Un articolo prende in esame i possibili effetti cancerogeni dell’esposizione ai vapori geotermici
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Islanda, terra “vulcanica” anche sotto il profilo dello studio degli effetti dell’attività geotermica. Dal sito dell’ARS Toscana si apprende che “è stato pubblicato un nuovo articolo che prende in esame i possibili effetti cancerogeni dell’esposizione ai vapori geotermici. I risultati degli studi condotti finora sono stati valutati in due recenti revisioni sistematiche, dalle quali è emerso che i dati raccolti sono discordanti e ancora insufficienti per esprimersi sul possibile ruolo dell’esposizione all’acido solfidrico come fattore di rischio per lo sviluppo di patologie tumorali. Tuttavia, questo studio di popolazione, condotto da ricercatori islandesi, confermerebbe l’effetto cancerogeno legato all’esposizione geotermica. L’articolo descrive uno studio condotto a partire dal 1981 e fino al 2013, su tutti i residenti in Islanda, tra i 5 e i 65 anni, e distribuiti in tre gruppi sulla base della diversa esposizione alle emissioni geotermiche naturali, presenti sull’isola in ragione della sua origine vulcanica e la presenza di fumarole e campi geotermici. Un gruppo è quello dei residenti nell’area geologicamente più giovane dell’isola, dove le persone, oltre a respirare l’aria geotermica, usano indiscriminatamente anche le acque geotermiche, per tutti gli usi domestici, eccetto che per bere. Il secondo e il terzo gruppo, usati come controlli non esposti, sono i residenti nelle zone geologicamente più vecchie e in cui non sono più presenti, o in maniera minore, acque e campi geotermici, suddivise in una zona calda, dove l’attività residua geotermica è maggiore (più recente) e una fredda dove l’attività geotermica è quasi nulla (meno recente) Gli autori hanno analizzato:
- la presenza di un’eventuale correlazione fra durata dell’esposizione, misurata in base agli anni di residenza, e incidenza di tumori nel solo gruppo degli esposti
- la relazione nelle zone di controllo tra il grading di attività geotermica e livello di incidenza dei tumori
- la differenza di incidenza fra gli esposti ed i non esposti, correggendo per altri fattori di rischio quali l’età, lo stato socio economico, l’abitudine al fumo e altri fattori, compresi alcuni di tipo genetico.
I risultati hanno mostrato che nel tempo i residenti nell’area geotermica, rispetto a chi vive nelle aree di riferimento, sono andati incontro ad una maggiore incidenza di tumori, in particolare del pancreas, della mammella, della prostata, dell’apparato emolinfopoietico, di linfoma non Hodgking e di carcinoma basocellulare. Hanno, inoltre, mostrato un effetto dose risposta nell’incidenza del cancro, sia in relazione con la durata dell’esposizione (numero di anni residenza) nella zona geotermica, sia con il grading di attività geotermica nelle zone di riferimento. Come tutti gli studi che indagano l’incidenza di patologie multifattoriali come quelle neoplastiche, basati su dati amministrativi, non si può escludere comunque l’effetto di altri fattori di rischio non noti e quindi non analizzati, che avrebbero potuto determinare tali risultati. Lo studio islandese, inoltre, correla l’aumento di incidenza tumorale ad una valutazione dell’esposizione piuttosto generica, basata sulla residenza nell’area vulcanica più giovane e sull’utilizzo delle acque geotermiche, in assenza di valutazioni e misurazioni approfondite. Inoltre gli autori sottolineano anche che negli anni si è diffuso l’utilizzo delle acque geotermiche su tutta l’isola rendendo più esposte anche le popolazioni di riferimento e questo cambiamento non è stato preso in considerazione nell’analisi. Lo studio ha un disegno simile a quello condotto finora nelle zone geotermiche toscane, in cui si è valutato lo stato di salute dei cittadini in base alla residenza in comuni caratterizzati dalla presenza di emissioni geotermiche antropiche e naturali. L’evoluzione dello studio toscano, in linea con quanto fatto dal gruppo di ricerca di Bates, mira ad approfondire la valutazione dell’esposizione e degli eventuali esiti sanitari correlati, arrivando ad un dettaglio individuale di analisi. Inoltre nello studio toscano è anche prevista un’indagine campionaria sulle abitudini di vita e di lavoro, in modo da poter considerare anche altri fattori di rischio che possono avere un ruolo sullo stato di salute di chi vive nelle aree geotermiche.
Per approfondire:
- apri l’articolo Association of Cancer Incidence and Duration of Residence in Geothermal Heating Area in Iceland: An Extended Follow-Up. Kristbjornsdottir A, Aspelund T, Rafnsson V. PLoS One. 2016 May 20;11(5):e0155922.
- Leggi anche il commento alle precedenti revisioni sistematiche:
Un nuovo studio condotto ancora in Islanda (file:///C:/Users/Admin/Desktop/Effetti%20acuti%20dell%E2%80%99acido%20solfidrico%20%20un%20nuovo%20articolo%20dei%20ricercatori%20islandesi%20-%20Agenzia%20Regionale%20di%20Sanit%C3%A0%20della%20Toscana.htm) correla le esposizioni a basse dosi di acido solfidrico all’aumento dei ricoveri e accessi al pronto soccorso per malattie cardiache. La ricerca si basa sulle emissioni di una centrale situata a ben 26 km dalla città islandese monitorata (Reykjavík, la capitale). A Larderello e sull’Amiata, le centrali sono praticamente tra le case …. “Lo studio mostra una correlazione tra andamenti giornalieri di H2S nell’aria e numero di ricoveri e accessi al pronto soccorso per malattie cardiache a livelli di H2S piuttosto bassi. Per il disegno di studio applicato, i ricercatori si sono concentrati sugli effetti dell’esposizione a H2S di tipo acuto, a carico dell’apparato circolatorio e respiratorio. Sono perciò escluse valutazioni rispetto a effetti di tipo cronico, come l’insorgenza di tumori, per le quali sono necessari studi e modelli statistici diversi. L’aver portato l’attenzione sugli effetti acuti delle basse concentrazioni di H2S rappresenta un valore aggiunto rispetto all’attuale stato delle conoscenze su H2S e salute. Gli studi precedenti, inclusi quelli del gruppo di ricerca del prof. Bates, hanno preso in considerazione gli effetti di esposizioni acute ad alte dosi di H2S, fino anche all’intossicazione, o gli effetti legati ad esposizioni prolungate, anche a dosi relativamente basse di H2S.”