"Centrali termoelettriche, a biomasse e inceneritori per le aree geotermiche toscane?"
AMIATA. Da SOS Geotermia Amiata riceviamo e pubblichiamo.
“C’è da rimanere basiti a leggere la delibera della giunta regionale toscana n.58 del 29 gennaio scorso che approva un nuovo Protocollo d’intesa con l’Enel per espandere ancora di più l’attività nelle aree
geotermiche. Nonostante intorno alla questione amiatina ci siano pendenti ricorsi, anche legali, e c’è un rinnovato interesse dei media e cresce la preoccupazione tra i cittadini, o forse proprio per questo, la Giunta regionale, nelle persone di SALVATORE ALLOCCA, ANNA RITA BRAMERINI, LUCA CECCOBAO, ANNA MARSON, GIANNI SALVADORI, GIANFRANCO SIMONCINI, STELLA TARGETTI e LUIGI MARRONI (il presidente Rossi e gli assessori Nencini e Scaletti erano ‘assenti’), con la delibera citata, danno il via al ‘polo territoriale delle energie geotermiche’ dove sperimentare e realizzare nuove centrali termoelettriche e geotermiche.
Esprimono ‘comune interesse’ con l’Enel per la ‘produzione energetica rinnovabile da filiera corta per le biomasse e dal ciclo dei rifiuti’; in cambio l’Enel concede di cedere un po’ del suo monopolio manifestando ‘il proprio interesse ad esaminare la possibilità di sviluppare partnership sul territorio come, ad esempio, nella realizzazione e gestione dei teleriscaldamento o nell?utilizzo delle tecnologie per la media o bassa entalpia’; ‘venghino siori’, la mangiatoia è aperta a tutti, o quasi…
Stiamo parlando quindi, oltre le nostrane centrali Enel ad alta entalpia, anche di tante altre medie e piccole centrali a media entalpia? Stiamo parlando di sperimentazioni di nuove tecnologie per centrali termoelettriche? Centrali a biomasse alimentate dai boschi dell’Amiata? Inceneritori di rifiuti (è per questo che in amiata non parte come si deve la raccolta differenziata e ‘porta a porta’?)?
L’aspetto forse più odioso e cinico è la considerazione che ‘lorsignori’ hanno delle popolazioni indigene, termine quanto mai esatto, oltre che letterale, anche per il rimando ai genocidi di tante popolazioni indigene che intralciavano il progresso; ebbene, già nella delibera che approvava la VIA per la centrale Bagnore 4, era affermato che le ricadute dei fumi avvenivano ?in aree quasi del tutto non abitate?, in questa sono andati oltre, hanno delimitato e contato esattamente quanti sono i territori e gli abitanti da sacrificare: 16 comuni, 43.000 abitanti che sono ‘solo’ l’1,2% della popolazione toscana, …e in continuo calo, diciamo noi, viste le statistiche di mortalità e il trend di spopolamento delle aree.
Siamo destinati a sparire? O ci chiuderanno nelle riserve come gli indiani? Noi abbiamo da tempo dissotterrato l’ascia di guerra e promettiamo resistenza ai visi pallidi. Ci auguriamo solo che i 43.000 disabitanti del ‘polo geotermico’ sappiano, una volta per tutte, opporre strenua e visibile resistenza. Ci piace ricordare le parole attribuite al capo indiano Nuvola Rossa: “Quando avrete prosciugato l’ultimo dei fiumi, tagliato l’ultimo degli alberi, ucciso l’ultimo dei bisonti e magari pescato l’ultimo dei pesci, allora, ma neppure un attimo prima, capirete che non potete mangiare i soldi?”.
Il commento di Fabrizio Pinzuti*
PIANCASTAGNAIO. Che aggiungere? Sia come corrispondente che come cittadino, con un’esperienza anche come amministratore pubblico che ha avuto contatti diretti con l’Enel, pur non sempre condividendo i toni integralisti e komeinisti di certi appartenenti ai comitati e pur ravvisando che per alcuni di loro la lotta contro la geotermia è il cavallo di battaglia per assicurarsi una visibilità (tanti i trombati dalla politica che entrano a far parte dei comitati), non posso che rilevare che in questo e in altri comunicati un nocciolo di ragione e di verità c’è. E’ sotto gli occhi di tutti che in ogni accordo o protocollo geotermico l’ente di stato per l’energia abbia sempre promesso molto e mantenuto poco o nulla, sia in termini di ricadute econimiche e occupazionali, sia in termini di garanzia dell’ambiente, del territorio, di controllo sugli effetti per la salute dei cittadini, per il bacino acquifero, per l’assetto idro-geologico.Gli effetti delle centrali sono sotto gli occhi di tutti. Non c’è bisogno di studi di alto profilo, basta guardare. Significativo del comportamento dell’Enel è il caso della coibentazione in amianto delle condotte: l’Enel, pur essendo noti da un pezzo gli effettti nocivi dell’amianto (Eternit di Casale Monferrato, Università di Torinoe ecc.) ha provveduto alla bonifica solo dopo la denuncia di un privato cittadino e solo dopo che dagli accertamenti effettuati è risultato che l’amianto era presente nella sua forma più pericolosa. Un ente che avesse avuto a cuore i problemi di un territorio, non si sarebbe comportato in una tal maniera. I vari protocolli discendono dalla necessità di produrre energia dalle fonti cosiddette alternative (come la geotermia, anche se non c’è unanimità nel considerarla tale, verde, pulita, priva di effetti ecc.) e non si guarda tanto per il sottile. Gli scienziati nel dubbio consigliano di procedere con i piedi di piombo, o di non procedere affatto, ma rimangono inascoltati; Enel e Regione, anche contando sulle divisioni dei vari Comuni interessati, seguono invece la via più spregiudicata secondo la quale, in assenza di dati certi sulla pericolosità e sulla nocività della geotermia, si possa continuare nello sfruttamento della risorsa. Ecco allora che il riferimento allo sfruttamento dei pellirossa non è poi così fuori luogo, come non è fuori luogo criticare la scelta degli insediamenti delle centrali e degli inceneritori in Amiata per la bassa densità abitativa. Non può essere casuale che il nuovo protocollo di intesa siglato tra Enel e Regione Toscana inizia dalla premessa che “In Toscana le aree geotermiche comprendono 16 Comuni con una popolazione di circa 43.000 persone, pari all’1,2% del totale dei
residenti regionali”.