti il contributo delle emissioni climalteranti pesa semplicemente per un ridicolo 0,7%, mentre le cause sono da imputare quasi totalmente alle gigantesche emissioni GLOBALI di Cina, Usa, India e cd Paesi BRICS, che indifferenti continuano a far lavorare migliaia di centrali a carbone e migliaia ne continuano a costruire.
Grave poi che si permetta all’arrembante e avida speculazione energetica, insieme ad alcuni media genuflessi, di osare offendere come “nimby” i tantissimi cittadini che stanno cercando disperatamente di salvare reddito e incanto delle filiere agronaturali, che hanno reso la Toscana un sogno mondiale.
E la Regione deve impedire questo assalto vergognoso di centinaia di progetti di rinnovabilismo predatorio a scopo di privatissimo lucro pagato con le nostre bollette, aumentate del 225% per cercare di anticipare la legge che potrebbe finalmente regolamentarli.
Operazione squallidamente speculativa in grande stile, millantata con una falsissima lotta fintoverde al cambiamento climatico che COME TUTTI SANNO invece ha origini GLOBALI e che una ridicola diminuzione di CO2 dello O.2% italiano (figuriamoci regionale) non avrebbe nessunissimo effetto, se non quello di consumare altro suolo e i suoi ineludibili servizi ecosistemici tra cui proprio quello di stoccare enormi quantità di carbonio e di acque meteoriche, questo sì VERO e documentato freno non demagogico al susseguirsi di tragiche alluvioni.
Ma non sta per morire solo la meraviglia suggestiva del paesaggio toscano, e maremmano in particolare, si stanno minando gravemente le filiere e i relativi redditi derivanti da un’agricoltura capace di importanti e rinomati vini docg, oli e formaggi igp, cereali, legumi , e correlate aziende agrituristiche e alberghiere di ricco richiamo internazionale, cammini e ciclovie fra spettacolari testimonianze etrusco-medievali, il silenzio, la salute e la permanenza di migliaia di residenti e turisti.
Un mondo di lavoro, bellezza identitaria e benessere diffuso costruito con fatica nei decenni sta per essere spazzato via da centinaia di grattacieli eolici alti 200 m per centinaia di km con enormi fondazioni che inghiottono migliaia di tonnellate di cemento per decine di metri di profondità, mai più sanabili. Intere pianure fertili e produttive di eccellenze agrolimentari stanno per essere seppellite da migliaia di ettari di lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra camuffati dalla solita ipocrisia aggiraregole che li classifica come agrivoltaico.
Assessore, ascolti i suoi cittadini: per raggiungere i fin troppo ambiziosi traguardi di rinnovabili non solo per il 2030 ma addirittura per il 2050, bastano e avanzano i tetti, civili e industriali, le tante aree già consumate, che sono già disponibili per migliaia di ettari, centinaia di km2: ce lo indica la norma costitutiva italiana ed europea e lo ricorda invano ISPRA, ente scientifico di grande spessore e credibilità ancora non venduto allo scatenato assalto arraffatorio tinto di falso verde.
E non ascolti invece i furbi tecnocrati prezzolati che ridacchiano dicendo spocchiosamente che i costi su tetti e aree già consumate raddoppierebbero: i golosi enormi incentivi che li hanno scatenati li paghiamo noi con le bollette e la fiscalità generale e quindi noi possiamo, dobbiamo, vogliamo decidere dove installarli e chissenefrega se le terre agricole e i crinali appenninici “costano meno”. Costano meno a pochi (im)prenditori, ma tanto, troppo e per sempre all’intera comunità.
Grazie
Fabrizio Quaranta, ricercatore agrario, cultore di terra Toscana