I guai che l
di LEXDC SIENA
SIENA. E’ un febbraio nero per i nuclearisti italiani, per i guai che l’atomo sta provocando in diverse parti del mondo.Mentre il ministro dello sviluppo economico tace insieme alla Sogin sulla lista “segreta” dei 52 siti nucleari italiani, Chianti e maremma compresi, un consigliere regionale lombardo IDV Gabriele Sola si chiede: “I cittadini lombardi hanno scoperto per caso che l’aeroporto bergamasco di Orio al Serio vede transitare enormi quantità di materiale radioattivo. Non vorremmo mai dover scoprire, altrettanto fortuitamente, che sulle nostre autostrade o ferrovie viaggiano scorie nucleari, né venire informati dalla sera alla mattina in merito alla presenza di siti per lo stoccaggio nella nostra regione”, evocando le promesse di Formigoni sulla autosufficienza energetica lombarda.
In Giappone, ritardi nella costruzione della centrale nucleare di Shimane, che non è nuova ad incidenti: nel 2010 il reattore 1 venne messo offline causa di controlli difettosi, quando si scoprì che alcune ispezioni alle attrezzature della centrale non erano state condotte correttamente. Stavolta sarebbe saltato il meccanismo di controllo delle barre di inserimento, per cui l’apertura della centrale verrà ancora una volta posticipata, aumentandone i costi di cifre astronomiche, di molti mesi. E’ noto che il costo del kilowtt prodotto da una centrale dipende moltissimo dai costi di costruzione dell’impianto, ed è per questo che non esistono dati certi sul costo di produzione dell’energia elettrica ricavata dal nucleare.
Greenreport invece ci fa sapere che i primi giorni di febbraio è stato stabilito un record per il numero di arresti di emergenza e riparazioni non programmate nei reattori nucleari della Russia: cinque incidenti “scrams and load reduction” in soli undici giorni. Secondo l’Ong norvegese/russa Bellona «L’industria energetica nucleare russa sta dimostrando una notevole inaffidabilità nel fare ciò che ci si aspetta da lei: fornire un approvvigionamento costante di energia. Le autorità nucleari, nel frattempo, continuano a far finta che non stia accadendo nulla di significativo». Già la scorsa estate gli incendi nella pianura russa avevano interessato gli impianti atomici civili e militari, con la significativa comparsa del nuovo fenomeno “il combinato CO2 + radiazioni nucleari” che l’oscuramento totale dell’informazion e intorno la metà dell’agosto rese sconosciuto al mondo.
In Francia, dove a Flamanville è in costruzione, con ampio ritardo naturalmente per i soliti problemi di progettazione e sicurezza la centrale nucleare prototipo di quelle che berlusconi vorrebbe realizzare in Italia, Réseau “Sortir du nucléaire” lancia un nuovo allarme e chiede all’Asn (Autorità per la Sicurezza Nazionale) di svolgere il suo ruolo e di esigere da Edf il fermo di 34 reattori nucleari francesi che avrebbero una serie inquietante di “anomalie”.Le centrali nucleari interessate sono: Blayais (Gironde), Bugey (Ain), Chinon (Indre-et-Loire), Cruas (Ardèche), Dampierre (Loiret), Fessenheim (Haut-Rhin), Gravelines (Nord), Saint-Laurent de s Eaux (Loir-et-Cher), Tricastin (Drôme). Secondo la rete antinucleare francese «La notizia è rimasta discretamente nascosta sul fondo del sito dell’Autorité de Sûreté Nucléaire (Asn): in seguito a recenti studi, Edf ha “scoperto” una inquietante “anomalia” di serie in 34 dei suoi reattori. In tutti i reattori da 900 MW, in caso di fuga importante dal circuito primario, il circuito di iniezione dell’acqua di sicurezza potrebbe rivelarsi incapace di impedire la fusione del nocciolo». L’Asn ha quindi avvertito che «In situazione accidentale, per alcuni livelli di pressione del circuito primario principale, l’iniezione di sicurezza ad altra pressione potrebbe non permettere di raffreddare sufficientemente il cuore del reattore». Il sistema di iniezione dell’acqua di sicurezza è il solo dispositivo che permette di ritardare una fusione del nocciolo nucleare durante una fuga d’acqua importante dal circuito primario.
Infine ecco le novità da India e Finlandia. L’impianto nucleare di Jaitapur, di costruzione francese, è un disastro annunciato, che mette a repentaglio la biodiversità ed i mezzi di sussistenza locali. Il “rinascimento nucleare” globale propagandato da un decennio non si è materializzato, in compenso si progettano 16 reattori nucleari che sconvolgeranno l’habitat della West Coast indiana, esempio mondiale della biodiversità. L’industria nucleare Usa resta tuttavia affamata di ordini di nuovi reattori dal 1973 e il primo reattore dell’Europa occidentale dopo Chernobyl (1986) è in guai seri in Finlandia: 42 mesi di ritardo, il 90% di over budget ed un amaro contenzioso. Ma l’India, come si vorrebbe in Italia, nonostante le cattive notizie per l’atomo, sta andando avanti per creare un artificioso rinascimento nucleare, per quadruplicare l a sua capacità nucleare entro il 2020 e per poi triplicarla entro il 2030 e sta pompando miliardi nell’importazione di reattori da Francia, Russia e America e nelle conseguenti sovvenzioni alla nazionale Nuclear power corporation of India (Npcil).