No a permessi di sfruttamento flash e con impianti binari obsoleti
AMIATA. (f. p.) Muove dalle conclusioni di diversi rappresentanti della comunità scientifica ma verte anche sulla necessità di scelte più prettamente politiche e amministrative la richiesta al governo della Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica (formata da associazioni e comitati sparsi in tutto lo stivale ma con una presenza più concentrata in Lazio, Sardegna, Toscana e Umbria) di “moratoria delle procedure in atto relative a permessi di sfruttamento geotermico “flash”, di impianti binari non innovativi, (soprattutto) quelli definiti “pilota” di cui al D. Lgs.11 febbraio 2010, n. 22 e ss. mm. e ii., di richiesta di riduzione/annullamento degli incentivi alla geotermia elettrica di cui al D.M. 6.07.2012, di avvio di un piano nazionale di identificazione delle aree eventualmente suscettibili, in accordo con i territori, nonché di apertura di un tavolo tecnico di confronto con il Governo e le Regioni interessate”.
Secondo la rete mentre “autorevoli scienziati a livello nazionale ed internazionale pongono il concreto problema dei danni per la salute, del depauperamento delle risorse idriche, della sismicità indotta ed innescata, della subsidenza ed, in genere, dell’inquinamento ambientale connessi con lo sfruttamento della geotermia per la produzione di energia elettrica … il principale problema da affrontare in Italia è quello dell’esistenza di un dogma culturale, dovuto a scarsa conoscenza del problema sia nell’opinione pubblica che negli ambienti della pubblica amministrazione: il Dogma della Ecocompatibilità della Geotermia … alimentato dal circuito degli imprenditori geotermici attratti dagli enormi incentivi statali, e fideisticamente accettato da molti ambienti governativi … La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostra invece … (che) la geotermia in generale – e particolarmente in Italia – non è né pulita, né rinnovabile. Lo sfruttamento geotermico può diventare accettabile unicamente a determinate condizioni, che dipendono dalle specificità dei territori e dalle tecnologie impiegate … Come sostenuto dai professori Basosi e Bravi … in alcuni casi l’impatto della produzione di elettricità da geotermia è perfino maggiore di quello della produzione di elettricità da combustibili fossili … mentre le nuove tecnologie a “ciclo binario” a media entalpia (soprattutto quelli definiti “impianti pilota”) in itinere di approvazione in molte regioni del Paese (e segnatamente in Umbria, Lazio, Toscana e Sardegna) pur evitando l’emissione di veleni nell’aria, presentano numerose criticità, tra cui: seri rischi di sismicità indotta nelle zone ad alta sismicità naturale … e di inquinamento dei bacini idropotabili, in particolare da arsenico, in territori che già sono al limite, se non al di sopra, dei valori ammessi; possibili fenomeni di subsidenza dei terreni; rendimenti molto bassi, a fronte di enormi incentivi governativi; forti impatti negativi sul territorio, sulle economie locali e sul paesaggio di zone di alto pregio con vocazione turistica e agricola; l’impiego di pochissimo personale mettendo a rischio altre attività produttive che impiegano invece molti più addetti; libero afflusso nel settore di società improvvisate, soprattutto interessate a lucrare sugli incentivi e prive di seri requisiti per occuparsi di impianti con notevoli tassi di rischio; libero afflusso nel settore di società con capitali da investire, disinteressate al bene comune ma interessate al riciclaggio del denaro oppure ad investimenti sicuri per anni, da utilizzare nei mercati finanziari mondiali; eccessiva facilità nelle procedure di autorizzazione di ricerca e di impianti geotermici, stanti le attuali insufficienti normative; forte attivazione delle attività di lobbying politico per garantire permessi di ricerca e sfruttamento anche dove ciò presenta dei seri rischi; casi di evidente e forte conflitto di interessi, con funzionari operanti sia per conto delle società private richiedenti che per gli organi addetti alle procedure autorizzative del MISE o del Ministero dell’Ambiente; crescente preoccupazione delle popolazioni, che non si sentono affatto tranquillizzate da un quadro di questo tipo, nel quale – in assenza di salvaguardie – si sta sviluppando una sorta di corsa all’oro degli incentivi, senza adeguate informazioni, condivisioni e predisposizioni cautelari. La valutazione di questa serie di problemi non può essere lasciata ai centri di ricerca ed ai tecnici che lavorano per le società che fanno impianti geotermici. Troppo