I comitati ambientalisti impegnati nella realizzazione di convegni
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di Fabrizio Pinzuti
AMIATA – E’ ancora da definire da parte dei comitati ambientalisti la data dell’incontro sulla salute nel versante senese, mentre rimane confermato per martedì (17 settembre), alle ore 17, presso la sala consiliare del Comune di Arcidosso, l’incontro sui terremoti. Primo relatore dell’incontro è il Prof. Marco Mucciarelli, Docente di Sismologia Applicata presso la Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata, Direttore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) che dopo un’introduzione generale sulla sismicità indotta, tratterà delle problematiche specifiche legate alle estrazioni e reiniezioni, illustrando i casi di Basilea e San Gallo in Svizzera, dei Geysers (CA, USA), dei Graben del Reno (Germania) ed del sisma del 1 aprile 2000 in Amiata. In un suo recente articolo del gennaio scorso sulla rivista scientifica ‘Ingegneria sismica’, il prof. Mucciarelli sembra lanciare un avvertimento per tutti quei territori che prevedono lo sviluppo di attività di trivellazione, oppure che siano già ‘naturalmente’ sismici o dove i fabbricati siano inadeguati sismicamente: per l’Amiata sembra proprio che ricorrano tutte queste caratteristiche e si dovrebbe quindi porre maggiore attenzione al problema per non trovarsi a dover subire eventi come quelli dell’Emilia dello scorso anno. Scrive inoltre lo studioso che “in Italia gli studi sulla sismicità indotta sono in cronico ritardo rispetto al resto del mondo, data la assenza di dati pubblici su questo fenomeno. Questa assenza di dati e di studi potrebbe essere confusa con la assenza del fenomeno stesso. Ciò sarebbe pericoloso in un momento in cui vi è un forte interesse per attività quali la geotermia, lo stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Anche in aree con bassi livelli di sismicità naturale va prevista comunque la installazione di reti microsismiche che consentano il monitoraggio della sismicità indotta. I dati di queste reti dovrebbero essere resi disponibili su siti pubblici. Nella progettazione di impianti andrebbe considerata anche la sismicità che questi possono indurre, come avviene già in altri paesi europei. Infine le maggiori cautele andrebbero adottate in quelle aree dove le strutture esistenti risultano inadeguate sismicamente già per la sismicità naturale”. Il secondo relatore è il Dott. Andrea Borgia, Geologo della European Development Research Agency (EDRA), docente presso il Dipartimento di Mineralogia dell¹Università di Milano, già docente presso la Arizona State University, la Rutgers University e il Lawrence Berkeley National Laboratory, membro della Commissione Nazionale per le Valutazioni di Impatto Ambientale, che interverrà sulla questione ‘Monte Amiata e centrali geotermiche’, fratturazioni EGS, microsismicità indotta per produzione, subsidenza, quale futuro e quali rischi si corrono dopo il raddoppio delle centrali. Come dimostrano i recenti episodi il rischio di terremoti in Amiata, anche di alto impatto, è tutt’altro che scongiurato, anzi, in considerazione anche della tipologia dei paesi amiatini, potrebbe rivelarsi ancora più dannoso che per altri territori ed è necessario che anche questo aspetto venga preso in considerazione quando, come si sta facendo in Amiata, si procede al raddoppio delle centrali anziché fermare i cantieri ed attenersi al principio di precauzione imposto anche dalle autorità europee. Il Dott.Borgia, che conosce bene l’Amiata, da sempre paventa il rischio di un evento sismico e le correlazioni tra fenomeni di subsidenza e l’attività geotermica. Per capirne di più, considerata la scarsa informazione che circola sul tema, quando non addirittura disinformazione tesa a tranquillizzare la popolazione, i comitati hanno invitato i due geologi ad un incontro con lo scopo principale di diffondere una corretta informazione tra la popolazione. Sono invitati all’incontro tutti i cittadini, gli amministratori e le autorità locali, provinciali e regionali, i partiti e sindacati, i giornalisti, le associazioni e gruppi, il Ministro dell’Ambiente, i parlamentari della zona, insomma tutti coloro che, per il proprio ruolo pubblico, dovrebbero conoscere gli eventuali rischi, agendo di conseguenza, ed avere a cuore il destino del territorio dell’Amiata e la salute dei suoi abitanti.