Necessità di energia elettrica nel paese e recrudescenza nucleare
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di Lexdc
SIENA. Forse lo slancio ideale che aveva illuminato i giapponesi fino allo spegnimento di tutte le 54 centrali nucleari attive del paese ordinato nel maggio di quest’anno, dopo la tragedia di Fukushima, si è esaurito. Si erano accorti che il sistema di protezione nazionale, sotto la mitica aura magica dell’efficienza nipponica, era in realtà una serie di buchi e omissioni che avevano reso pericoloso tutto l’insieme della produzione elettrica nazionale con il nucleare. Con il caldo dell’estate e l’aumento incontrollabile dei consumi, si è dovuto fare un passo indietro.
Kepco, l’utility che fornisce elettricità alle regioni di Osaka e Kyoto, si appresta questa sera a riattivare il reattore n.3 della centrale nucleare di Oi, in quella che diventa la prima operazione nel suo genere dal combinato sisma/tsunami dell’11 marzo 2011. Evidentemente riconvertirsi alle rinnovabili completamente in appena un anno è troppo complesso, e a nulla sono valse le proteste anti-nucleari.
Ma contemporaneamente è arrivata la notizia che negli impianti di Fukushima si è verificato un imprevisto, che al momento risulta essere stato risolto. Pare che i sistemi di raffreddamento della piscina del combustibile esausto del reattore n. 4 della centrale si siano fermati per oltre 24 ore. La causa, secondo le prime indagini, sarebbe di un possibile difetto a un modulatore di calore dell’impianto. Così la temperatura dell’acqua della piscina era di 31 gradi al momento dello stop, con le stime di aumento medio progressivo di circa 0,26 gradi all’ora, mentre le verifiche effettuate hanno permesso di accertare l’assenza di perdita di materiale radioattivo. Intorno alle ore 13:00 locali (le 6 del mattino in Italia), invece, la temperatura era salita poco sopra i 40 gradi. La Tepco, gestore elettrico dell’impianto, ha dichiarato prima che “ il sistema è ripartito dopo quasi tre ore di lavori”, e poi la stessa società ha ricordato che “ci sono 47 ore per evitare che la temperatura interna dell’acqua raggiunga i 65 gradi, il livello considerato come la soglia massima in linea con i ‘safety standards’”.
Lasciando tuttavia sgomento l’intero Giappone, che vede e vive le conseguenze della tragedia dello scorso anno.