forti sono le attese e gli appetiti generati da incentivi governativi altissimi. Occorre che lo Stato riprenda in modo sostanziale e non solo formale la propria funzione di salvaguardia di tutti gli interessi in gioco, primo fra tutti quello delle popolazioni coinvolte. Non si può portare avanti un piano di espansione della geotermia che appare procedere in modo frettoloso, improvvisato e per giunta a dispetto delle popolazioni locali. Laddove la geotermia è praticabile e sostenibile, occorre fornire ai cittadini proposte valide, mostrare con sincerità ed onestà i problemi e convincerle nei vantaggi di queste tecnologie. Per averne il consenso. Non ci si può basare solo sul consenso di strutture politiche spesso troppo sensibili al lavoro lobbistico delle imprese. Molte le pressioni per procedere di corsa con questo piano, ma non c’è alcuna fretta, per i seguenti motivi: il Paese ha già ampiamente raggiunto gli obiettivi previsti di produzione di energie rinnovabili; le capacità di produzione elettrica italiane sono elevatissime, con grandi impianti costretti a rimanere spenti per mancanza di domanda … Il modo di procedere attuale porta invece allo scontro con le opinioni pubbliche locali, ad impianti affidati frettolosamente a società inesperte, ad un elevato rischio di incidenti … Poiché diverse procedure autorizzative sono in corso occorre che il Governo ponga mano con urgenza al settore per bloccare questa deriva. A livello di Unione Europea è in corso un progetto denominato Geiser, che ha coinvolto scienziati di tutto il mondo, per l’identificazione di “linee guida” nel settore dello sfruttamento geotermico. Un’intensa attività di ricerca e di consultazione è ormai giunta alle fasi finali e nei prossimi mesi dovrebbe essere emanata una normativa europea con le previste linee guida. Vista la carenza normativa italiana e le forti preoccupazioni, si ritiene auspicabile evitare ogni irragionevole fretta ed attendere le linee guida frutto di un intenso lavoro di studio. E nel frattempo porre in atto una serie di passi ormai diventati urgenti e già praticati nelle legislazioni più avanzate nel resto del mondo: una nuova normativa, sia a livello nazionale che regionale, che pianifichi le aree di sfruttamento geotermico e definisca le zone a rischio nelle quali questo sfruttamento non può avvenire, ispirandosi ad un sostanziale e rigoroso principio di precauzione; un intervento ormai non più procrastinabile di riduzione/annullamento degli eccessivi incentivi alla geotermia elettrica, tenendo conto che essa è stata irragionevolmente considerata una energia rinnovabile o non esauribile ; … più stringenti normative per la definizione dei soggetti dotati delle necessarie risorse e competenze per operare nel campo geotermico; trivellazioni profonde in zone spesso instabili e poco conosciute, richiedono altissime competenze e notevoli esperienze, e grandi e comprovate capacità di intervento finanziario e tecnico in caso di incidenti; … maggiori salvaguardie per impedire i ripetuti e inaccettabili conflitti di interessi … introduzione di procedure di maggiore coinvolgimento delle popolazioni in tutte le fasi autorizzative, ivi incluse le fasi preliminari, nel pieno rispetto della Convenzione di Aarhus, recepita con l’art.6 della Direttiva 2011/92/UE dalla Unione Europea (e ratificata in Italia con legge n. 108 del 16.03.2001) che prevede che il pubblico debba essere informato “in una fase precoce delle procedure decisionali in materiale ambientale” e ben prima che sul progetto si pronunci l’amministrazione pubblica”. Nelle more della predisposizione di più adeguate normative e dell’emanazione delle linee guida europee, la rete nazionale NO Geotermia Elettrica richiede pertanto il provvedimento di moratoria sospensivo di tutte le procedure in atto sopra ricordate, “in attesa di disporre di un quadro normativo maggiormente idoneo alla salvaguardia delle popolazioni e dell’ambiente, che consenta di ripensare l’economicità del piano di sviluppo geotermico; valutare in modo più approfondito e sistematico le criticità e gli impatti delle varie tecnologie ed adeguare la normativa in modo conseguente; mappare il territorio nazionale decidendo le zone di esclusione, dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque si presentano come fortemente impattanti e non sostenibili. Per impedire che la Geotermia, invece che rappresentare una risorsa, diventi un grave, ulteriore problema. Si avanza altresì la richiesta della apertura, sui molteplici aspetti della tematica, di un TAVOLO TECNICO con il Governo e le Regioni interessate. Proponiamo che a tale tavolo partecipino per conto della scrivente Rete esperti sulle materie di cui trattasi ed esponenti del mondo scientifico “preoccupati” per lo sviluppo che la geotermia sta avendo nel nostro Paese. Va da sé che in mancanza di un serio interesse del Governo e delle Regioni … al dialogo con gli amministratori locali e le popolazioni coinvolte nei progetto geotermici la tematica continuerà a produrre ed ampliare estesi conflitti sociali”
