di Fabrizio Pinzuti
ORVIETO – Parte da Orvieto la costituzione di un gruppo tecnico operativo tra le Agenzie per la protezione ambientale di Toscana, Umbria e Lazio, le aziende sanitarie locali, il dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze e il Cnr di Porano. Il gruppo è incaricato di redigere il documento da sottoporre al Ministero dell’Ambiente e ai governi regionali di Umbria, Lazio e Toscana per completare gli studi e procedere alla bonifica dei fiumi Paglia e Tevere e terreni adiacenti dalle contaminazioni/inquinamenti da mercurio e altre sostanze. La fine di settembre è il tempo indicato dal sindaco orvietano Giuseppe Germani per la redazione. Queste in estrema sintesi le conclusioni del Focus di approfondimento svoltosi il 13 luglio scorso nella città etrusca, coordinato e moderato dal direttore di ALTA SCUOLA (Associazione Culturale e Scientifica no profit tra Regione Umbria Comuni di Orvieto e Todi) Evandro Martini.
In apertura dei lavori il sindaco Germani ha ricordato che il “il Comune di Orvieto è Capofila della Strategia Nazionale Aree Interne denominata SUD EST Orvietano, che ricomprende tutti i territori Comunali del Bacino del Paglia e parte di quelli del Tevere fino a valle dell’Oasi di Alviano (20 comuni). Orvieto sta anche portando avanti, come Capofila e con il supporto tecnico gratuito di ALTA SCUOLA il CONTRATTO DI FIUME PER IL PAGLIA, uno strumento innovativo di gestione partecipata dei territori fluviali, recentemente introdotto nel codice dell’Ambiente all’art 68 bis. Sempre in questa zona è in corso la fase di animazione aperta al pubblico per la costruzione del Piano di Azione Locale del GAL (gruppo di azione locale) del territorio Trasimeno Orvietano nell’ambito dell’azione Leader del PSR (Piano Sviluppo Rurale) 2014-2020. Siamo quindi in una fase delicata di messa in atto di una programmazione strategica basata su fondi certi (nazionali e europei) attraverso azioni e interventi per il recupero della competitività di questo territorio e per uno sviluppo locale che riallinei un’area ad oggi un po’ dimenticata, ai corridoi dello sviluppo non solo economico ma anche ambientale, culturale e sociale … che guarda ai giovani ma anche ai residenti di ogni età! Le notizie e i recenti convegni in merito ai fenomeni di contaminazione/inquinamento da Mercurio nei terreni e nelle acque del Fiume Paglia hanno generato nell’area dell’Orvietano notevole preoccupazione ed allarmismo quindi, come Comune di Orvieto abbiano inteso convocare un incontro tecnico-istituzionale per fare il punto sulla situazione e sulle implicazioni/interazioni con i citati programmi di sviluppo ,,, Ma un Sindaco è anche Autorità di Protezione Civile e Autorità Sanitaria Locale, è cioè l’ultima frontiera verso i cittadini per trasmettere disposizioni che vengono dall’alto, ma nel contempo è anche la prima che ne raccoglie le istanze. A causa dei fenomeni di inquinamento da Mercurio tutti i Sindaci della zona del fiume Paglia hanno dovuto emettere una ordinanza di divieto di pesca al consumo umano dal fiume. Insieme agli altri Sindaci non voglio trovarmi a dover emettere altre ordinanze che magari vietino l’uso di alimenti vegetali senza che si sia capito bene e con certezza perché ci troviamo in questa situazione e cosa si deve fare per impedirla o per mitigarla. L’ordinanza di divieto non può essere lo strumento e la cura della mancata o assente prevenzione. Bisogna fare qualcosa prima, prevenire vuol dire arrivare prima”.
“Lo studio svolto non è ancora completo – ha esposto il professor Pilario Costagliola, del dipartimento Scienze della terra Università di Firenze – Stiamo costruendo una road map su questo fenomeno che merita un’attenzione ancora più approfondita. Per il progetto avviato con l’ausilio di geologi della regione Toscana e un geologo americano, abbiamo ricevuto finanziamenti e strumentazioni fino al 2015, poi abbiamo dovuto interrompere per mancanza di fondi”. A seguito Costagliola ha mostrato con delle slide i dati resi noti sull’inquinamento da mercurio delle acque. “Due sono le cause principali di inquinamento – ha sottolineato Costagliola – le attività geotermiche e i combustibili fossili e in queste zone dell’Italia abbiamo una cintura mercurifera davvero notevole, tant’è che i nostri pesci sono più ricchi di mercurio di altri. Abbiamo stimato che nel primo tratto di Paglia fino ad Allerona ci sono 60 tonnellate e la situazione è difficilmente gestibile per il fatto che si tratta di un inquinamento di origine storica. Lo studio è stato distribuito su tutto il bacino che va dal Paglia al Tevere e giunge quasi fino a Roma, e le concentrazioni maggiori sono state rintracciate nel lago di Alviano. Bisogna tenere conto che dopo l’alluvione del 2012 il Paglia ha subito un drastico cambiamento morfologico con conseguente aumento di mercurio. Concludo dicendo che questo tipo di inquinamento storico è dovuto principalmente ad attività minerarie. Ora è importante portare a termine le ricerche e continuare il monitoraggio per capire come procedere ad una pianificazione”.
