Il deposito di scorie radioattive è un colabrodo
di Lexdc
SIENA. Quando si trattava di riaprire la seconda era nucleare italiana il problema del deposito delle scorie era volutamente sottostimato da tutta la falange dei nuclearisti nazionali. Eppure il governo degli Stati Uniti d’America spende da molto tempo due miliardi di euro all’anno per la gestione, la manutenzione e la bonifica del deposito sito presso la centrale nucleare di Hanford, nello stato di Washington. Un posto definito “probabilmente il sito più inquinato del mondo”. Adesso che si sono preoccupati anche gli americani, i nostri tacciono indifferenti, ma nella situazione che andiamo a raccontare potevamo finirci anche noi. 23 febbraio: incidente presso l’impianto nucleare di Hanford perché sono state segnalate – su sei serbatoi presenti nel sito dove si produce plutonio arricchito – perdite di materiale radioattivo con contaminazione del terreno e delle falde acquifere. I serbatoi, infatti, sono interrati e contengono i rifiuti nucleari di gran parte delle centrali americane.
Il governatore dello Stato, Jay Inslee, ha emesso un comunicato secondo cui “non ci sarebbero rischi per la salute della popolazione”, ma è corso immediatamente a verificare lo stato della situazione. Inslee ha incontrato il segretario all’Energia, Steven Chu: “Il segretario Chu mi ha informato che ci sono perdite da sei singoli serbatoi al sito di Hanford, non solo una come si era appreso in un primo momento. L’entità delle perdite varia da un serbatoio all’altro. Ma è stato molto chiaro nell’affermare che non ci sono minacce imminenti per la salute pubblica da queste perdite”, ha affermato il governatore. Tuttavia è risaputo che nel sito di Hanford sono stoccati milioni di galloni di scorie radioattive nucleari, in serbatoi che hanno da tempo superato i 20 anni dell’età massima prevista. Ai tempi della II guerra mondiale il progetto Manhattan (realizzazione della bomba atomica) aveva previsto l’uso del sito per stoccare le scorie di produzione di armi nucleari nel corso della guerra fredda.