Le misurazioni Arpat indicano la criticità dell'area, anche se la legge non lo riconosce
di Lexdc
SIENA. La legislazione italiana decide in maniera autonoma e acritica della vita e della salute dei cittadini. A Firenze la qualità dell’aria, sul finire del dicembre 2012, si era fatta talmente pessima che, come prescritto dalla legge, sono scattate le ordinanze di divieto sia per quanto riguarda i blocchi alla circolazione dei veicoli più inquinanti, sia per quanto riguarda per le limitazioni agli impianti termici di riscaldamento. Dal primo gennaio, contrordine. A Firenze gli automobilisti sono tornati tutti liberamente a circolare. Non sono più in vigore i provvedimenti contro l’inquinamento da Pm10. La legge nazionale, infatti, prevede che il conteggio dei giorni di superamento del limite delle “polveri sottili” nell’aria abbia cadenza annuale: il 31 dicembre si è concluso quello del 2012 e il 1° gennaio è iniziato quello del 2013, ripartendo da zero. Ridicolo? Eppure è così: un area ammalata di inquinamento si è risvegliata il giorno dopo “sana” per legge vanificando un anno di controlli sulla qualità dell’aria che impegnano personale di Arpat inutilmente. Come a Siena: nel 2012 la centralina posta in località due Ponti ha sforato per ben 33 volte IL LIMITE MASSIMO CONSENTITO DALLA LEGGE. Il Commissario Laudanna non è intervenuto, come i sindaci che l’hanno preceduto, per la verità orgogliosamente inerti e indifferenti, perché la legge prescrive che i superamenti debbano essere 35 per esser costretti a fare qualcosa. Ora nei primi sette giorni di gennaio la centralina posta quasi di fronte il deposito del TraIn ha registrato tre sforamenti: il primo, il quattro, il sette. Per anno civile, come prescrive la legge, gli sforamenti sono tre e quindi la qualità dell’aria ai Due Ponti è buona. Per l’anno solare, ovvero per gli ultimi 365 giorni, siamo a 36 sforamenti: blocco del traffico e limitazioni al riscaldamento delle case (poco, nell’area) dovrebbero scattare automatici, con il prefetto a controllare. Chissà se il PM 10 si rende conto di quando è dannoso alla salute di chi vive e lavora nell’area, a cominciare dai dipendenti Tiemme, visto che probabilmente il 90% delle emissioni viene dal loro posto di lavoro, solo quando lo dice la legge!