Adriano Rossi di Arpa Umbria ha ricordato che “il problema riguarda anche un’autorizzazione ambientale integrata legata alla discarica Le Crete di Orvieto. Noi di ARPA Umbria abbiamo svolto degli studi insieme all’università di Urbino che confermano il fenomeno. Partendo da questi dati ci muoviamo per capire meglio le problematiche legate a questi monitoraggi. E’ stato sancito un Piano di Azione Monitoraggio tra ARPA e USL e ARPA ha già individuato i punti di monitoraggio. Questa è una problematica di tipo interregionale che richiede una correlazione fra le diverse regioni e istituzioni, tra cui ARPA Umbria, ARPA Lazio, ARPA Toscana e USL, per poter limitare i danni. Concludo dicendoche forse verso settembre avremo i primi dati sulla situazione ambientale“.
A seguito c’è stato l’intervento di Danilo Serva, direttore U.O. Igiene degli alimenti di origine animale USL Umbria sud. “E’ doveroso valutare diversi ruoli e competenze per attivare un contratto di fiume secondo l’articolo 68 bis e valutare diversi aspetti della fauna ittica. Dal 1991 al 1992 avevo molto puntato al coordinamento e alla collaborazione anche con iniziative culturali sull’ambiente e la provincia, e tutto questo è stato molto vicino al monitoraggio della fauna ittica”. Serva ha presentato diverse slide su norme e regolamento del monitoraggio della fauna ittica, la sanità animale e la sana alimentazione, elementi strettamente connessi. “Per tutelare il consumatore – ha sottolineato Serva – è fondamentale la collaborazione tra ARPA e USL, attraverso il controllo di diossine, di metalli pesanti e il monitoraggio di allevamenti. Per poter irrigare con acque pubbliche bisogna partire da prodotti ittici sani, esenti da malattie infettive. Dobbiamo puntare ad una rivalutazione dei prodotti e dei bacini idrografici. Tra le sostanze riparatrici pare che il selenio possa ridurre il grado di mercurio. E’ fondamentale un Piano Triennale di Sicurezza Alimentare, sempre per la tutela del consumatore“.
Roberto Minervini Coordinatore del Coordinatore Tavolo Ambiente “Contratto di Fiume Paglia” ha specificato “Per anni presso l’università di Siena sono stato il tecnico che procurava i pesci per le analisi e durante questo periodo avevo imparato a stabilire una relazione tra l’età dei pesci e l’accumulo di mercurio. Si parla sempre del tonno come pesce ricco di mercurio, ma con quello in scatoletta non c’è pericolo perché è un tonno pescato nel Pacifico, mentre il problema potrebbe sussistere sul tonno o lo spada nostrano sul banco del mercato. Questi però sono gli aspetti finali dell’inquinamento da mercurio a cui noi non ci dobbiamo abituare, dato che già sussiste una certa connivenza con tale problematica ambientale e alimentare“.
Andrea Borgia dell’Università di Milano, Department od Earth Sciences; Open University M. Keynes, UK,si è soffermato sulla necessità di difendere l’Orvietano dai rischi naturali e sui pericoli da mercurio provenienti dal comprensorio dell’Amiata con ricadute nel bacino del Paglia, fra cui la subsidenza, il fenomeno dell’abbassamento del suolo dovuto a cause naturali e antropiche con particolare riferimento all’area dell’Amiata, alla estrazione di fluidi geotermici e al possibile contributo al carico di mercurio nel bacino connesso alle emissioni delle centrali geotermiche di vecchia e nuova generazione.
Più volte rimarcata nei vari interventi l’assenza di rappresentanti del Ministero dell’Ambiente da cui si attendeva un impegno puntuale in merito al ruolo e alle competenze specifiche del dicastero Aria, Acqua e Suolo e Bonifiche, relativamente al grande tema degli interventi di minimizzazione degli effetti dovuti alla presenza del Mercurio, interventi di “bonifica” che non possono essere affrontati dai piccoli Comuni.
Gli scenari di confronto si sono arricchiti con il contributo del Direttore Generale di ARPA UMBRIA Walter Ganapini e relativamente alle emissioni di Mercurio in atmosfera (dal suolo e dall’aria), anche con interventi di Associazioni (cittadinanza attiva ecc.) della zona dell’Amiata che sono venute ad Orvieto per questa occasione. L’esigenza di mitigare gli effetti di queste presenze, è stato ribadito, è un problema da affrontare con un “gioco di squadra” in cui ciascuna istituzione e/o ente scientifico collabora con i propri contributi scientifici, le proprie capacità e idee, riconoscendo al problema l’attenzione e la valenza che merita avendo ormai il mercurio invaso ben tre Regioni Italiane.
(Fonte comunicato stampa n. 579/16 Giunta Municipale Orvieto del 12.07.16)