L’Agenzia, a tal proposito, ha recentemente pubblicato le prime elaborazioni dei dati raccolti dalla Rete Regionale di Monitoraggio della Qualità dell’Aria della Regione Toscana nel 2023, analizzando gli inquinanti storicamente più critici, ovvero particolato, biossido di azoto e ozono, per cui si confermano ancora delle criticità in alcune aree della regione, a fronte, però, anche di qualche segnale di miglioramento. La conferenza di questa mattina è stata quindi l’occasione per confrontarsi su queste prime elaborazioni.
Il direttore generale, in apertura del suo intervento, ha ricordato il ruolo dell’Agenzia, che effettua il monitoraggio della qualità dell’aria attraverso la Rete Regionale di Monitoraggio, valida i dati e li rende disponibili in formato open, utilizzabili da chiunque; lo stesso rapporto di Legambiente, Mal’aria, è il frutto della rielaborazione dei dati forniti dalle Agenzie ambientali.
“Il ruolo dell’Agenzia – ha affermato Rubellini – come agenzia tecnico-scientifica, è quello di monitorare la qualità dell’aria con riferimento ai limiti normativi vigenti, diffondere i dati raccolti e validati e metterli a disposizione della società civile e dei decisori politici ed amministratori locali, supportandoli così nell’individuazione delle migliori e più efficaci strategie per migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo. Nel 2023, per alcuni inquinanti, permangono le stesse criticità già osservate negli ultimi anni, ma vediamo anche alcuni miglioramenti che sono, evidentemente, frutto delle diverse iniziative introdotte negli anni passati”.
“Per il futuro – ha proseguito il direttore – si prospetta un’azione più incisiva di monitoraggio da parte dell’Agenzia a causa del cambiamento climatico, che ha effetti – meno evidenti ma altrettanto importanti – sulla matrice l’aria. Il cambiamento climatico ha estremizzato i fenomeni stagionali, ad esempio il regime delle piogge non ha più una distribuzione temporale stagionale, ma è ormai caratterizzata da fenomeni temporaleschi di breve durata, ad alta intensità e molto concentrati. Questo fa venir meno il fenomeno di pulizia dell’aria, il cosiddetto rain-cleaning o rain -washing, dovuto all’assenza di piogge costanti; la mancanza di questo fenomeno, combinata al riscaldamento degli strati superficiali dell’atmosfera ed all’aumento della pressione atmosferica, determinano uno schiacciamento al suolo degli “spessori atmosferici più inquinati” con conseguente peggioramento della qualità dell’aria che respiriamo.”
Il direttore tecnico Marcello Mossa Verre ha quindi tracciato il quadro che emerge dalle prime elaborazioni dei dati raccolti dalla Rete Regionale di Monitoraggio della Qualità dell’Aria.
Particolato PM10 – Il limite relativo al numero massimo (35) di superamenti annuo della media giornaliera di 50 µg/m3 non è stato rispettato in una sola stazione di fondo della Piana lucchese (LU-Capannori), che per il sesto anno consecutivo rappresenta l’unico sito critico a livello regionale per il PM10, superando nel 2023 per 38 volte il limite, numero comunque in calo rispetto al trend degli ultimi tre anni. Il valore limite di 40 µg/m3, relativo alla media annuale, è stato invece ampiamente rispettato in tutte le stazioni della Rete Regionale, come avviene ormai da molti anni. La media complessiva regionale nel 2023 è stata pari a 21 µg/m3, in leggero calo rispetto al 2022, mentre la più elevata (30 µg/m3) è stata registrata presso la stazione di traffico di FI-Gramsci.
Particolato PM2,5 – Il rispetto del limite normativo della media annuale di 25 µg/m3 è stato confermato, consolidando la situazione positiva toscana. La media regionale è stata pari a 13 µg/m3 mentre la media massima, anche nel 2023, come negli ultimi anni, è stata registrata a LU-Capannori con un valore pari a 18 µg/m3, in calo comunque del 10% rispetto al valore registrato nei due anni precedenti. Le stazioni con le medie più elevate sono quelle della zona di PO-PT e della limitrofa Piana lucchese.
Biossido di Azoto – Il valore limite di 40 µg/m3 per la media annuale è stato rispettato in tutte le stazioni della Rete Regionale, eccetto che nella stazione dell’agglomerato di Firenze FI-Gramsci, che per il sesto anno consecutivo rappresenta il solo sito di criticità regionale per il biossido di azoto. La stazione costituisce il sito a maggior volume di traffico della regione e ha registrato una media di 41 µg/m3, confermando il persistere del superamento del limite ma anche il trend decrescente degli ultimi anni. In tutte le altre stazioni della Rete Regionale la media è risultata nettamente inferiore al limite normativo, con media complessiva regionale pari a 16 µg/m3, inferiore del 10% a quella degli ultimi 2 anni. Il limite di 18 superamenti della media oraria di 200 µg/m3 è stato rispettato nel 2023 in tutte le stazioni di Rete Regionale, senza che sia stato registrato alcun episodio di superamento.
Ozono – L’ozono rappresenta il parametro più critico per la nostra regione, come per diverse altre, ed il raggiungimento del valore obiettivo per la protezione della salute risulta ogni anno difficoltoso in una buona porzione del territorio. Nel 2023, tre stazioni su dieci hanno registrato più di 25 superamenti della media mobile di 120 µg/m3: PT-Montale, GR-Maremma e LU-Carignano. Il valore obiettivo per la protezione della salute umana è stato superato presso quattro stazioni: PT-Montale, FI-Signa, FI-Settignano, LU-Carignano. Con la sola eccezione di GR-Maremma, tutte le stazioni hanno registrato nel 2023 un numero di superamenti nettamente inferiore al 2022. Le medie orarie massime registrate nel 2023 sono state per tutte le stazioni inferiori alla soglia di informazione di 180 µg/m3, per cui non si è verificato alcun fenomeno di superamento delle soglie né di attenzione né di allarme.
Per tutti gli altri parametri monitorati nel 2023 dalla Rete Regionale di Monitoraggio della Qualità dell’Aria della Regione Toscana, nei prossimi mesi, sarà disponibile la relazione annuale di approfondimento.