I risultati di Arpat indicano alti valori ad Abbadia San salvatore e Piancastagnaio
di Lexdc
SIENA. Le Regioni sono chiamate a individuare le zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon e le caratteristiche dei luoghi di lavoro che possono determinarne livelli elevati. Così la Regione Toscana ha affidato nel 2006 ad Arpa la realizzazione di una indagine estesa a tutto il territorio regionale, per verificarne i valori nel territorio regionale. I dati raccolti tra il 2006 e il 2010 in quasi 2000 abitazioni e 1300 luoghi di lavoro con misure in quasi 8000 locali, sono confortanti, ma non per tutti.
Infatti nel rapporto sono emersi problemi per ben 13 Comuni dove l’esistenza di livelli di radon significativamente più elevati rispetto alla media nazionale è accertata sulla base di un numero minimo di misurazioni effettuate nelle abitazioni (15), e dove la percentuale di abitazioni che superano 200 Bq/m3 è uguale o maggiore al 10%. Nell’elenco, accanto a Sorano, Santa Fiora, Isola del Giglio, Pitigliano, Arcidosso, Roccastrada, Castel del Piano (in provincia di Grosseto), Marciana e Marciana Marina (in provincia di Livorno), Montecatini Val di Cecina (in provincia di Pisa), Piteglio (in provincia di Pistoia), ci sono due comuni senesi: Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio. In queste realtà del territorio toscano si concentreranno gli sforzi per individuare gli edifici con valori elevati di radon e qui saranno indirizzati i primi interventi di riduzione.
Scrive appunto Arpat: “Nei regolamenti edilizi delle aree con concentrazioni più elevate potranno essere inserite indicazioni per la costruzione degli edifici in modo da limitare l’ingresso del radon. I principali accorgimenti in fase di progettazione riguardano l’isolamento dal terreno, la possibilità di areare il vespaio o le cantine, la sigillatura delle vie di accesso del gas all’interno, rendendo impermeabili i solai, e l’isolamento di fessure e condutture. Per ridurre la concentrazione di radon in un edificio è possibile realizzare le cosiddette “azioni di rimedio”, che consistono in semplici accorgimenti o interventi finalizzati a ridurre l’ingresso del radon nell’edificio e ad aumentare il ricambio dell’aria interna attraverso l’immissione di aria esterna”.