SIENA. Ridurre le emissioni di metano attraverso un innovativo sistema di biofiltrazione naturale in grado di trattenere i gas responsabili dell’effetto serra. E’ l’obiettivo del progetto Life RE Mida che vede come partner il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Firenze DIEF (capofila), la Regione Toscana, Csai e Sienambiente. Per realizzare lo studio della durata biennale, l’Unione europea ha stanziato attraverso LIFE, lo strumento finanziario a sostegno della protezione della natura e del clima per progetti di azione ambientale, un contributo di 513.368 euro (su un budget totale di 855,614 €).
Tale progetto nasce per approfondire le basi scientifiche relative all’ossidazione microbiologica degli inquinanti al fine di redigere linee guida a livello europeo sul trattamento del gas con basso potere calorifico, nell’ambito della Direttiva sulle discariche (1999/31/EC). In particolare il progetto prevede la realizzazione, la gestione ed il monitoraggio di un sistema di biofiltrazione dei gas di discarica residuali a scala industriale con materiali filtranti biologicamente attivi, che sarà realizzato presso la discarica di Podere il Pero nel comune di Castiglion Fibocchi (AR), gestita da CSAI Spa (nella quale i conferimenti dei rifiuti sono terminati nel marzo 2014 e sono appena concluse le opere di copertura definitiva) e presso il sito delle Fornaci nel Comune di Monticiano (SI), gestito da Sienambiente.
Nell’ambito dell’iniziativa, Sienambiente installerà nel sito 7 biofiltri realizzati con il compost Terra di Siena prodotto nei propri impianti. Tale biofiltro permetterà di catturare e inertizzare i principali gas responsabili dell’effetto serra e dare importanti informazioni e dati ai fini della sperimentazione. Alle Fornaci non è l’unico intervento di valenza ambientale: terminata l’attività della discarica nel 2001 ed effettuate le opere legate alla sua definitiva chiusura, nel 2012 è stato realizzato anche un parco fotovoltaico gestito da Sinergia Green Tech, una delle società di Sienambiente operanti nel campo delle rinnovabili.
L’emissione di gas climalteranti è uno dei principali problemi di impatto ambientale per le discariche di rifiuti. Il biogas di discarica, che si produce naturalmente dalla degradazione della matrice organica contenuta nei rifiuti, infatti, è composto in larga parte da metano (CH4) ed anidride carbonica (CO2). La normativa (europea e nazionale) impone ai gestori delle discariche di evitare la dispersione del biogas in atmosfera attraverso impianti di aspirazione e l’invio a combustione, anche attraverso il recupero energetico in motori in cogenerazione per la produzione di elettricità e/o calore per il teleriscaldamento.
Al termine dell’attività di gestione delle discariche (o anche di alcuni moduli) e nel termine di qualche anno dall’avvenuta chiusura, la produzione di biogas diminuisce gradualmente. In generale, si rileva che il potere calorifico del biogas di discarica in post-gestione diminuisce nel tempo fino ad arrivare ad un contenuto di metano inferiore al 22-25% , concentrazioni che fanno perdere al biogas le caratteristiche di combustibile. Con la diminuzione del contenuto di metano nel gas di discarica, a cui corrisponde un aumento del contenuto di ossigeno, si determinano le condizioni per cui la combustione diviene non più praticabile.