L'aria è un unicum territoriale che viaggia con i venti
di EXDC SIENA
VALDELSA. Da Colle a San Gimignano, passando per Poggibonsi, sono pochi chilometri di strada, ancora meno in linea d’aria. Sempre meno delle dimensioni del comune di Milano da una parte all’altra delle tangenziali. Per il controllo della qualità dell’aria abbiamo una sola centralina di raccolta dati, in Via De Amicis, che per legge deve far fede per tutti. Invece Milano è supercontrollata, per forza, con tutti i suoi milioni di abitanti! Ma così dice la legge e su quella dobbiamo fare affidamento.
Milano è ufficialmente una città fuori legge. in appena un mese e mezzo dall’inizio dell’anno la città ha raggiunto i 35 giorni di sforamenti del Pm10 concessi dall’Unione europea per l’intero anno. Bruxelles ha quindi avviato la procedura d’infrazione con tempi da record. Il presidente della Camera di Commercio milanese, Carlo Sangalli, ha così inquadrato la situazione: “Bisogna uscire dalla logica dell’emergenza e tutti devono unirsi per combattere lo smog”, perché l’inquinamento e il traffico costano 3.500 euro all’anno a ogni impresa, ovvero in totale un miliardo di euro tra ritardi, malattie e giorni di lavoro persi.
Il sindaco Moratti rischia una denuncia penale e si dà alacremente da fare, se non per i suoi concittadini, almeno per salvaguardare la propria fedina penale, che in Italia l’azione penale è obbligatoria. E la Valdelsa?
La Valdelsa senese è una conurbazione di tre cittadine, ma non deve ingannare con il verde che si incontra tra un paese e un altro. L’aria è un unicum territoriale che viaggia con i venti, la pressione atmosferica e le piogge. Riempie la valle e risale sui torrenti che alimentano il corso dell’Elsa fino alla cima delle colline. L’ultima settimana, che per comodità di esposizione va dal 31 gennaio al 7 febbraio 2011 sembrava cominciata bene: lunedì 39 millesimi di millimetro di PM10 appena. Poi la centralina ha sforato: martedì 50 risicata soglia limite, venerdì 56, domenica 65, lunedì 7 altri 55. Se prendiamo i dati dell’anno civile, la Valdelsa è nelle stesse condizioni di Milano, per aver sforato più di 35 giorni il valore massimo consentito di PM10. Non vediamo né leggiamo accorati appelli del sindaco a non usare le automobili, non sentiamo parlare di blocco del traffico, né di Unione Europea che si attiva, in fondo “in provincia” siamo cittadini di serie B, mica milanesi!
Forse è per questo equivoco istituzionale che i cittadini non vedono, non sentono e non parlano? Non abbiamo la densità di vetture che circola nella città di Milano, ma abbiamo lo stesso problema di polveri sottili che entrano, ospiti indisturbati, nei nostri polmoni e questo ce lo dice lo Stato italiano attraverso i mezzi messi a disposizione dell’Arpat. Non possiamo dare la colpa all’alta pressione che fa venire il bel tempo, freddino d’accordo ma siamo in inverno, per due settimane di fila. Bisogna riconoscere che c’è un problema e va preso di petto prima che qualcuno ci avverta – domani – delle conseguenze di quello che non faremo oggi.
E soprattutto, scoprire chi, a giorni alterni, inquina la Valdelsa. Non è possibile che il traffico domenicale sia l’unico responsabile degli sforamenti… ma sicuramente qualcuno inquina all’insaputa dei sindaci.
(foto di repertorio)