Servirà a conseguire un importantissimo risparmio di costi nella produzione di vetro e cristallo
COLLE VAL D’ELSA. Ci vogliono un po’ di coraggio e un pizzico di incoscienza, ma alla fine anche il manager venuto dal Nord, il presidente di RCR Giuseppe Garofano, si è accorto che ci vuole tanta moderazione e altrettanta pazienza. In fondo, pensare di realizzare un investimento importante nella ex-Toscana rossa senza l’ombrello consociativo degli enti locali è un atto coraggioso. Se poi vediamo una Amministrazione comunale ben defilata dall’evento della presentazione al Territorio dell’iniziativa (con il sindaco Brogioni, pur in prima fila, a prendere la parola solo quando tirato personalmente in ballo per una questione del tutto marginale come una data di presentazione del progetto in Comune, quando già da un mese almeno il sito internet www.collenergia.it conteneva tutti i dati del contendere e questo giornale ne aveva dato ampia notizia), ecco che il pizzico di incoscienza si svela ai cittadini. Comunque, stiano tranquilli i nostri lettori senesi. La holding capofila guidata da Garofano, Alerion Industries, vede la partecipazione nel suo capitale anche della banca MPS con una quota importante del 7,95%, è una società impegnata nel campo delle rinnovabili, ultima “vita” dell’ex manager di Montedison. Industria e Innovazione, giovane braccio “armato” di Alerion con interessi industriali nel cartone e nel vetro, con un discreto portafoglio immobiliare e una importante presenza nella televisione locale in Lombardia, sta sviluppando diverse tecnologie nel campo delle rinnovabili con una propria divisione dedicata. Pensa di cogliere una grande opportunità: costruire in casa sua, dietro i capannoni della RCR, una centrale elettrica a base di olio di pirolisi, una tecnica utilizzata nel mondo da molti anni, mediante una tecnologia innovativa chiamata RTP (particolare importante, su cui torneremo dopo) capace di produrre 12,8 megawatt di energia elettrica per conseguire un importantissimo risparmio di costi nel ciclo produttivo del vetro e del cristallo (si parla di milioni di euro e quote di mercato mondiale del cristallo, che anche i primati vanno difesi e consolidati), vista la filosofia vincente della RCR di usare forni alimentati elettricamente piuttosto che a gas come fanno i suoi concorrenti. Filosofia che, come ha raccontato nell’introduzione al dibattito il manager Pierucci, è alla base del rinnovato successo aziendale del 2010 dopo anni di crisi, anche acuta, pagata in gran parte dai suoi lavoratori.
E i lavoratori dell’azienda sono i primi cittadini di Colle presenti all’incontro e come i compaesani presenti non si fanno abbagliare dalla solita promessa di posti di lavoro che immancabilmente accompagna tutte le iniziative industriali. Si esprimono dubbi dal punto di vista paesaggistico e perfino sul traffico generato dai fornitori del legno per far funzionare l’impianto, ma il cuore del problema è la paura dell’inquinamento dell’aria. Problema serio e molto sentito a Colle, non sempre ben espresso dai consiglieri di opposizione presenti al dibattito e dai cittadini che vivono sulla collina sovrastante lo stabilimento. Un problema che riguarda le poveri sottili, i famigerati PM10, di cui noi vi diamo conto settimanalmente in apposita rubrica, ma che nulla a ha a che vedere con questa realizzazione proposta. Infatti la tecnologia RTP che Industria e Innovazione intende applicare NON prevede, al contrario di altre che utilizzano l’olio di pirolisi, l’uso di caldaia per cu i non sarà possibile, per esempio sostituire il legno utilizzato per il suo funzionamento con CDR (immondizia) se non sostituendo l’impianto produttivo con un altro, il che garantirebbe la popolazione dagli scherzi del destino. Come quello accaduto a Scarlino dove la società Scarlinoenergia, dopo aver ottenuto con fatica il permesso di costruire una centrale a biomasse per bruciare legno, ha poi facilmente ottenuto, nonostante l’inutile e vana opposizione della popolazione, di poter bruciare anche rifiuti urbani. Quindi l’impatto ambientale della centrale elettrica proposta in RCR per quanto riguarda i PM10 dovrebbe essere zero.
Corre tuttavia l’obbligo di ricordare ai manager di Industria e Innovazione alcune cose. Primo, che quello che propongono è quasi un PROGETTO-PILOTA,dato che non esiste al mondo impianto con le identiche caratteristiche. Seguirne passo dopo passo lo sviluppo tecnologico sarà essenziale anche per i tecnici del Comune, ottimizzando la totale captazione dei gas prodotti (quanti? È stato detto poca roba, ma non quanta) e garantire alla popolazione la totale assenza di ceneri, nano particelle,diossine, furani o quant’altro. Secondo, che i cittadini hanno fatto presente che esiste, anche se negato da controlli attribuiti all’Arpat, un problema relativo all’uso dell’acido fluoridrico nello stabilimento le cui conseguenze sono visibili sulla natura intorno all’area. Terzo, che avremmo voluto conoscere il piano B nel caso in cui il territorio della provincia di Siena non potesse conferire le 85mila tonnellate di biomassa di cui è previsto il consumo, e la mancanza di un piano B ha fatto fallire molte iniziative nella storia del progresso o le ha derubricate a normale speculazione. Quarto, un impianto che utilizza materiale di origine organica non fossilizzato si chiama impianto a biomasse. Un nome triste che richiama altre iniziative, nemmeno simili a questa, che sono state clamorosamente bocciate dai cittadini dei luoghi in cui sono state proposte nella nostra provincia. Ringraziando perché non si è cercato di edulcorare la pillola inventando nomi nuovi (come il termovalorizzatore, che è dizione gentile per inceneritore), sarà necessario avere un rapporto paziente e lungimirante con la popolazione.
Abbiamo toccato con mano, nel dibattito, come le Amministrazioni locali siano piuttosto screditate agli occhi dei cittadini, avendo permesso negli anni passati speculazioni che si sono rivelate sempre a danno del popolo. Ci è sembrato di capire, dallo svolgimento dell’incontro, che la sua convocazione sia stata suggerita proprio per evitare all’Amministrazione Comunale di essere chiamata in corresponsabilità, cosa che avrebbe gettato una cattiva luce sul vostro progetto. Quando andiamo in giro per il mondo, tutti ci invidiano proprio per la nostra qualità della vita. Un motivo ci sarà, e forse la gente di fuori sa apprezzare meglio di noi le cose positive che abbiamo. Possiamo fare a meno della centrale a olio di pirolisi di Industria e Innovazione, possiamo cogliere tutti insieme una possibilità di progresso che mantenga inalterata la “qualità della vita” come è e come viene percepita nel mondo. Sta a tutte le parti in causa costruire questo progetto interessante e potenzialmente innovativo, come una volta era la terra di Siena.