In un comun icato l'azienda concessionaria dell'impianto geotermico di Castel San Giorgio prende le distanze
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. “Ad oggi l’azienda non ha iniziato a perforare nessun pozzo geotermico quindi è estranea ad ogni fenomeno sismico in corso”. Questa l’estrema sintesi del comunicato emesso il 1° giugno 2016 da Diego Righini, consigliere delegato e manager di ITW LKW Geotermia Italia Spa, società concessionaria dell’impianto geotermico “pilota” di Castel Giorgio, in provincia di Terni vicino al Lazio e alla Toscana. Righini aggiunge che “tutti i modelli e le analisi fatte e riportate nello studio di impatto ambientale confermano la non correlazione delle attività di coltivazione geotermica previste e la sismicità naturale della zona … non riportando nessun fenomeno di induzione sismica … L’aumento della pressione del fluido geotermico nella zona di reiniezione sarà trascurabile. Tutti gli aspetti tecnici connessi alla realizzazione del progetto, compreso quello relativo alla eventuale sismicità indotta, sono stati esaminati dalla Commissione VIA del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, in concorso con le Regioni Lazio e Umbria, e sono stati ritenuti ambientalmente compatibili”.
La puntualizzazione è venuta dopo il sisma di 4.1 di magnitudo avvertita in Umbria, Toscana e Lazio la sera del 30 maggio facente parte di uno sciame che in due giorni, 30 e 31, ha prodotto oltre trenta scosse, andando poi a spostarsi verso nord-ovest, in direzione Val Di Paglia/Amiata. A Castel Giorgio, epicentro delle scosse più forti, è in iter autorizzativo il permesso di ricerca finalizzato ad una centrale pilota e attraverso la sovrapposizione si nota la sinistra coincidenza della mappa della concessione con gli epicentri, peraltro in una zona ricca di fabbricati storici e paesi antichi di certo non costruiti per sostenere terremoti. “Nonostante l’opera tranquillizzante di molti – interessati ai progetti – può un territorio con questa sismicità tollerare ulteriori stimolazioni, estrazioni e reiniezioni?”. Questa la domanda dei tanti comitati ambientalisti, spesso accusati di fare allarmismo, impegnati a fare informazione sui rischi da sismicità indotta da attività di perforazione, rischi non esclusi dalla commissione ICHESE, incaricata di far luce sul terremoto che colpì l’Emilia nel maggio 2012. La commissione al termine degli studi e accertamenti concludeva che “non può essere escluso che le attività effettuate nella Concessione di Mirandola abbiano potuto contribuire a innescare la sequenza”. Un terremoto si definisce ‘innescato’ quando una piccola perturbazione generata dall’attività umana è sufficiente a spostare il sistema da uno stato quasi-critico ad uno stato instabile. L’evento sismico sarebbe comunque avvenuto prima o poi, ma probabilmente in tempi successivi e non precisabili. In altre parole, il terremoto potrebbe essere stato anticipato. In questo caso lo sforzo perturbante “aggiunto” è spesso molto piccolo in confronto allo sforzo tettonico pre-esistente. “L’attuale stato delle conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate – conclude il rapporto – non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a ‘innescare’ l’attività sismica del 2012 in Emilia”.
Interessanti, oltre la localizzazione, l’estensione e il movimento, le caratteristiche del sisma, “piuttosto superficiale, intorno a 8 km. di profondità” e la sua collocazione storico-cronologica da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Sequenza sismica tra le province di Terni e Viterbo, aggiornata alle ore 16.00 del 31 maggio 2016. Il meccanismo focale della scossa principale mostra che la faglia attivata è orientata in senso nordovest-sudest e ha carattere estensionale o “normale”, in accordo con la prevalenza della cinematica distensiva per i terremoti crostali dell’Appennino centrale.
Meccanismo focale del terremoto nelle province di Terni e Viterbo. Il simbolo rosso e bianco indica il tipo di geometria e movimento della faglia responsabile del terremoto. La stella rossa è l’epicentro del terremoto e i triangoli rossi sono le stazioni sismiche usate nel calcolo.
Questa la mappa di scuotimento.
Dal punto di vista della sismicità storica, l’area epicentrale attuale non è stata colpita da eventi sismici forti. Si notano infatti eventi sismici con magnitudo stimata inferiore a 6. Si ricordano due terremoti: quello del 6 dicembre 1957 con una magnitudo stimata pari a 4.9, con epicentro a Castel Giorgio (TR) con intensità VII-VIII MCS (scala Mercalli)
Distribuzione degli effetti del terremoto del 6 dicembre 1957: Il terremoto del 11 giugno 1695 con una magnitudo stimata pari a Mw 5.7, con epicentro a Bagnoregio, con intensità VII-VIII MCS nelle vicinanze dell’epicentro attuale.
Distribuzione degli effetti del terremoto del 11 giugno 1695.
Sul confine tosco-laziale invece è da segnalare il terremoto del 10 settembre 1919 con una magnitudo stimata pari a Mw 5.3, con epicentro nei pressi di Proceno (VT), dove si raggiunse una intensità massima pari al grado VIII MCS. La scossa causò danni nell’area compresa tra il Monte Amiata a nord e il lago di Bolsena a sud”.
Distribuzione degli effetti del terremoto del 10 settembre 1919..
Terremoti di maggiori intensità si sono verificati verso il settore appenninico ad est dell’evento attuale. Si ricorda l’evento del 14 gennaio 1703 con una magnitudo stimata pari a Mw 6.7, avvenuto nell’appennino Umbro-Reatino, con intensità VI-VII MCS ad Orvieto.
Terremoti storici sovrapposti alla Mappa di pericolosità sismica. La stella mostra l’epicentro dell’evento di Ml 4.1 del 30 maggio.
La mappa di pericolosità sismica (espressa in termini di accelerazione orizzontale del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferita a suoli rigidi) include l’area epicentrale attuale in una zona di media pericolosità con valori di accelerazione orizzontale compresi nell’intervallo 0.125-0.150 g.”
La sismicità indotta viene spesso causata da interventi tecnici di grande portata effettuati nel sottosuolo. I terremoti artificiali sono già stati osservati in Germania o in Inghilterra più di 100 anni fa in connessione con l’estrazione del carbone. Si tratta, con qualche rara eccezione, di terremoti di piccola entità pressoché impercettibili in superficie. I terremoti indotti in tutto il mondo hanno causato talvolta perdite economiche sostanziali, ma solo pochi feriti e ancor meno nessuna vittima. Una panoramica dei terremoti indotti è disponibile nello snapshot Terremoti causati dall’uomo.
Di particolare interesse il caso della Svizzera, dove i terremoti causati dall’uomo sono noti principalmente per il loro legame con i progetti geotermici: nel 2006 a Basilea l’acqua iniettata ad alta pressione nel sottosuolo ha causato un sisma di magnitudo 3.4, mentre nel 2013 si è verificato un terremoto di magnitudo 3.5 nei pressi di San Gallo. Entrambi i progetti sono stati interrotti; ecco perché attualmente in Svizzera non viene prodotta energia da fonti geotermiche (stato: dicembre 2015). In Svizzera, anche attraverso l’obbligatorietà della stipula di un’assicurazione a copertura di eventuali danni, ha trovato applicazione il principio di cautela raccomandato dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni internazionali per l’ambiente. Su questi temi anni luce ci dividono dallo stato con noi confinante.