E apre un bando per la mobilità elettrica a Siena e Poggibonsi per ridurre le emissioni inquinanti
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di Lexdc
SIENA. Il comunicato della Regione Toscana conferma quanto stiamo scrivendo da un anno ormai sulla pessima qualità dell’aria in Valdelsa. Secondo l’assessore Bramerini “In Toscana sono 31 i Comuni che, a causa della qualità dell’aria che qui è stata rilevata, sono tenuti a elaborare i Piani di azione comunale, ovvero quei piani studiati per ridurre le emissioni inquinanti”. Tra questi c’è il comune di Poggibonsi e quello di Siena, guarda caso gli unici che ospitano una centralina di raccolta dati. Eppure dai dati ufficiali di Arpat non sembrerebbe. Infatti a Poggibonsi la centralina posta nei giardinetti di Via De Amicis, tagliati fuori dal traffico veicolare, col vecchio ospedale chiuso, con la collina che li ripara dai venti che spirano dall’inceneritore dei Fosci, nel corso del 2011 ha avuto appena 20 superamenti di PM 10 (la tolleranza legale è di 35, prima che debba intervenire l’autorità comunale). Mistero su quali ulteriori dati abbia in mano l’assessore regionale, che invece confermino il trend contrario. Così a Siena: la centralina dei Due Ponti al 27 dicembre comunica “solo” 32 sforamenti annui, siamo dentro nella tranquillità più assoluta perché spendere soldi per la mobilità elettrica? E il mistero si infittisce.
Nel rapporto dell’altro ieri la situazione in altre aree della Toscana è gravissima.” I Comuni sono: Arezzo, Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Capannori, Carrara, Cascina, Empoli, Firenze, Grosseto, Lastra a Signa, Livorno, Lucca, Massa, Montale, Montecatini Terme, Montemurlo, Pisa, Pistoia, Piombino, Poggibonsi, Pontedera, Porcari, Prato, Rosignano Marittimo, S. Croce sull’Arno, Scandicci, Sesto Fiorentino, Siena, Signa e Viareggio”: l’elenco lo ha fatto la Regione… “Ed è a loro, tra i Comuni più popolati della regione, che è rivolto il “doppio” bando che vuole attivare in Toscana e comunque in un’area territorialmente vasta un vero e proprio sistema di mobilità elettrica. Il primo bando impiega fondi comunitari per 4,5 milioni di euro ed è dedicato alla realizzazione delle infrastrutture necessarie a questo tipo di mobilità (come le colonnine) e finanzia fino all’80% dell’intervento. Il secondo bando invece impiega 2,8 milioni di euro tutti regionali, che sono stati attivati con una delibera di giunta approvata ieri, ed è rivolto per lo più all’acquisto di mezzi elettrici che potranno fare direttamente le amministrazioni comunali coinvolte fino al 100% del costo”.
Intendiamoci bene: incentivare l’uso di mobilità elettrica nei centri urbani è priorità anche per chi scrive, anzi deprechiamo che la Regione arrivi solo ora a rimorchio di altre iniziative come quella del sindaco di Firenze e non sia stata fin dal principio il motore innovativo. Ci sentiamo un po’ presi per il naso: se l’incentivo alla mobilità elettrica nasce dall’inquinamento, perché nasconderlo ai cittadini? Fino ad ora, almeno a Siena e Poggibonsi, ci hanno detto che vivevamo nel miglior ambiente urbano che si potesse desiderare, e il Carbon Free, e l’inceneritore sicuro e controllato dai cittadini, e le stazioni di rilevazione temporanea programmata. Ci vorrebbe un deciso intervento specialmente del comune di Poggibonsi: tra poco, sulla vegetazione di Largo Campidoglio, un posto dove le colonne di auto si sprecano dalla mattina alla sera e dove per fare duecento metri coi tubi di scappamento a tutta forza ci può volere anche mezz’ora, compariranno i segni della devastazione urbana. E non si potranno nascondere i dati di una centralina chiusa d’imperio, perché diceva una verità troppo scomoda per la tranquillità del manovratore. Bramerini e Coccheri la sanno lunga, su certe necessità ambientali, e ora ci vogliono proteggere con questi bandi. Peccato non avere agito prima: la tattica del silenzio funzionerà anche nelle urne elettorali, ma i cittadini la ripagano con i danni alla salute personale.