Unanimita' in commissione Ambiente della Regione
FIRENZE. Fare un “passo in avanti”, arrivare ad una “buona sintesi” e “spingere verso il punto di equilibrio tra occasione di sviluppo e tutela del territorio”. In tema di geotermia, i punti fermi attorno ai quali ha lavorato la commissione Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Stefano Baccelli (Pd), sono stati raggiunti.
Dopo un lungo lavoro di ascolto e confronto con i territori, sopralluoghi e acquisizione di dati, nel corso della seduta di oggi, martedì 24 gennaio, è stata votata all’unanimità una proposta di risoluzione per la definizione delle aree non idonee all’installazione di impianti di produzione di energia geotermica in Toscana. Il testo, coordinato dal consigliere di maggioranza Francesco Gazzetti (Pd), prevede il confronto costante con la commissione consiliare e il coinvolgimento dei Comuni.
La ‘zonazione’ dovrà infatti essere raggiunta attraverso una “ricognizione che tenga conto sia dei vincoli esistenti di natura paesaggistica e ambientale, che della vocazione produttiva del territorio, a partire dalle produzioni agricole di particolare pregio. Saranno quindi i Comuni a individuare, e proporre alla Regione, le aree non idonee allo sfruttamento dell’energia geotermica che dovranno comunque essere coerenti con le linee guida regionali. L’individuazione delle aree non idonee inoltre, così come previsto per la Via (Valutazione di Impatto Ambientale), dovrà tener conto anche delle “implicazioni che l’attività geotermica comporta sul piano idrologico, rischio inquinamento delle falde, qualità dell’aria e induzione di micro sismicità”.
Per quanto riguarda l’area dell’Amiata, la proposta di risoluzione prevede di “rendere permanenti le azioni di monitoraggio già in atto”, anche per “sviluppare ulteriori approfondimenti tecnici sugli impatti ambientali della coltivazione geotermica”. Viene infatti rilevato come proprio in questa zona, come già indicato nel Paer (Piano ambientale ed energetico), il riassetto della concessione di Piancastagnaio e la nuova centrale denominata Bagnore 4 “hanno portato la potenza complessivamente installata attorno ai 100 MW”. “La risoluzione che proponiamo al Consiglio – ha detto il presidente – rappresenta una sintesi di tutti gli atti presentati dalle diverse forze politiche”.
“Abbiamo da sempre affrontato il tema in maniera pragmatica, consapevoli della necessità di coniugare l’idea di sviluppo con la conservazione dell’ambiente. Il punto di caduta che abbiamo trovato, e condiviso potra’ essere utile a piu’ soggetti”.