"L’obiettivo è andare incontro alle necessità delle associazioni di cacciatori, così come a quelle di agricoltori e allevatori"
SIENA. “L’approvazione della nuova legge consentirà alla Toscana di tornare ad essere una Regione “normale”. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza la legge che ha l’obiettivo di abbattere almeno la metà dei 200.000 ungulati che insistono sul nostro territorio per evitare danni all’agricoltura e diminuire il numero di incidenti stradali che hanno, purtroppo, superato il migliaio nel 2015”.
A dirlo il Consigliere regionale Stefano Scaramelli che tre mesi fa lanciava l’allarme sul numero esponenziale di ungulati. “Per le terre di Siena – continua Scaramelli – questa legge era indispensabile. Ha il merito di andare a ristabilire anche l’equilibrio della biodiversità e dell’economia agricola che, negli ultimi anni, è stato stravolto. La tensione tra mondo dell’agricoltura e quello della caccia nelle terre di Siena è la peggiore in Toscana. Per una media nazionale di 0,5 ungulati per ettaro, in Toscana se ne contano 20 per ettaro, ovvero, una cifra 40 volte superiore alla media. Nelle terre di Siena a fine 2015 c’erano più ungulati che votanti il Pd. Dopo tre mesi abbiamo raddoppiato i tesserati Pd, adesso è arrivato il momento di dimezzare gli ungulati. Nel Senese oltre al pericolo per l’incolumità delle persone, nelle campagne come nei centri abitati, il numero enorme di ungulati, soprattutto cinghiali, ha causato ingenti danni economici e sociali. Questa legge dà una risposta concreta al mondo agricolo e venatorio. E’ dalle terre di Siena che arrivano i più prestigiosi prodotti simbolo della Toscana nel mondo e del made in Italy: ristabilire l’equilibrio della fauna selvatica, arginare i danni che l’agricoltura sta subendo e armonizzare le esigenze dei cacciatori con quelle degli agricoltori, è la strada giusta. Ringrazio l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi e il presidente della II Commissione in Consiglio regionale Gianni Anselmi per lo straordinario impegno profuso nella scrittura di questa legge che apre anche una nuova fase sul piano sociale. La legge, infatti, offre la possibilità ogni anno di valutare l’esito delle nuove norme, prevede la braccata dietro autorizzazione Ispra triennale in funzione di controllo, come sistema di prevenzione, al di là dei 3 mesi canonici, e apre anche una nuova fase sul piano sociale. Una fase improntata al dialogo e non basata sullo scontro e la contrapposizione tra posizioni diverse. L’obiettivo di questa legge è andare incontro alle necessità delle associazioni di cacciatori, così come a quelle di agricoltori e allevatori, tenendo in considerazione le specificità dei diversi territori. La priorità è la persona, il suo essere allevatore, agricoltore, cacciatore, cittadino”.