AMIATA. Il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (COSVIG), che riceve per i suoi servizi e prestazioni oltre 10 milioni di euro l’anno, ha pubblicato sul suo sito il 31.1.2020 un articolo sul tema delle emissioni geotermiche delle centrali ENEL in cui lamenta un dibattito pubblico di scarsa qualità che si presta a fraintendimenti. Ad esempio di tale scarsa qualità del dibattito si richiamano i dati prodotti in una pubblicazione della rete NoGESI, che, a differenza di COSVIG, non costa nulla alla collettività, essendo un’associazione ambientalista di volontariato non retribuito.
Per dimostrare la qualità e la serietà del suo lavoro COSVIG pubblica un confronto di dati sulle emissioni in atmosfera che però non sono stati calcolati sulla base della stessa quantità di energia prodotta. Mentre la prima colonna di dati pubblicati da COSVIG, che sarebbero stati calcolati da ricercatori illustri della Università di Siena, sono relativi alle emissioni di inquinanti sulla base dell’energia netta prodotta nel 2018 dalle centrali dell’Enel, per i dati della seconda colonna, pubblicati da NoGESI, non si precisa che sono stati invece calcolati sulla base dell’energia totale prodotta nel 2018 dalle stesse centrali e non su quella netta.
E’ corretto confrontare dati calcolati su una base differente?
Se una parte di energia non viene immessa in rete perché consumata all’interno dell’impianto, è corretto ritenere che tale parte consumata sia stata prodotta in centrale senza alcuna emissione all’esterno? Lo chiediamo ai lettori piuttosto che agli esperti e ricercatori.
I nostri dati sulle emissioni sono quindi corretti e non sovrastimati, come hanno scritto.
Ma anche ammesso che quelli prodotti dagli studiosi dell’Università di Siena e fatti propri dal COSVIG siano attendibili, sono le quantità di sostanze cancerogene e climalteranti emesse che ci fa riflettere sulle loro capacità di contribuire ad un pubblico dibattito di qualità.
Perché sono i 2,5 milioni di tonnellate di CO2 e le 31 mila tonnellate di metano emessi in un anno che confermano il carattere climalterante di tali centrali al pari delle centrali a combustibili fossili, quindi non meritevoli di contributi pubblici.
In più i 240 kg di arsenico e i 1.850 kg di mercurio, entrambi cancerogeni ed emessi dalle centrali ENEL, insieme all’ammoniaca ed alla emissione diretta in atmosfera di polveri sottili PM10 e PM2,5 ed ultra-sottili, che non vengono misurate da ARPAT e che quindi non compaiono nelle tabelle.
Ma il colmo è dato dalla critica finale che ci viene mossa: le nostre valutazioni sulla insostenibilità delle centrali ENEL sarebbero fatte “senza alcun tipo di correlazione con la natura degli impatti potenziali e/o contestualizzazione rispetto al sistema analizzato”. Sembra che gli illustri ricercatori dell’Università di Siena non conoscano gli studi sugli impatti sulla salute della popolazione che altri scienziati hanno prodotto in questi anni, mettendo in correlazione le concentrazioni di inquinanti emessi anche dalle centrali geotermiche con gli eccessi di mortalità registrati nei comuni geotermici rispetto ai dati attesi, a partire dallo studio Epidemiologico a cura della Fondazione Monasterio (2010) per arrivare allo studio InVetta in corso.
L’eccesso di mortalità nell’area Sud amiatina, per i maschi e per tutte le cause di morte (pag. 82 dello studio del 2010), è molto simile sia rispetto all’area di riferimento locale (+13,1%), scelta sulla base di caratteri di omogeneità socio economica, sia rispetto all’intera Regione Toscana (+13,7%). In particolare si segnala l’Allegato 6 dello Studio “Risultati statisticamente significativi delle analisi di correlazione geografica tra dati ambientali e dati sanitari”. In questa sezione i comuni geotermici sono stati aggregati in relazione alla concentrazione crescente di inquinanti nella matrice aria, acqua e suolo. Ne sono analizzati gli andamenti sanitari, riportando le patologie certamente associate all’inquinante. Sono state così individuate 54 relazioni, statisticamente significative, tra incrementi di malattie e concentrazioni crescenti di diversi inquinanti prodotti anche dalle centrali geotermiche.
Evidentemente i ricercatori dell’Università di Siena e COSVIG fanno riferimento ad altri impatti.