Le lobby tornano in azione nonostante l'energia non sia sicura e conveniente
di Lexdc
SIENA. Energia nucleare: mai abbassare la guardia, gli interessi economici che la lobby del nucleare è in grado di muovere sono immensi e, nonostante le sonore bocciature popolari che l’uso dell’atomo per produrre energia elettrica trova in ogni angolo del mondo o quasi, si ritorna sempre punto e a capo.
In questi giorni le elezioni giapponesi hanno riportato al governo il partito liberaldemocratico, e subito il nuovo/vecchio primo ministro Shizo Abe, già disastrosamente al governo nel 2006-07, ha dichiarato che ritornerà indietro sulle decisioni prese nel suo paese all’indomani del disastro di Fukushima. Subito in borsa sono risalite le quotazioni del settore energetico, ignorando completamente l’opinione della società civile.
E continuano a venir fuori le bugie sul “costo” del nucleare. Sulla costruzione della centrale finlandese di Olkiluoto, costruita con la tecnologia Epr che Berlusconi, l’Enel e Areva volevano sperimentare in Italia, l’amministratore delegato di Areva, Luc Oursel, ha reso noto la settimana scorsa che il costo della centrale è lievitato negli anni da 3,2 miliardi nel 2005 a oltre 8 miliardi. Inoltre benché fosse prevista l’entrata in esercizio nel 2009 non si stima che riuscirà a entrare in servizio solo nel prossimo anno. Un flop industriale gigantesco che pagheranno i contribuenti finlandesi con l’aggravio delle bollette energetiche. Nel frattempo il partner Siemens si è eclissato. L’altra centrale di Flamanville è in una situazione simile, tanto che enel è uscita recentemente dal consorzio con Areva, proprio per la moltiplicazione dei costi di realizzazione dell’impianto. Costi che si rifletteranno negativamente sulle bollette, visto che il conto è sempre a carico del cliente. Secondo Greenpeace “l’energia nucleare che verrà qui prodotta sarà più cara di quella generata dalle centrali eoliche. L’organizzazione stima infatti un costo di produzione dell’Epr di 100 euro contro 82 per MWh per l’energia eolica onshore (feed-in tariff)”. Molto più di quanto previsto a inizio 2012 dalla Corte dei conti francese, che aveva stimato un costo di erogato (futuro) di Flamanville tra 70 e 90 euro per MWh. Tuttavia, non sapendo Oursel quanto effettivamente sarà costata la centrale, anche queste stime possono essere solo palliative. Eppure, nel 2008 i dati errati forniti da Areva avevano fatto scrivere alla stessa Corte dei Conti che il costo totale si sarebbe aggirato su 55 euro a MWh, sulla base di un costo di costruzione di 4 miliardi di euro, mentre ora si pensa che si arriverà ad otto.
Areva sta cercando di vendere centrali chiavi in mano in giro per il mondo. Dopo i due altri reattori dello stesso tipo in costruzione a Taishan, in Cina, per la Cina Guangdong Nuclear Power Holding Corp., sono previste altre commesse in Gran Bretagna, Cina e India, dove Areva è l’unica a presentarsi per questo tipo di tecnologia. In più si vorrebbero iscrivere al nucleare civile anche Polonia, Arabia Saudita, Sud Africa, Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Repubblica Ceca; ma le incertezze su costi, risultati e sicurezza hanno dilatato molto i tempi decisionali.