Lo afferma Alessandro Franco, docente di Fisica tecnica industriale

di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. La geotermia può essere sostenibile purché si studi bene il serbatoio dal quale si attinge la risorsa geotermica e si mettano a punto metodi che evitino di esaurirlo. È questo il contenuto dell’articolo di Alessandro Franco, docente di Fisica tecnica industriale all’università di Pisa, e di Maurizio Vaccaro, dottore di ricerca in Energetica elettrica e termica, che ha ricevuto il prestigioso “Iga best paper Award 2015”, premio internazionale messo in palio dalla International geothermal association, destinato agli autori di lavori particolarmente significativi relativi all’energia geotermica nel quinquennio 2010-2014.
I due studiosi sono stati premiati per l’articolo “An integrated reservoir-plant strategy for a sustainable and efficient use of geothermal resources” pubblicato nel 2012 su Energy, che sintetizza i risultati di una ricerca sull’uso sostenibile dell’energia geotermica. «In questo articolo – spiega il professor Franco – abbiamo affrontato il tema con un approccio diverso. La geotermia non è una fonte rinnovabile: se la si usa in modo irrazionale, il serbatoio si esaurisce. Abbiamo preso ad esempio casi negativi in sud America, ma la maggior parte degli impianti a livello mondiale ha avuto questo problema. Per questo è importante un approccio non industriale ma di analisi». Un problema che si rischia di avere anche in Toscana? «Il caso della Toscana è anomalo – spiega Franco – rarissimo nel mondo. Il serbatoio si esaurisce quando c’è solo acqua; da noi c’è vapore, ed è diverso». Quanto ai nuovi progetti di centrali a ciclo binario, «senza entrare nel dettaglio, alcuni mi paiono effettivamente grossi, sproporzionati», conclude il professore.
Insomma quella geotermica non sempre è energia sostenibile e rinnovabile e va valutata caso per caso. Si ha poi la conferma che anche le tanto decantate centrali a ciclo binario, con la reiniezione dei fluidi senza dispersioni in atmosfera come quelle “flash”, non sempre e non dappertutto rappresentano la soluzione integrale e definitiva del problema geotermia. Per fortuna la scienza procede ancora con tempi e ritmi infinitamente più lenti di quelli della tecnica e non si lascia prendere dalla mania e dalla fretta di riempirsi le tasche di soldi.