Il Comitato Sos Geotermia ricorrerà al Consiglio di stato
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Sono ripresi i lavori di realizzazione della centrale geotermoelettrica denominata “Bagnore 4”, nel comune di Santa Fiora, quasi al confine con quello di Arcidosso, in prossimità del parco faunistico dell’Amiata. A comunicarlo è Enel Green Power, che fa riferimento al rilascio avvenuto il 20 febbraio scorso di una nuova concessione dell’autorizzazione da parte della Regione Toscana in sostituzione di quella annullata dal TAR poco più di un mese fa, accettando le motivazioni fornite dagli ambientalisti sulla richiesta di blocco dei lavori.
«Un blocco dovuto ad un puro vizio di forma, fanno sapere da Enel; infatti, dopo il periodo di stop e a seguito dell’ultima conferenza dei servizi è stata emanata una nuova autorizzazione che rispetta tutti i parametri stabiliti». In questo periodo di stop gli ambientalisti denunciavano una continuazione dei lavori in cantiere malgrado il fermo, ma Enel precisa: «I lavori di costruzione sono cessati nel momento in cui è arrivato lo stop, nel frattempo il cantiere è stato messo in sicurezza e ormai da qualche giorno è tornato ad essere operativo, come del resto l’autorizzazione della Regione prevede».
Più precisamente lo stop era stato imposto dal TAR che aveva riconosciuto che, quando il 26 novembre 2012 la conferenza dei servizi diede l’autorizzazione a realizzare il nuovo impianto di Bagnore 4 sulla supposizione che l’Enel avesse ottemperato all’autorizzazione, in realtà Enel non aveva ancora ottemperato a una prescrizione (il Protocollo di gestione e manutenzione impianti, giudicato da Arpat insufficiente), che infatti Enel presentò solo nel febbraio successivo, tre mesi dopo. Da qui la lunga discussione se si sia trattato di una semplice svista amministrativa e di un cavillo burocratico – come affermato da Enel, Regione Toscana e sindaci delle aree geotermiche interessate – oppure se il comportamento tenuto dalla conferenza dei servizi non sia, come sostengono gli ambientalisti, un ulteriore segnale dello schiacciamento e della sottomissione nei confronti dell’Enel da parte delle amministrazioni locali e dalla Regione, che hanno dato di fatto per scontato quello che scontato non era.
“Un atto grave compiuto dalla regione incurante degli interessi delle comunità locali e più attenta evidentemente a quelli dell’ENEL”, si legge in una nota di SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata, che prosegue: “Sappiamo che abbiamo vinto una battaglia e non la guerra … ribadiamo che la geotermia non è compatibile con le risorse naturali ed economiche dell’Amiata e nessuno può arrogarsi il diritto di creare su questo territorio il secondo polo geotermico della Toscana, compromettendo non solo il presente, ma negando qualsiasi futuro a chi vuole continuare a vivere in questa terra. Non è accettabile che si possa autorizzare un impianto pericoloso per la salute e dannoso per l’ambiente e le attività produttive, puntellando un progetto insostenibile con altre 38 prescrizioni che verranno verificate soltanto quando la centrale sarà già funzionante, ossia a cose fatte”.
Il comunicato termina con la manifestazione della volontà di ricorrere al Consiglio di Stato perché il progetto sia annullato del tutto e perché siano accolti anche i rilievi dei comitati su quegli aspetti che il TAR non ha potuto accogliere proprio perché chiamato a pronunciarsi su temi di carattere amministrativo e non, come inteso da altri, come rigetto del merito delle argomentazioni.
AMIATA. Sono ripresi i lavori di realizzazione della centrale geotermoelettrica denominata “Bagnore 4”, nel comune di Santa Fiora, quasi al confine con quello di Arcidosso, in prossimità del parco faunistico dell’Amiata. A comunicarlo è Enel Green Power, che fa riferimento al rilascio avvenuto il 20 febbraio scorso di una nuova concessione dell’autorizzazione da parte della Regione Toscana in sostituzione di quella annullata dal TAR poco più di un mese fa, accettando le motivazioni fornite dagli ambientalisti sulla richiesta di blocco dei lavori.
«Un blocco dovuto ad un puro vizio di forma, fanno sapere da Enel; infatti, dopo il periodo di stop e a seguito dell’ultima conferenza dei servizi è stata emanata una nuova autorizzazione che rispetta tutti i parametri stabiliti». In questo periodo di stop gli ambientalisti denunciavano una continuazione dei lavori in cantiere malgrado il fermo, ma Enel precisa: «I lavori di costruzione sono cessati nel momento in cui è arrivato lo stop, nel frattempo il cantiere è stato messo in sicurezza e ormai da qualche giorno è tornato ad essere operativo, come del resto l’autorizzazione della Regione prevede».
Più precisamente lo stop era stato imposto dal TAR che aveva riconosciuto che, quando il 26 novembre 2012 la conferenza dei servizi diede l’autorizzazione a realizzare il nuovo impianto di Bagnore 4 sulla supposizione che l’Enel avesse ottemperato all’autorizzazione, in realtà Enel non aveva ancora ottemperato a una prescrizione (il Protocollo di gestione e manutenzione impianti, giudicato da Arpat insufficiente), che infatti Enel presentò solo nel febbraio successivo, tre mesi dopo. Da qui la lunga discussione se si sia trattato di una semplice svista amministrativa e di un cavillo burocratico – come affermato da Enel, Regione Toscana e sindaci delle aree geotermiche interessate – oppure se il comportamento tenuto dalla conferenza dei servizi non sia, come sostengono gli ambientalisti, un ulteriore segnale dello schiacciamento e della sottomissione nei confronti dell’Enel da parte delle amministrazioni locali e dalla Regione, che hanno dato di fatto per scontato quello che scontato non era.
“Un atto grave compiuto dalla regione incurante degli interessi delle comunità locali e più attenta evidentemente a quelli dell’ENEL”, si legge in una nota di SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata, che prosegue: “Sappiamo che abbiamo vinto una battaglia e non la guerra … ribadiamo che la geotermia non è compatibile con le risorse naturali ed economiche dell’Amiata e nessuno può arrogarsi il diritto di creare su questo territorio il secondo polo geotermico della Toscana, compromettendo non solo il presente, ma negando qualsiasi futuro a chi vuole continuare a vivere in questa terra. Non è accettabile che si possa autorizzare un impianto pericoloso per la salute e dannoso per l’ambiente e le attività produttive, puntellando un progetto insostenibile con altre 38 prescrizioni che verranno verificate soltanto quando la centrale sarà già funzionante, ossia a cose fatte”.
Il comunicato termina con la manifestazione della volontà di ricorrere al Consiglio di Stato perché il progetto sia annullato del tutto e perché siano accolti anche i rilievi dei comitati su quegli aspetti che il TAR non ha potuto accogliere proprio perché chiamato a pronunciarsi su temi di carattere amministrativo e non, come inteso da altri, come rigetto del merito delle argomentazioni.