La mobilitazione è per mantenere un equilibrio tra uomo e natura, in ogni angolo del pianeta
di Fabrizio Pinzuti
L’avidità di pochi contro la sopravvivenza di tutti. Così si giustificano i gridi di allarme e gli appelli che si alzano e si moltiplicano in tutto il mondo perché venga fermato il progetto di una compagnia mineraria che ha ottenuto il permesso per realizzare la prima miniera sul fondo di un oceano, un progetto che secondo alcuni rappresentanti e settori della comunità scientifica, oltre i movimenti ambientalisti, può trasformarsi in un disastro planetario. Già interi ecosistemi sulla terraferma sono stati devastati attraverso trivellazioni e aperture di miniere. Già ora si fa fatica a controllare l’attività mineraria, spesso in mano delle grandi multinazionali. Si provino ad immaginare i possibili danni procurati scavando il fondo del mare, lontano dagli occhi dei cittadini. Sarebbe il colpo di grazia per gli oceani!
Come recita tuttavia il proverbio, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e la buona notizia è che chi ha in mente la realizzazione del progetto fa fatica a trovare i soldi necessari a partire. Con un’ondata internazionale di proteste l’universo dell’ecologia e alcuni movimenti di opinione sono impegnati a far pressione su chi sta pensando di finanziare il progetto e a fermarlo sul nascere e a convincere chi ha potere decisionale a rivedere l’autorizzazione.
Il sito prescelto per la miniera è di fianco a uno dei fondali più incredibili al mondo: un ecosistema al largo della Papua Nuova Guinea dove vive di tutto, dalla barriera corallina agli enormi capodogli. Non risulta che l’azienda che ha ottenuto il permesso abbia mai gestito un progetto di questa portata ed è già in grossa difficoltà finanziaria. È un’impresa rischiosa e per questo si sta da più parti cercando di dare visibilità in tutto il mondo ai grossi dubbi sulla fattibilità economica per metterla più in bilico, fermando il progetto e mandando un messaggio a tutto il settore minerario: giù le mani da inostri oceani! La mobilitazione è per mantenere un equilibrio tra uomo e natura, in ogni angolo del pianeta. Un equilibrio necessario per uno sviluppo sostenibile e indispensabile per la sopravvivenza della nostra specie e di innumerevoli altre. Gli scienziati che studiano gli ecosistemi sanno quanto questi siano incredibilmente interconnessi. Anche gli uomini sono parte dell’ecosistema Terra, dipendenti per la sopravvivenza anche da creature minuscole come il plancton o i ricci di mare. C’è chi dice che gli umani siano un virus per il pianeta. La campagna di informazione e di protesta in atto vuole invece rilanciare il ruolo responsabile dell’uomo nell’ecosistema, quello di guardiano dell’incredibile pianeta che ci fa da casa. (fonte Ricken, Nell, Christoph, Lisa, Luis, Risalat e il team di Avaaz
MAGGIORI INFORMAZIONI:
Abissi, la nuova frontiera della corsa all’oro? (National Geographic)
http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2013/02/11/news/le_risorse_minerarie_delle_profondit_marine_scateneranno_una_nuova_corsa_alloro_-1497368/
Metalli preziosi, Onu dà il via libera alle licenze per scavi nei fondali oceanici (Il Fatto Quotidiano)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/31/metalli-preziosi-onu-da-via-libera-alle-licenze-per-cavi-nei-fondali-oceanici/604900/
Al via la prima miniera sottomarina (Focus)
http://www.focus.it/scienza/scienze/al-via-la-prima-miniera-sottomarina
Ecologisti contro miniera sottomarina in Papua Nuova Guinea (ANSA)
http://www.ansa.it/mare/notizie/rubriche/ambienteepesca/2012/08/07/Ecologisti-contro-miniera-sottoma…
Minuscole creature marine ci stanno salvando da un inferno in terra. E allora perché le mettiamo in pericolo? (Grist – IN INGLESE)
http://grist.org/science/tiny-sea-creatures-are-saving-us-from-hell-on-earth-so-why-are-we-endangering-them/