Secondo la rete mentre “autorevoli scienziati a livello nazionale ed internazionale pongono il concreto problema dei danni per la salute, del depauperamento delle risorse idriche, della sismicità indotta ed innescata, della subsidenza ed, in genere, dell’inquinamento ambientale connessi con lo sfruttamento della geotermia per la produzione di energia elettrica … il principale problema da affrontare in Italia è quello dell’esistenza di un dogma culturale, dovuto a scarsa conoscenza del problema sia nell’opinione pubblica che negli ambienti della pubblica amministrazione: il Dogma della Ecocompatibilità della Geotermia … alimentato dal circuito degli imprenditori geotermici attratti dagli enormi incentivi statali, e fideisticamente accettato da molti ambienti governativi … La realtà della ricerca scientifica mondiale e delle esperienze sul campo mostra invece … (che) la geotermia in generale – e particolarmente in Italia – non è né pulita, né rinnovabile. Lo sfruttamento geotermico può diventare accettabile unicamente a determinate condizioni, che dipendono dalle specificità dei territori e dalle tecnologie impiegate … Come sostenuto dai professori Basosi e Bravi … in alcuni casi l’impatto della produzione di elettricità da geotermia è perfino maggiore di quello della produzione di elettricità da combustibili fossili … mentre le nuove tecnologie a “ciclo binario” a media entalpia (soprattutto quelli definiti “impianti pilota”) in itinere di approvazione in molte regioni del Paese (e segnatamente in Umbria, Lazio, Toscana e Sardegna) pur evitando l’emissione di veleni nell’aria, presentano numerose criticità, tra cui: seri rischi di sismicità indotta nelle zone ad alta sismicità naturale … e di inquinamento dei bacini idropotabili, in particolare da arsenico, in territori che già sono al limite, se non al di sopra, dei valori ammessi; possibili fenomeni di subsidenza dei terreni; rendimenti molto bassi, a fronte di enormi incentivi governativi; forti impatti negativi sul territorio, sulle economie locali e sul paesaggio di zone di alto pregio con vocazione turistica e agricola; l’impiego di pochissimo personale mettendo a rischio altre attività produttive che impiegano invece molti più addetti; libero afflusso nel settore di società improvvisate, soprattutto interessate a lucrare sugli incentivi e prive di seri requisiti per occuparsi di impianti con notevoli tassi di rischio; libero afflusso nel settore di società con capitali da investire, disinteressate al bene comune ma interessate al riciclaggio del denaro oppure ad investimenti sicuri per anni, da utilizzare nei mercati finanziari mondiali; eccessiva facilità nelle procedure di autorizzazione di ricerca e di impianti geotermici, stanti le attuali insufficienti normative; forte attivazione delle attività di lobbying politico per garantire permessi di ricerca e sfruttamento anche dove ciò presenta dei seri rischi; casi di evidente e forte conflitto di interessi, con funzionari operanti sia per conto delle società private richiedenti che per gli organi addetti alle procedure autorizzative del MISE o del Ministero dell’Ambiente; crescente preoccupazione delle popolazioni, che non si sentono affatto tranquillizzate da un quadro di questo tipo, nel quale – in assenza di salvaguardie – si sta sviluppando una sorta di corsa all’oro degli incentivi, senza adeguate informazioni, condivisioni e predisposizioni cautelari. La valutazione di questa serie di problemi non può essere lasciata ai centri di ricerca ed ai tecnici che lavorano per le società che fanno impianti geotermici. Troppo forti sono le attese e gli appetiti generati da incentivi governativi altissimi. Occorre che lo Stato riprenda in modo sostanziale e non solo formale la propria funzione di salvaguardia di tutti gli interessi in gioco, primo fra tutti quello delle popolazioni coinvolte. Non si può portare avanti un piano di espansione della geotermia che appare procedere in modo frettoloso, improvvisato e per giunta a dispetto delle popolazioni locali. Laddove la geotermia è praticabile e sostenibile, occorre