GROSSETO. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta) ha pronunciato la Sentenza1 n°00505/2019, accogliendo quattro dei cinque motivi di Ricorso presentati dai Comuni di Follonica e di Scarlino , annullando pertanto ogni autorizzazione rilasciata dalla Regione Toscana all’inceneritore di Scarlino. Infatti, l’ultima autorizzazione della Regione Toscana del luglio scorso rimandava e reiterava, per quanto riguarda la valutazione e l’esercizio degli impianti, la autorizzazione rilasciata alla Scarlino Energia nel 2015, oggi annullata. Con il Ricorso n. 63 del 2016, da parte dell’Associazione Forum Ambientalista, assieme a all’Associazione Lavoro Ambiente e Salute di Scarlino e il W.W.F. Italia veniva segnalato al TAR per la Toscana, diversi motivi di Ricorso, poi ripresi sia dal Comune di Scarlino, che di Follonica, nel ricorso al Consiglio di Stato. Il TAR per la Toscana, Sezione Seconda, con la sentenza n. 921/ 2017, ha riunito i vari ricorsi e ne aveva accolto solo due motivi: quello in relazione all’aspetto sanitario e quello concernente la permeabilità del Canale Solmine, ma aveva respinto gli altri motivi di ricorso. Invece, il Consiglio di Stato nella Sentenza di oggi scrive al punto 12.2. “In particolare, è fondato il primo motivo di impugnazione, concernente le lacune e le criticità dell’impianto”. Infatti, aggiunge la Sentenza di oggi, censurando il TAR Toscano, che dai documenti versati agli atti del giudizio risultano puntualmente elencati e descritti (e reiterato nel presente giudizio) i limiti e le lacune in cui sarebbe incorsa l’Amministrazione regionale nel non voler verificare le contraddizioni intrinseche evidenziate nell’istruttoria sugli aspetti tecnici dell’impianto. Viene inoltre accolto anche “il secondo motivo di appello, concernente il mancato rispetto delle prescrizioni previste dall’art. 8 del D.lgs. n. 133 del 2005 per la riduzione delle emissioni nell’aria delle sostanze inquinanti prodotte nel corso del processo di incenerimento”.
Si tratta in sostanza delle dimensioni dei forni e dell’uscita dei vapori dalla camera di combustione, assolutamente fuori legge, già dal 2005, cioè incapaci di abbattere le emissioni delle pericolose DIOSSINE, segnalate invano sia alla Provincia di Grosseto, poi alla Regione e alla Agenzia Regionale di Protezione dell’Ambiente. Tale smaltimento di rifiuti, fuori norma dal 2005, è ormai acclarato, dopo che nei contenzioni in sede civile presso il Tribunale di Grosseto si sono potute avere finalmente, solo a fine 2017, le sezioni quotate dei forni della Scarlino Energia, poi le Relazioni Tecniche del CNR di Napoli, l’Istituto di Ricerca nazionale sulle Combustioni e le Consulenze Tecniche di Ufficio degli stessi Giudici del Tribunale di Grosseto.
Roberto Barocci – Forum Ambientalista Grosseto