Risposte superate per problemi urgentissimi
di Umberto De Santis
SIENA. Ci siamo recati, domenica mattina (22 maggio) a visitare, come altre 94.000 persone in tre giorni di esposizione, l’ottava edizione di ‘Terra Futura’, la mostra-convegno sulla sostenibilità alla Fortezza da Basso di Firenze. La rassegna proponeva diversi temi di dibattito: acqua, clima ed energia, informazione, diritto al cibo e giustizia alimentare, diritti e cittadinanza, economia e finanza, pace e sostenibilità.
Troppe cose tutte insieme, anche se legate da un filo logico, nessuna delle quali, nonostante 280 tra convegni e seminari con un migliaio di relatori (sic!), e momenti di animazione per adulti e bambini, ci è sembrata svolta in maniera organica e esaustiva. Sembrava più una fiera strapaesana di discreto livello, con una qualità di servizi per il pubblico scadente, tra stand di degustazione e vendita prodotti biologici, fritture di pesce improvvisate, improbabili file per approvvigionarsi di acqua in maniera ecologica. C’era una certa compiacenza d’antan, da figli dei fiori e di una certa sinistra snobista con il loro modo superato di proporre i temi dell’ambientalismo ormai fuori dalla storia e dal contatto con i giovani.
Nemmeno la favola futuristica della De Lorean (la famosa automobile della saga ‘Ritorno al futuro’) era possibile ammirare: la vettura per gran parte della domenica era chiusa vicino allo stand del pizzaiolo (abbastanza improvvisato, molte pizze bruciacchiate). Peccato per l’apertura ad “ali di gabbiano” dell’auto: si poteva stimolare l’interesse dei molti ragazzi al seguito dei genitori. L’attrattiva multimediale finiva in una piccola serie di postazioni internet e della domotica abbiamo visto solo lo stand di un produttore di beni.
Comunicare alle nuove generazioni la sostenibilità va fatto con un linguaggio diverso dagli stilemi degli anni ’70 per non provocare noia e disinteresse: chi è abituato a ben altre velocità tecnologiche e mediatiche è più avanti, anche nell’accezione politica della tematica. Senza volerne a nessuno, ‘Terra Futura’ ci è sembrata la palestrina di Enti locali per riempire curricula di buone intenzioni e di presenze assolte e Associazioni Onlus per autocelebrarsi e cercare nuovi adepti per le loro organizzazioni.
Merita un cenno particolare solo lo stand della Revet, con i suoi oggetti ricavati dal riuso delle plastiche scadenti della raccolta differenziata, a dimostrare che qualcuno lavora per un progresso tecnologico alternativo, che è la base di una sostenibilità diffusa e praticabile da tutti.
Appuntamento alla prossima edizione dal 25 al 27 maggio 2012.