fornire ai cittadini proposte valide, mostrare con sincerità ed onestà i problemi e convincerle nei vantaggi di queste tecnologie. Per averne il consenso. Non ci si può basare solo sul consenso di strutture politiche spesso troppo sensibili al lavoro lobbistico delle imprese. Molte le pressioni per procedere di corsa con questo piano, ma non c’è alcuna fretta, per i seguenti motivi: il Paese ha già ampiamente raggiunto gli obiettivi previsti di produzione di energie rinnovabili; le capacità di produzione elettrica italiane sono elevatissime, con grandi impianti costretti a rimanere spenti per mancanza di domanda … Il modo di procedere attuale porta invece allo scontro con le opinioni pubbliche locali, ad impianti affidati frettolosamente a società inesperte, ad un elevato rischio di incidenti … Poiché diverse procedure autorizzative sono in corso occorre che il Governo ponga mano con urgenza al settore per bloccare questa deriva. A livello di Unione Europea è in corso un progetto denominato Geiser, che ha coinvolto scienziati di tutto il mondo, per l’identificazione di “linee guida” nel settore dello sfruttamento geotermico. Un’intensa attività di ricerca e di consultazione è ormai giunta alle fasi finali e nei prossimi mesi dovrebbe essere emanata una normativa europea con le previste linee guida. Vista la carenza normativa italiana e le forti preoccupazioni, si ritiene auspicabile evitare ogni irragionevole fretta ed attendere le linee guida frutto di un intenso lavoro di studio. E nel frattempo porre in atto una serie di passi ormai diventati urgenti e già praticati nelle legislazioni più avanzate nel resto del mondo: una nuova normativa, sia a livello nazionale che regionale, che pianifichi le aree di sfruttamento geotermico e definisca le zone a rischio nelle quali questo sfruttamento non può avvenire, ispirandosi ad un sostanziale e rigoroso principio di precauzione; un intervento ormai non più procrastinabile di riduzione/annullamento degli eccessivi incentivi alla geotermia elettrica, tenendo conto che essa è stata irragionevolmente considerata una energia rinnovabile o non esauribile ; … più stringenti normative per la definizione dei soggetti dotati delle necessarie risorse e competenze per operare nel campo geotermico; trivellazioni profonde in zone spesso instabili e poco conosciute, richiedono altissime competenze e notevoli esperienze, e grandi e comprovate capacità di intervento finanziario e tecnico in caso di incidenti; … maggiori salvaguardie per impedire i ripetuti e inaccettabili conflitti di interessi … introduzione di procedure di maggiore coinvolgimento delle popolazioni in tutte le fasi autorizzative, ivi incluse le fasi preliminari, nel pieno rispetto della Convenzione di Aarhus, recepita con l’art.6 della Direttiva 2011/92/UE dalla Unione Europea (e ratificata in Italia con legge n. 108 del 16.03.2001) che prevede che il pubblico debba essere informato “in una fase precoce delle procedure decisionali in materiale ambientale” e ben prima che sul progetto si pronunci l’amministrazione pubblica”. Nelle more della predisposizione di più adeguate normative e dell’emanazione delle linee guida europee, la rete nazionale NO Geotermia Elettrica richiede pertanto il provvedimento di moratoria sospensivo di tutte le procedure in atto sopra ricordate, “in attesa di disporre di un quadro normativo maggiormente idoneo alla salvaguardia delle popolazioni e dell’ambiente, che consenta di ripensare l’economicità del piano di sviluppo geotermico; valutare in modo più approfondito e sistematico le criticità e gli impatti delle varie tecnologie ed adeguare la normativa in modo conseguente; mappare il territorio nazionale decidendo le zone di esclusione, dove gli impianti geotermici presentano rischi eccessivi o comunque si presentano come fortemente impattanti e non sostenibili. Per impedire che la Geotermia, invece che rappresentare una risorsa, diventi un grave, ulteriore problema. Si avanza altresì la richiesta della apertura, sui molteplici aspetti della tematica, di un TAVOLO TECNICO con il Governo e le Regioni interessate. Proponiamo che a tale tavolo partecipino per conto della scrivente Rete esperti sulle materie di cui trattasi ed esponenti del mondo scientifico “preoccupati” per lo sviluppo che la geotermia sta avendo nel nostro Paese. Va da sé che in mancanza di un serio interesse del Governo e delle Regioni … al dialogo con gli amministratori locali e le popolazioni coinvolte nei progetto geotermici la tematica continuerà a produrre ed ampliare estesi conflitti sociali”