di Vito Zita
SIENA. La comunità degli Asmarini presente in Italia è fortemente preoccupata dalle notizie che giungono dai media italiani e stranieri sulla nuova invasione delle locuste del deserto nel Corno d’Africa. Gli Asmarini sono italiani nati e vissuti in Eritrea fino alla metà degli anni Settanta del secolo scorso e conoscono, per aver vissuto in prima persona durante la loro presenza nella ex colonia, il flagello delle locuste del deserto. Sono quindi ben consci del disastro che esse provocano e per il lungo strascico di carestia che ne segue a causa della distruzione dei raccolti.
Secondo quanto riportato da Tesfa News, organo di stampa eritreo, recentemente il Ministro dell’Agricoltura, sollecitato dalla popolazione e da tutte le istituzioni di governo, ha rilasciato un report sulla situazione attuale e sui provvedimenti messi in atto per contrastare la migrazione di questo flagello. Gli sciami delle locuste sembrano essere partiti dall’Oman dirigendosi verso lo Yemen e quindi verso la Somalia e l’Etiopia sud orientale. Gli sciami, composti ognuno di miliardi di esemplari, oggi sembrano essersi assestati nelle regioni meridionali etiopiche e nelle contermini regioni settentrionali del Kenia. Ma si teme che nel mese di febbraio possano spostarsi nella regione dei grandi laghi e giungere nel Sud Sudan e in Uganda. Oltre che spostarsi verso nord nelle regioni sud occidentali etiopiche.
Dal canto suo il governo eritreo già nello scorso mese di novembre ha attivato un forte intervento di prevenzione contro le locuste su circa 32mila ettari nella regione settentrionale del Mar Rosso, attivando cinque stazioni di controllo a Marsa Gulgub, Sheeb, Wekiro, Girat (Emahmime) e Foro. Secondo il parere di Tedros Sium, capo dell’unità di controllo dei parassiti migratori del Ministero dell’Agricoltura eritreo, esiste la concreta possibilità che gli sciami di locuste possano arrivare dai paesi confinanti e addirittura attraverso il Mar Rosso. Proprio per questo motivo vengono studiate attentamente, sorvegliate e monitorate le potenziali aree di disinfestazione.
Anche le organizzazioni sovranazionali come la FAO e l’ONU cominciano a lanciare appelli sempre più pressanti sui pericoli derivanti da questa invasione, denunciando il pericolo di carestia e sulla probabile morte per fame di milioni di africani, soprattutto bambini.
Photo credits: FAO