A Fukushima sempre peggio, in Italia radiattività stabile
di LEXDC
SIENA. Sono sempre più chiare le conseguenze nefaste del collasso della centrale nucleare di Fukushima, a seguito di un combinato terremoto/tsunami che, a detta degli esperti giapponesi, è stato peggiore di quanto l’uomo potesse immaginare. Evidentemente siamo in anni caratterizzati da fenomeni naturali estremi: per quello che riguarda l’ambiente il combinato incendi/radioattività innescato nell’estate russa – un agosto 2010 di cui non sappiamo più niente, ma che prima o poi saremo chiamati a condividere le conseguenze – è un altro esempio di imprevedibilità della natura che dovrebbe far riflettere i governanti che si imbarcano in imprese incontrollabili.
Il governo italiano, che ben si distingue per approssimazione, gioca in Parlamento la carta del voto di fiducia per inventare un pastrocchio legislativo che disinneschi la mina vagante dei Referendum, a pochi giorni dal voto, temendo il responso popolare negativo per la lobby degli affari nucleari: in questi giorni all’assemblea degli azionisti Enel è venuta fuori la notizia che il colosso dell’energia italiana sta finanziando la costruzione di una centrale nucleare (Baltic Npp) a Kaliningrad, nell’enclave russa tra Polonia e Lituania. Un sondaggio svolto nella regione ha dimostrato che il 67% della popolazione è contraria a questa costruzione perché la produzione verrà venduta e inviata all’estero, mentre tutti i rischi nucleari e lo smaltimento delle scorie radioattive saranno a carico degli abitanti dell’antica città teutonica di Koenigsberg, dove visse Immanuel Kant, e dei loro ostili confinanti lituani e polacchi.
A causa degli errori umani e della disgrazia naturale, nella centrale nucleare giapponese è avvenuta la parziale fusione dei reattori 1, 2 e 3. Sta collassando anche la piscina del reattore 4. Tutto è talmente evidente che la Tepco e il governo nipponico non possono più nasconderlo come hanno fatto per mesi, grazie anche a una serie di foto che la compagnia elettrica ha dovuto far conoscere al mondo intero. Noi lo abbiamo denunciato SENZA NEMMENO ANDARE A VEDERE SUL POSTO, tanto la cosa, per chi ha un po’ di conoscenze nel campo, era così fin dal principio. Ci hanno messo tre mesi per farcelo sapere, non è mai troppo tardi. Ma intanto la radioattività si è diffusa nella terra e nel mare, e la mancanza di studi sull’argomento non ci può informare sui rischi nel lungo periodo che le conseguenze si manifestino anche da noi, che siamo dall’altra parte dell’emisfero boreale. Sembra che a livello mondiale, escludendo la Francia che ha interessi economici fortissimi sul nucleare, i paesi abbiano capito che con le misure di sicurezza previste per le centrali atomiche non hanno capito nulla, e che tutto sia da riscrivere e da controllare, compresi gli attentati modello 11 settembre (ci sono in giro pazzi che vorrebbero la fine del genere umano piuttosto che la leadership mondiale degli USA).
L’agenzia italiana ISPRA, che si occupa di monitorare con particolare attenzione lo stato della radioattività nel paese dopo la tragedia nucleare di Fukushima, dichiara che alla data del 19 maggio “I valori riscontrati in Italia sono in generale accordo con quelli rilevati negli altri paesi europei, non hanno alcuna rilevanza dal punto di vista radiologico e sono tali da non costituire alcun rischio di tipo sanitario”.