di Andrea Pagliantini
SIENA. Nei mesi scorsi ha destato molto scalpore il radicale spoglio degli alvei dei corsi d’acqua tanto che, docenti e ricercatori dell’università senese hanno redatto un comunicato stampa nel quale si spiegava scientificamente come l’annientamento totale della vegetazione riparia fosse controproducente per lo scopo stesso della pulizia: preservare terreni e fabbricati dallo straripamento.
La vegetazione riparia svolge la funzione di “preservare il territorio dall’erosione trattenendo il suolo, contribuisce a determinare la forma dei canali, la stabilità delle sponde e il trasporto dei sedimenti, regola il deflusso delle acque e contribuisce a dissipare l’energia cinetica delle piene: tanto più ampia è la fascia vegetazionale, tanto maggiore risulta l’effetto di rallentamento dell’ondata di piena e, di conseguenza, la regolazione del deflusso delle acque”.
Il taglio della vegetazione lungo le sponde del torrente Riluogo ha praticamente prodotto una totale spoliazione delle rive, ma nell’alveo del corso d’acqua rimangono i tronchi di piante morte di grosse dimensioni, piante che per la loro curvatura possono essere eradicate dalla forza dell’acqua e creare pericolosi ingorghi sotto i tanti ponti o costruzioni che si trovano lungo il percorco.
Se di pulizia si deve trattare, non è chiaro come mai siano state rimosse piante secolari che trattengono il deflusso delle acque, mentre non sono state tolte piante in bilico o piante secche di grosse dimensioni.