L'indagine è partita da Grosseto e coinvolge aziende della regione
di LEXDC
SIENA. Oggi parliamo di una realtà imprenditoriale del nord Italia efficiente e biocompatibile, il termovalorizzatore Scotti, quello del riso pubblicizzato da Gerry Scotti, che secondo la proprietà funziona bruciando “lolla di riso, cippato di legno vergine, rifiuti speciali non pericolosi”. Le indagini della magistratura, proprio quelle citate a piene mani da Roberto Saviano lunedì scorso nel programma “Vieni via con me” e “ingiustamente” stigmatizzate dal Ministro degli Interni Maroni, hanno portato all’arresto di 7 dirigenti del termovalorizzatore per aver bruciato per anni oltre 33mila tonnellate di rifiuti tossici pericolosi e di aver venduto quello che restava come mangime per polli. Si temono collegamenti con la criminalità organizzata.
L’indagine è partita da una segnalazione della Procura di Grosseto e ha portato anche all’ arresto di un imprenditore di Montopoli Valdarno, che avrebbe fornito all’inceneritore materiale non regolare. Questi signori, secondo le indagini della Magistratura, facevano così tre affari : produzione di 7,6 megawatt di elettricità acquistata dallo Stato a prezzo di favore per legge usufruendo di ulteriori incentivi per 25 milioni di euro, incenerimento di rifiuti pericolosi e non trattati che presentano concentrazioni di metalli con certificati di analisi falsificati, riscuotendo il prezzo d’ingresso da chi aveva questi rifiuti e voleva sbarazzarsene a buon prezzo, vendita di lolla inquinata ad allevamenti zootecnici. Tra i “clienti” della Riso Scotti Energia Srl ci interessa sottolineare che le fonti d’ informazione comprendono anche l’ ASM di Prato, ex municipalizzata di proprietà dei comuni della provincia di Prato. Ancora più grave, per la cittadinanza, è il fatto che la centralina dell’ Arpa Lombardia, che serve a monitorare la qualità dell’ aria del capoluogo, presenta valori anche troppo bassi e si trova ad almeno tre chilometri di distanza dal termovalorizzatore. Pensate che il 17 novembre 2010 la centralina di Poggibonsi (altra località con termovalorizzatore, per rimanere a casa nostra) dava un valore di NO2 pari a 101, mentre quella di Pavia un valore di 76 su una soglia limite di 200…
Che cosa controlla la sanità pubblica? Secondo il comando della Forestale di Pavia l’impianto è malfunzionante. Purtroppo i controlli spettano proprio alla Guardia Forestale. Che in tutta Italia hanno in servizio meno personale dei Vigili Urbani di Roma.