SIENA. Mi sento di iniziare a parlare del grande Leccio della Lizza di Siena riportando la lettera che scrisse il 15/02/2019 l’allora Presidente della Sezione Senese di Italia Nostra, prof.ssa Lucilla Tozzi la quale scriveva così all’amministrazione comunale di Siena dopo il sopralluogo del dott. agronomo Francesco Zangari chiamato per una sua perizia al grande Leccio della Lizza.
“La pianta è la più maestosa della città, nata e cresciuta in uno dei luoghi più simbolici dell’epopea cittadina. Infatti è collocata tra le rovine della fortezza spagnola della Lizza – su cui è stato costruito il moderno Tribunale – demolita dai Senesi durante quella sollevazione del 1552 che comportò la cacciata da Siena di Spagnoli e Fiorentini, e tra la Fortezza che Cosimo I de’ Medici volle costruire dopo aver soffocato nel sangue la libertà senese in sette anni di guerra (fu praticamente un genocidio: dei 20-30mila abitanti del 1552, erano sopravvissuti nel 1559 solo 5-6mila: tutti gli altri erano morti per le tre “effe”: fame, ferro e fuoco). Qualcuno sostiene che quel Leccio l’abbia piantato proprio Cosimo I a ricordo della sua vittoria. Comunque, con i suoi oltre 4 metri di circonferenza del tronco e gli oltre 400 anni stimati di vita, quella pianta è praticamente coeva di quegli avvenimenti. Però lo stato vegetativo del grande Leccio è miserevole e, secondo il dott Francesco Zangari , è vistosamente chiaro che andrà incontro ad una lenta agonia. L’esistenza di “secchi” nella parte apicale delle fronde testimonierebbe una crescente difficoltà della parte periferica dell’apparato radicale a nutrirsi sufficientemente. Insomma ci sono tutte le ragioni affinché a quella pianta sia dedicata una particolare attenzione e cura. Gli interventi che suggeriamo per rallentare il processo di deperimento e forse addirittura per invertirlo sono i seguenti:
– delimitazione di uno spazio di terreno, convenientemente recintato – con opportuna segnalazione esplicativa – ed esteso almeno quanto la chioma della pianta, libero da ogni impedimento, quindi liberato dall’asfalto e dalla copertura costituita dall’esistente bar (che può trovare una sistemazione nell’antistante piazzale a scapito di tre o quattro posti-auto);
– trattamento del terreno così liberato in maniera da facilitare la penetrazione dell’acqua, l’ossigenazione e la ripresa della decomposizione della materia organica ad opera di lombrichi, insetti e microorganismi (qualche perplessità per un’altra azione rappresentata da eventuali infiltrazioni forzate di aria nel suolo al fine di rompere almeno le parti più compattate del sottosuolo);
– opportunità di una campagna in difesa del Leccio, cominciando da un incontro alla quale saremmo pronti a collaborare col sindaco, al quale assicureremmo tutta la nostra collaborazione anche tecnica e scientifica e passando poi, se necessario, a raccolte di firme e di fondi e magari anche ad un referendum popolare;
– l’iscrizione nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali ai sensi della Legge n.10/2013 e del Decreto 23/10/2014;
– in questa occasione dovrà essere rivolta al sindaco la richiesta di un’indagine, alla quale saremmo pronti a collaborare, a proposito delle piante monumentali del Comune di Siena visto che nell’Elenco di cui sopra non ne figura alcuna e dello stato generale del patrimonio arboreo della città e dei suoi dintorni
– propspettazione di una politica mirata alla “forestazione” del territorio comunale”. (Italia Nostra, Sezione di Siena, prof.ssa Lucilla Tozzi.
Dopo quella accorata lettera della Prof.ssa Lucilla Tozzi in difesa del grande Leccio, i cittadini sensibili che si preoccupavano di aiutarlo a vivere ancora a lungo nella sua città di Siena, continuarono a perorare la causa del grande Albero e metterlo sotto maggior tutela; così compilarono e presentarono al Comune quella scheda di segnalazione che rappresentava la prima tappa dell’iter per inserire il Leccio della Lizza nell’elenco degli Alberi Monumentali d’Italia; il Comune a sua volta doveva proseguire con l’invio dell’apposita scheda di individuazione all’ufficio regionale competente, ma ciò non avvenne.
Anche tutte le indicazioni date per proteggerlo furono disattese e quell’Albero maestoso fu lasciato al suo destino già segnato dall’incuria.
Ho voluto incominciare a raccontare la storia del grande Leccio della Lizza di Siena con le parole della Prof.ssa Lucilla Tozzi perché sono ancora un monito
agli amministratori di oggi affinché guardino con occhi attenti ed animo sensibile alle ricchezze vegetali della Città. I grandi Alberi sono un bene inestimabile e, quelli che vivono con i cittadini, regalando loro silenziosamente e gratuitamente i loro immensi benefici, hanno un particolare diritto di essere rispettati con le attenzioni premurose che si riservano agli Amici più cari.
Il grande amico Leccio è ormai seccato e non potrà che essere abbattuto; diventerà sempre più instabile e pericoloso ora che le sue radici morte si scolleranno sempre più dal terreno; dovranno essere tagliati il suo grosso tronco e i suoi grandi rami e il suo legno venduto; l’ultimo omaggio sarà quello di donare in beneficienza quel che il Comune potrà ricavare dal suo legno. Unendo la mia voce a quella di tanti senesi che hanno nel cuore questo grande Leccio, non posso che rivolgermi agli amministratori comunali affinché i grandi Alberi che ancora esistono a Siena vengano individuati per essere protetti e che quelli più grandi e maestosi, testimoni del passato della città, vengano inseriti nell’elenco degli Alberi Monumentali d’Italia dando loro un posto tutelato ed onorevole come testimoni di storia e musei viventi di Vita vegetale ed animale della città di Siena.
Resta comunque nel cuore un grande rimpianto sulla sorte del grande Leccio della Lizza e lo sconcerto che ogni amministrazione comunale parli tanto di partecipazione condivisa con i cittadini, quando si è dimostrato come in questo preciso caso, l’amministrazione comunale di Siena non abbia assolutamente
voluto ascoltare non solo singoli cittadini ma nemmeno una associazione quale Italia Nostra , sezione di Siena ,con la voce autorevole della sua Presidente
Lucilla Tozzi, nipote del grande scrittore senese Federigo Tozzi,
Donatella Mercatelli – referente GrIG per la Toscana e portavoce del Comitato Ambiente Siena