In Toscana migliorano i dati sul alberi e verde urbano ma peggiorano quelli sul consumo del suolo. Asfaltata dal 2006 un’area grande come 6.300 campi da calcio
TOSCANA. Più alberi, più verde e meno cemento. E’ l’equazione “salva città” che può difenderci dagli effetti sempre più devastanti dell’emergenza climatica e dell’inquinamento dell’aria che attanagliano i centri abitati mettendo a rischio la nostra salute. Un’equazione che in Toscana siamo stati capaci di applicare solo in parte. A dirlo sono i numeri. Negli ultimi anni è cresciuto il rapporto alberi-cittadini (20,8 ogni 100 abitanti a dispetto dei 19,9 di un anno prima) così come il verde urbano a disposizione (24,6 metri quadrati a testa rispetto ai 23,3 di cinque anni fa) ma è cresciuto contestualmente il suolo consumato per realizzare nuove costruzioni, capannoni, strade (+ 4.400 ettari in quindici anni). A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dell’elaborazione dei Istat sul verde urbano che evidenziano un cambio di rotta di tutte le città capoluogo.
“Gli sforzi e gli investimenti sul fronte della riforestazione urbana e della creazione di polmoni verdi nelle città che hanno tra i loro benefici quello di mitigare le ondate di calore che trasformano i centri urbani in forni si scontrano con l’avanzare della cementificazione selvaggia che viaggia purtroppo a ritmi insostenibili. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Il nostro futuro dipende dalla nostra volontà e dal nostro impegno nel mettere in pratica un’equazione tanto semplice quanto efficace ripensando lo sviluppo delle nostre città, favorendo la diffusione del verde pubblico e privato e scegliendo specie arboree in grado aiutarci a difenderci dalle nuove condizioni climatiche. Il successo dell’equazione non può prescindere da una netta inversione di tendenza nei confronti dell’urbanizzazione approvando, per esempio, quel disegno di legge sul consumo di suolo finito nel labirinto delle aule-parlamentari”.
In Toscana, secondo l’analisi di Coldiretti, la sensibilità delle istituzioni e dei cittadini, sulla forte spinta anche delle risorse del PNRR e degli impegni europei sulla riforestazione urbana, ha migliorato molto il quadro generale nei nostri capoluoghi dove nelle aree urbane sono censiti 251 mila alberi con Arezzo che si conferma la città con il rapporto alberi-residenti tra i più alti in Italia ed il più alto della Toscana con 42 piante ogni 100 cittadini seguita al secondo posto da Siena (29 ogni 100 abitanti) e al terzo Massa (24,1). Poi Grosseto (21,7) e Pisa (21,7), Firenze (20,6), Prato (14,3), Livorno (14,3), Pistoia (13,8) e Lucca (6,8). Un trend positivo che trova riscontro nella creazione di nuove aree verdi anche se il dato medio nazionale è ancora molto distante (32,8 metri quadrati per abitante). In cinque anni il verde a disposizione di ogni singolo cittadino è passato da 23,36 metri quadrati agli attuali 24,6 metri quadrati con un balzo di oltre il 5%. L’equazione si “inceppa” però analizzando i dati sul consumo di suolo. Tra il 2006 ed il 2022 è stata “asfaltata” un’area grande come quasi 6.300 campi da calcio con il cemento che si è divorato quasi 142 mila ettari, pari al 6,17% della superficie regionale.
Tutto questo in un contesto scientifico che ha universalmente acclarato che la presenza di aree verdi – spiega Coldiretti Toscana – siano un baluardo contro il caldo, considerando che un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone dove non ci sono piante o ombreggiature verdi. Gli alberi mangiano lo smog, sono filtri naturali, riducono il rischio di allagamenti e frane e rinfrescano gli ambienti in cui si trovano grazie sia all’ombreggiatura che creano e sia alla traspirazione e fotosintesi del fogliame diventando dei grandi condizionatori naturali: un’area verde urbana di 1.500 metri quadrati raffredda in media 1,5 gradi e propaga i suoi positivi effetti a decine di metri di distanza. Secondo Coldiretti Toscana la valorizzazione del ruolo verde a tutela della salute dei cittadini rappresenta una opportunità per promuovere un settore cardine dell’economia agricola come il florovivaismo che può contare su oltre 3 mila imprese specializzate. “Le imprese florovivaistiche toscane sono leader a livello mondiale – conclude la presidente Cesani – ed hanno la conoscenza e le competenze per sostenere e consigliare le istituzioni ed i cittadini nei percorsi di adattamento delle città e degli ambienti urbani al nuovo scenario climatico creando le condizioni indispensabili per migliorare la qualità della nostra vita e difendere le categorie più fragili come gli anziani ed i bambini dal caldo e dagli eventi estremi che con sempre più frequenza si abbattono su di noi”.
Per informazioni www.toscana.