Interessante seminario universitario in vista dei referendum
di Umberto De Santis
SIENA. Si è svolto ieri (25 maggio) all’Università di Siena, nell’aula magna della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, un Seminario aperto al pubblico sul tema “Nucleare e problematiche energetiche”. Il cittadinoonline era presente e vi possiamo raccontare di due interessanti interventi che avrebbero meritato un pubblico più variegato e non solo i giovani universitari presenti, per la chiarezza di esposizione e la profondità dei temi svolti dei due relatori.
Il professor Riccardo Basosi, docente di Chimica Fisica della facoltà di Scienze, per primo, ci ha spiegato come l’uso della tecnologia nucleare per produrre energia elettrica non sia conveniente né dal punto di vista economico, né dal punto di vista energetico, e come le problematiche legate alle “scorie radioattive” e alla sicurezza degli impianti siano ancora completamente irrisolte. Ci ha altresì spiegato come il nostro Paese sia abbondantemente autosufficiente in tema di energia elettrica tanto da poter ragionare con tranquillità sul futuro.
Il professor Furio Pacini, docente di Endocrinologia della facoltà di Medicina e chirurgia, ci ha raccontato di un suo lavoro enorme fatto per la Comunità Europea che ha analizzato le conseguenze sanitarie sulla popolazione dell’incidente nucleare di Chernobyl, comunque limitate nel tempo a poche centinaia di persone, invitandoci a fare una scelta sul nucleare basata sulla ragione e non sull’emotività conseguente ai fatti accaduti a Fukushima.
Gli interventi della discussione seguente vertevano molto sulla carenza di informazione. Sembra strano, nell’era di internet e della comunicazione globale, che ci sia difficoltà ad avere una corretta e completa informazione. Spesso abbiamo scoperto come i vari governanti arrivino a dirci cose gravi con leggerezza e trasandatezza mediatica, con comunicati che lasciano tra le righe i problemi ma esprimono rassicurazione ad uso e consumo del “popolo bue”. Come ad esempio l’informazione sulle centrali nucleari scelte dal governo italiano. Chiamate di terza generazione, con una tecnologia all’avanguardia per la sicurezza, come disse a suo tempo il Presidente del Consiglio Berlusconi e certificò, con ampia informazione televisiva, il Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo all’atto della visita alla costruenda centrale atomica di Flamanville, in Francia. Omettendo di dire, come sarebbe stato corretto, che con quella tecnologia EPR non solo nel 2010 ma anche oggi non esiste centrale funzionante nel mondo. Flamanville come l’Italia, un esperimento teoricamente possibile nel giardino di casa vostra.
Forse siamo stanchi di fare le cavie.