SIENA. Sul progetto dell’impianto geotermico di tipo binario proposto da Sorgenia ad Abbadia SAN Salvatore e sulle centrali ENEL presenti, il Partito Comunista ribadisce con forza la propria contrarietà. Dal lato sanitario lo studio InVETTA ha riscontrato che – essendo l’acido solfidrico (H2S) l’inquinante più rappresentativo dell’attività geotermica (nelle centrali tradizionali e future) – per la diffusa presenza del metallo tallio (TI) è stato evidenziato un forte aumento dei livelli urinari associato appunto all’aumento delle concentrazioni in aria di H2S ed anche al diminuire delle distanze delle residenze dei soggetti arruolati nello studio dalla centrale geotermica di riferimento: infatti, tra tutti i metalli analizzati da InVETTA, per il tallio è stata osservata la quota più alta di campioni nelle urine eccedenti il 95% percentile della popolazione italiana di riferimento. Il tallio preoccupa perché è un inquinante ancora poco studiato: l’esposizione prolungata nel tempo – seppur a bassissime concentrazioni – al tallio (cd. “esposizione cronica”, proprio come quella di cui si tratta) provoca sensazioni di paralisi, cefalea, insonnia, ansia, depressione, disfunzioni della tiroide. Vieppiù, tale metallo attraversa la barriera emato-encefalica,quella placentare e si ritrova anche nel latte materno. Dall’indagine InVETTA si segnalano – rispetto ai livelli urinari di tallio – incrementi percentuali di rischio statisticamente significativi sia per infertilità maschile (+ 47,7%) che per aborto spontaneo (+ 19,9%). Inoltre, l’aumento dei livelli urinari di tallio è associato ad incrementi di rischio per endometriosi e basso peso alla nascita. Invece, siamo favorevoli all’espansione dell’utilizzo della geotermia a bassa entalpia, cioè alla massima diffusione di piccoli impianti che impiegano il calore proveniente da limitate profondità (poche centinaia di metri): si tratta di “pompe di calore geotermiche” al servizio di case singole, plurifamiliari, condomini, anche al di là della permanenza o meno della maxi detrazione del 110%: in primis, si eviterebbero speculazioni e ricerca di profitti – con conseguenti danni alla salute ed all’ambiente/territorio – legati all’esercizio di grandi centrali ad alta/media entalpia come quella in oggetto, che proliferano solo per business. In secundis, si potrebbero creare opportunità di lavoro nel territorio, con cooperative appunto di lavoratori che – supportati evidentemente da tecnici abilitati ad asseverare detti tipi di interventi – potrebbero far fronte a necessità occupazionali: un esempio sono le comunità energetiche, sotto forma sia di gruppi di auto-consumatori di questa energia rinnovabile – che agiscono collettivamente – sia di comunità di energia rinnovabile strutturate come soggetto giuridico.
Lavoreremo per portare avanti il nostro progetto, augurandosi che venga spostato da tutti coloro che hanno a cuore la salute dei cittadini e l’ambiente.
Per il Partito Comunista: Marco RIzzo, Emanuele Dessì, Fausto Tenti, Nicola Bettollini