95mila metri cubi devono essere custoditi in un sito unico nazionale
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SIENA. Dal Gruppo d’Intervento Giuridico riceviamo e pubblichiamo.
“L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), dopo un’ampia verifica fra i propri Soci, ha inoltrato (24 giugno 2021) uno specifico atto nell’ambito della procedura di consultazione pubblica nell’ambito della procedura complessa prevista dal Governo per l’individuazione del sito unico nazionale per le scorie radioattive.
Qui i circa 95 mila metri cubi di materiali radioattivi (residui del ciclo energetico delle centrali nucleari dismesse, rifiuti industriali, residui di attività mediche, ecc.) devono esser custoditi a lungo termine in estrema sicurezza.
Come si ricorda, la Commissione VIA/VAS ha espresso il proprio parere ambientale (n. PRR-2577-12122017 del 12 dicembre 2017) nell’ambito della procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) relativa al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Predisposto, poi, il progetto preliminare, tolto il segreto di Stato, è stata pubblicata la carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) ed è stata avviata (5 gennaio 2021) la fase di consultazione pubblica.
Seguirà un seminario nazionale e poi la decisione definitiva.
Il GrIG, sulla base degli stessi principi e criteri enunciati da I.S.P.R.A. e dalle altre strutture tecnico-scientifiche pubbliche, ha espresso forte contrarietà nei confronti della scelta di alcuni dei 67 siti potenzialmente idonei individuati, e precisamente:
1) i siti individuati in Sardegna, nella zona pianeggiante-collinare del Campidano e della Marmilla (Comuni di Siapiccia, Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Tuili, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila, Ortacesus) risultano interessare direttamente e/o indirettamente aree tutelate con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), nonché siti rientranti nella Rete Natura 2000 (S.I.C., Z.P.S., Z.S.C. “Giara di Gesturi”, ITB041112) ai sensi delle direttive n. 92/42/CEE sulla salvaguardia di habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora e n. 09/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, nonché beni culturali specificamente tutelati (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) rientranti nel patrimonio dell’umanità sotto l’egida dall’UNESCO (area nuragica di Barumini).
Si deve rimarcare, sul piano sociale, rimarcarsi il fatto che in Sardegna si è svolto in data 15-16 maggio 2011 un referendum popolare consultivo con il seguente testo referendario:
“Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”
Al referendum hanno partecipato il 59.98% degli elettori, con la vittoria del “si” al 97,13% dei votanti (vds. http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=166748&v=2&c=86&t=1). Sul piano sociale, appare, quindi, improponibile un’eventuale ubicazione del deposito unico nazionale sul territorio regionale sardo;
2) i siti individuati nella Tuscia viterbese o Etruria meridionale (Ischia di Castro, Canino-Cellere-Ischia di Castro, Montalto di Castro 1, Montalto di Castro 2, Canino 1 e 2, Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Piansano-Tuscania, Piansano-Tuscania, Tuscania, Canino-Montalto di Castro 1 e 2, Arlena di Castro-Tessennano-Tuscania, Arlena di Castro-Tuscania 1 e 2, Tarquinia-Tuscania, Soriano nel Cimino, Soriano nel Cimino-Vasanello-Vignanello, Gallese-Vignanello, Corchiano-Vignanello, Corchiano-Gallese, Corchiano) risultano interessare direttamente e/o indirettamente aree tutelate con vincolo paesaggistico, nonché numerosi siti rientranti nella Rete Natura 2000 (vds. http://www.provincia.vt.it/ambiente/natura2000/siti.asp), nonché beni culturali specificamente tutelati, alcuni dei quali rientranti nel patrimonio dell’umanità sotto l’egida dall’UNESCO (necropoli etrusca di Tarquinia, Faggete di Soriano nel Cimino e di Monte Raschio di Oriolo Romano). Com’è noto, poi, l’area è stata interessata dagli eventi sismici del 6 febbraio 1971 (terremoto di Tuscania, 1971), classificati fra l’VIII e il IX grado della Scala Mercalli (vds. http://storing.ingv.it/cfti/cfti5/quake.php?36932IT);
3) i siti individuati in Toscana, in Provincia di Siena (in Val d’Orcia, fra Pienza e Trequanda) e in Provincia di Grosseto (Campagnatico) risultano interessare direttamente e/o indirettamente aree tutelate con vincolo paesaggistico, siti rientranti nella Rete Natura 2000 (S.I.C., Z.P.S., Z.S.C.) (vds. https://docplayer.it/9963370-A-cura-del-servizio-aree-protette-della-provincia-di-siena.html), nonché beni culturali specificamente tutelati, alcuni dei quali rientranti nel patrimonio dell’umanità sotto l’egida dall’UNESCO (Val d’Orcia).
L’individuazione del sito del deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi e il connesso parco tecnologico, nonostante i forti incentivi economici previsti sarà certamente una decisione non semplice per la quale sarà necessaria la (difficile) massima condivisione”.