Rigettata l'istanza. Anche il sindaco era contrario al progetto, in quanto in contrasto col piano urbanistico comunale
di Fabrizio Pinzuti
RADICONDOLI – A pagina 26 del bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse del 31 luglio 2015, ma di recentissima pubblicazione, nella sezione Geotermia, tra i cinque rigetti dell’istanza di permesso di ricerca di risorse geotermiche finalizzato alla sperimentazione di impianti pilota e un rigetto dell’istanza di ampliamento, figura anche quello denominato “Lucignano” in Toscana, nel Comune di Radicondoli (Siena) – gli altri sono “Scarfoglio” , “Masseria Principessa” , “Cuma” , “Scauri Pantelleria” , e “Bukkuram”.
La determinazione è del 4 luglio 2015 e porta il numero 15137 (pubblicazione n. 119). L’istanza era stata presentata dallaLucignano Pilot Project s.r.l, il cui progetto prevedeva la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica alimentato dal liquido geotermico estratto da 3 pozzi di produzione e re-iniettato nel sottosuolo in altri 2 pozzi, delle condotte per il convogliamento del fluido geotermico di lunghezza 4,284 km e dell’elettrodotto interrato di connessione alla rete elettrica ENEL di lunghezza 9,358 km.. Il provvedimento firmato dal Direttore Generale è stato pubblicato per estratto e si limita alla comunicazione dell’istanza di rigetto, senza entrare in alcun dettaglio.
Sembrerebbe trattarsi per gli abitanti di Radicondoli di uno scongiurato pericolo. Le centrali geotermiche sperimentali, definite “pilota”, in base a un provvedimento del 2013, non seguono le procedure regionali, ma sono di competenza di due ministeri, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente. Le centrali pilota seguono un iter facilitato e quando entrano in produzione ricevono contributi economici altissimi, anche se sostanzialmente sono uguali alle centrali a ciclo binario.
Sul sito web del Ministero dell’Ambiente lo scorso 24 luglio era stata pubblicata la documentazione del progetto “Lucignano”, e a Radicondoli era allerta massima. Lo scorso 22 settembre, al teatro dei Risorti, su invito del comitato Difensori della Toscana, Sindaco e cittadini si erano riuniti per fare chiarezza sul progetto che incombeva nelle vicinanze del centro abitato e sollevava tanti dubbi per il futuro di una parte del territorio comunale, fino ad oggi dedito al turismo e all’agricoltura. La partecipazione dei radicondolesi era stata alta, a conferma di quanto il problema fosse sentito. Le domande ed i commenti dei cittadini lasciavano trasparire evidente preoccupazione e indignazione rispetto ad un progetto imposto dall’alto, di competenza del Ministero dello Sviluppo Economico, che avrebbe cambiato irrimediabilmente la vita degli abitanti.
I cittadini si erano trovati concordi nel sostenere che trasformare questo borgo incantato, perso nelle colline senesi, in un distretto industriale era in antitesi con la vocazione del territorio. La nuova centrale sperimentale avrebbe spezzato quel fragile equilibrio venutosi a creare nel corso degli anni tra la parte occupata dagli impianti geotermici storici (“Travale”) e la parte di territorio rurale che ha potuto preservarsi e conservarsi intatta fino ad oggi. Anche il sindaco era stato chiaro nell’affermare la sua contrarietà al progetto, in quanto in contrasto col piano urbanistico comunale e col piano di indirizzo territoriale regionale. Alla fine tra i partecipanti alla riunione il NO al progetto di centrale geotermica pilota era stato unanime e alla chiusura dell’assemblea erano state raccolte più di 50 osservazioni scritte, tutte contrarie al progetto presentato. Tali osservazioni sono state inoltrate al Ministero dell’Ambiente, ente competente per la valutazione di impatto ambientale e sembrano aver dato i loro frutti nel provvedimento di rigetto che tutti sperano definitivo. I documenti relativi al progetto si trovano in http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1561. (Fonte Gruppo “No trivelle, Geotermia Sostenibile”).