Rossi: "Regole certe per mantenere il valore del paesaggio anche nel cambiamento"
FIRENZE. Il Piano di indirizzo territoriale (Pit) con valenza di Piano paesaggistico, dopo un lungo lavoro e un iter durato anni, è stato definitivamente approvato. Il “tetto” a salvaguardia della Toscana ha incassato i voti favorevoli della maggioranza e di tutto il centrosinistra (32) e quelli contrari del centrodestra (15).
Il lungo dibattito iniziato questa mattina, venerdì 27 marzo, e protrattosi fino ad oltre le 20 ha registrato gli interventi di 24 consiglieri e la replica del governatore Enrico Rossi. Quindi è iniziata la votazione degli ordini del giorno (in tutto 61) presentati da Forza Italia e Fratelli d’Italia interrotta per cercare un punto di incontro per superare l’ostruzionismo, alla fine trovato su un emendamento alla legge che introduce modifiche alle norme regionali per il governo del territorio (65/2014).
Respinti tutti gli emendamenti presentati dal centrodestra, e due proposte di risoluzione a firma Forza Italia. Passata invece quella presentata dal Gruppo Pd che “impegna la Giunta ad un aggiornamento della cartografia ricognitiva delle aree tutelate per legge. Approvato, infine, il maxiemendamento di cui è primo firmatario il presidente Rossi, e con lui capogruppo e vice capogruppo Pd Ivan Ferrucci e Lucia De Robertis, e gli altri capigruppo della maggioranza.
Frutto di un lavoro durato 4 anni, adottato nel luglio 2014 con i voti contrari di Fratelli d’Italia e Udc e l’astensione di Forza Italia, Ncd e Più Toscana, il Pit (Piano di Indirizzo Territoriale) con valenza di Piano Paesaggistico intende governare le trasformazioni. Intende cioè offrire, secondo il presidente Enrico Rossi, una “cornice di regole certe finalizzate a mantenere il valore del paesaggio anche nelle trasformazioni di cui è continuamente oggetto”.
Tra i suoi obiettivi la “promozione e realizzazione di uno sviluppo socio-economico sostenibile e durevole e di un uso consapevole del territorio regionale”, anche attraverso la “riduzione dell’impegno di suolo, la conservazione e il recupero degli aspetti e dei caratteri peculiari dell’identità sociale, culturale e ambientale del territorio dai quali dipende il valore del paesaggio toscano”.
Rispetto agli altri strumenti di pianificazione regionale, concepiti come atti di indirizzo, ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio e alla pianificazione concertata con il Ministero competente, il Pit è un Piano sovraordinato cui sono tenuti a conformarsi piani e programmi sia regionali che locali. I vincoli vigenti, quelli apposti attraverso specifici decreti nel corso del tempo e quelli previsti dalla cosiddetta legge Galasso per determinate categorie di beni (territori costieri, fiumi, torrenti e corsi d’acqua, territori coperti da foreste e boschi, ecc.) sono contestualizzati nel territorio regionale.
La Toscana ha scelto di redigere il proprio Piano paesaggistico come integrazione a quello già vigente di indirizzo territoriale, avviando nel 2007 un procedimento ad hoc. Lo stesso termine ”integrazione” evidenzia l’intenzione di far convivere norme di indirizzo (a scala regionale) con norme anche prescrittive (su scala più dettagliata). L’integrazione paesaggistica del Pit adottata nel 2009 senza la preventiva intesa sui contenuti con il Ministero competente, si è rivelata troppo difforme da quanto richiesto in sede di co-pianificazione Stato-Regione ed è stata per questo motivo non riconosciuta dal Ministero stesso. Nel 2011 è stata quindi avviata la redazione del nuovo Piano, sempre nella forma di integrazione paesaggistica al Pit vigente, perché si riconosce l’importanza di tenere uniti i dispositivi di pianificazione del territorio e di pianificazione del paesaggio. Il Piano si configura come uno strumento di pianificazione regionale che contiene sia la dimensione territoriale, sia quella paesistica. La componente paesaggistica mantiene, quindi, una propria identità evidenziata e riconoscibile.
Il raccordo tra territorio e paesaggio è stato individuato nelle cosiddette “invarianti strutturali” (beni comuni irrinunciabili), già presenti nel Pit vigente, riformulate perché fossero in grado di descrivere le basi strutturali del paesaggio, e del “patrimonio” territoriale toscano, quale esito della costruzione di lunga durata di un equilibrio fra natura e cultura.
Il Piano si articola su due livelli: quello regionale e quello d’ambito. Il livello regionale è a sua volta organizzato in una parte che riguarda il territorio, trattato attraverso le “invarianti strutturali” e una parte che riguarda i “beni paesaggistici” formalmente riconosciuti in quanto tali. Il livello regionale comprende gli “abachi delle quattro invarianti”, ossia la lettura organica del territorio toscano e dei suoi paesaggi, basata sull’approfondimento e l’interpretazione dei caratteri e delle relazioni che strutturano le quattro diverse invarianti.
- Invariante 1: è pertinente alla base fisica del paesaggio, alla sua ossatura;
- Invariante 2: è riferita ai caratteri ecosistemici del paesaggio;
- Invariante 3: definisce il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, infrastrutturali e urbani;
- Invariante 4: traccia i caratteri identitari dei paesaggi rurali.
Le invarianti, nei diversi elaborati di Piano, codificano una serie di regole da seguire nella trasformazione del paesaggio per mantenerne la struttura. Il lavoro conoscitivo e interpretativo sull’intero territorio regionale ha costituito il riferimento essenziale anche per la cosiddetta “vestizione dei vincoli”, ovvero la parte del Piano che tratta i “beni paesaggistici” formalmente riconosciuti come tali e vincolati da decreti e leggi.
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio prevede che il Piano riconosca gli aspetti, i caratteri peculiari, le caratteristiche paesaggistiche del territorio regionale e ne delimiti i relativi ambiti, in riferimento ai quali predisporre specifiche normative d’uso ed obiettivi di qualità. Per l’individuazione degli ambiti sono stati valutati i seguenti elementi:
- i sistemi idro-geomorfologici;
- i caratteri eco-sistemici;
- la struttura insediativa e infrastrutturale di lunga durata;
- i caratteri del territorio rurale;
- i grandi orizzonti percettivi;
- il senso di appartenenza della società insediata;
- i sistemi socio-economici locali;
- le dinamiche insediative e le forme dell’intercomunalità.
La valutazione di questi diversi elementi ha portato all’individuazione di 20 Ambiti nel rispetto dei confini comunali con la sola eccezione di Castelnuovo Berardenga per la particolare configurazione territoriale. Per ogni ambito è stata redatta una specifica scheda che approfondisce le elaborazioni di livello regionale ad una scala di maggior dettaglio.
Gli Ambiti di paesaggio della Toscana sono:
- Lunigiana
- Versilia e costa apuana
- Garfagnana e Val di Lima
- Lucchesia
- Val di Nievole e Val d’Arno inferiore
- Firenze-Prato-Pistoia
- Mugello
- Piana Livorno-Pisa-Pontedera
- Val d’Elsa
- Chianti
- Val d’Arno superiore
- Casentino e Val Tiberina
- Val di Cecina
- Colline di Siena
- Piana di Arezzo e Val di Chiana
- Colline Metallifere
- Val d’Orcia e Val d’Asso
- Maremma grossetana
- Amiata
- Bassa Maremma e ripiani tufacei