Audizione dei rappresentanti del gruppo in Commissione territorio e ambiente
di Fabrizio Pinzuti
FIRENZE. Tra la serie di approfondimenti effettuati dalla commissione Territorio e Ambiente sul tema della geotermia che verrà affrontato anche nella prossima seduta del Consiglio regionale con la discussione della mozione, che vede primo firmatario il capogruppo Pd Leonardo Marras, anche l’audizione del 1° ottobre dei rappresentanti di Rete Geotermica (di cui fanno parte alcuni degli operatori titolari di permessi e soggetti industriali della filiera geotermica). Ne dà notizia l’AGI (Agenzia Giornalistica Italiana), citando come fonte il Consiglio Regionale della Toscana. Più in particolare i rappresentanti della Rete hanno sollecitato la Regione al rispetto degli accordi del protocollo di intesa siglato nel 2014 tra Regione e Rete, coordinando “gli enti pubblici i cui territori sono interessati dai permessi di ricerca per la geotermia e i titolari di questi permessi, con l’obiettivo di ridurre gli effetti cumulativi degli impatti ambientali a favore dello sviluppo sostenibile”. I rappresentanti di RG hanno parlato dell’importanza di creare una filiera per dare centralità alla risorsa nel quadro energetico nazionale, di promuovere una buona geotermia, di sviluppare tecnologie ecocompatibili e progetti industriali integrati con le attività delle comunità. “Se si sviluppasse il potenziale geotermico di oggi raggiungeremmo – hanno fatto presente – il 10 per cento di fabbisogno nazionale nei prossimi 20 anni con investimenti attorno a 15 miliardi di euro e con la creazione di nuova occupazione”. L’accento è stato posto sull’importanza della regolamentazione dei permessi di ricerca. Da parte della Rete arrivano richieste precise alla commissione in particolare riguardo alla semplificazione del processo amministrativo e al rispetto delle tempistiche per il rilascio delle autorizzazioni. “La vita di un progetto geotermico è troppo complessa, dall’individuazione di un’area interessante alla produzione di un kilowatt/ora ci sono tempi di 82 mesi, tra fasi autorizzative ed esecuzione”. La Rete chiede, inoltre, il “mantenimento delle competenze amministrative per le procedure autorizzative in capo alle Regioni e l’affidamento all’organo centrale della formulazione di regolamenti attuativi”. Si è parlato di valorizzazione e sviluppo della geotermia anche come opportunità per il turismo. In sintesi, i rappresentanti della rete hanno parlato della risorsa geotermica come di “una risorsa rinnovabile, sostenibile, programmabile, presente nel territorio italiano e in grado di produrre sia elettricità che calore. Una risorsa che non inquina le falde acquifere, non depaupera i territori, non causa emissioni atmosferiche, non dà origine a fenomeni di subsidenza o di sismicità indotta”. “La Regione – ha concluso il presidente della Commissione Baccelli – non esaurisce il suo ruolo con il solo rilascio di autorizzazioni, ma deve svolgere anche il suo compito politico in termini di programmazione, pianificazione e coordinamento”. In questo senso il presidente ha sottolineato l’importanza di coerenza da parte della Regione con il protocollo d’intesa sottoscritto nel gennaio 2014 con RG.
Sorge spontanea la domanda se e quanto queste sollecitazioni e questi richiami siano compatibili con le scelte che, per usare le parole di Marras, “individuano consapevolmente le compatibilità e le tolleranze degli interventi” … coniugando “lo sviluppo della produzione con la sua integrazione con il territorio”, definendo “norme omogenee di gestione dei programmi di ricerca e coltivazione della geotermia, che siano compatibili con le caratteristiche del paesaggio e con la normativa che ne disciplina la conservazione e la trasformazione”, tenendo presenti le esigenze delle comunità e dei Comuni.