SIENA. Come ogni anno, si è svolta il 16 febbraio scorso a livello mondiale l ’iniziativa “M’illumino di meno”, promossa dalla trasmissione di Radio 2 Caterpillar e diventata ormai un appuntamento annuale fisso epartecipato. Molte città hanno simbolicamente spento l’illuminazione di piazze, vie e monumenti. Una bella occasione per invitare i cittadini e le istituzioni a riflettere su temi come il risparmio energetico il rispetto dell’ambiente.
Anche il cielo fa parte del patrimonio naturale a “rischio estinzione”: la sua conservazione e valorizzazione
restano un’immensa risorsa culturale e scientifica a disposizione delle presenti e delle future generazioni, non
solo rilevante per astronomi professionisti o amatori, ma esperienza essenziale per chiunque, adulto o
bambino, vi rivolga uno sguardo curioso. Il cielo stellato è inoltre patrimonio dell’Unesco già dal 2006, al
pari di molti centri storici ed altre bellezze storiche, culturali e naturalistiche.
La sempre più massiccia presenza di impianti di illuminazione pubblica e privata sul territorio, spesso usati
in modo anomalo ed eccessivo, contribuisce in maniera cospicua ed evitabile al fenomeno dell’inquinamento
luminoso, rendendo di fatto impossibile la visione del cielo notturno a molti cittadini e provocando un
enorme spreco energetico. Si pensi che un comune potrebbe risparmiare in media il 35% di energia elettrica
adottando i criteri previsti dalle leggi presenti.
Il problema è grave ed in forte crescita, se si considera che circa i 2/3 della popolazione non è più in grado di
vedere la Via Lattea, uno degli spettacoli più belli che il cielo ci regala da sempre.
Inoltre l’eccessiva illuminazione si traduce anche in inquinamento atmosferico e, come dimostrato da vari
studi scientifici, costituisce un grande problema ambientale, nuocendo ai ritmi naturali di fauna e flora.
In Toscana, come in altre regioni italiane, esistono già da oltre 20 anni delle normative che regolano la
materia, per ultime il Piano Ambientale ed Energetico Regionale (PAER) del 2015 e la Delibera Regionale
903 del 2020.
Nonostante alcuni progressi, tali normative restano in molti casi disattese anche dalle stesse amministrazioni
pubbliche. A livello nazionale il Parlamento sta discutendo il varo di una legge generale sul problema.
Da tempo le varie associazioni di astrofili hanno intrapreso un dialogo con le amministrazioni pubbliche a
vari livelli, teso proprio a monitorare il fenomeno sul territorio e ad individuare le migliori soluzioni.
Ciononostante assistiamo spesso ad impianti sovradimensionati e male orientati, che portano ad un grande
spreco energetico senza tuttavia contribuire ad un miglioramento delle condizioni di visibilità e sicurezza.
Ci auguriamo che, passata l’iniziativa di “M’illumino di meno”, si continui a proseguire sulla strada del
risparmio energetico e del rispetto ambientale, inteso in tutte le sue forme. Evitiamo il rischio che tale
iniziativa resti fine a sé stessa o che diventi addirittura una cosa controproducente, illudendo che basti un’ora
di spegnimento totale per lavarsi la coscienza e risolvere il problema.