Tra favorevoli e contrari allo sfruttamento della risorsa un solo auspicio: fare presto
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Situazione estremamente composita e variegata quella attuale della geotermia a livello istituzionale. Con un comunicato (n. 703 del 16 settembre 2015) dell’ufficio stampa del dipartimento Ambiente e Territorio il Consiglio Regionale della Toscana sottolinea che occorre superare lo stallo venutosi a creare con la scadenza al 24 agosto della moratoria di sei mesi voluta dal presidente Rossi al rilascio di permessi di ricerca, e relative proroghe, per la realizzazione di pozzi esplorativi. In un’audizione in commissione Ambiente sul rilascio dei permessi esplorativi ed esigenze delle diverse economie del territorio, si è cercato di coniugare opportunità e di condividere scelte con le comunità interessate, senza iniziative spontanee. La sospensione, ha spiegato il capogruppo Pd Leonardo Marras, primo firmatario di una proposta di risoluzione all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio regionale del 22 e 23 settembre, era una “pausa di riflessione per fare delle scelte. Alcune già prese, altre ancora da definire”.
“Il testo che come gruppo abbiamo predisposto, frutto di un approfondito confronto con e nel territorio, mette un punto di equilibrio senza stilare una classifica della buona e cattiva geotermia” ha continuato Marras. Ricordando che la Toscana ha scelto di “non consumare più suolo se non attraverso un processo di condivisione con i territori, la risoluzione vuole essere una guida, certamente migliorabile e aperta ad ulteriori confronti ed approfondimenti, che colmerà un vuoto”. Il capogruppo ha comunque ribadito il “no ad iniziative spontanee. Il livello del documento è regionale. Trattandosi di risorsa strategica, ha una portata che va oltre la dimensione locale”.
Tra i tanti soggetti ascoltati, amministratori, imprenditori ed associazioni, la preoccupazione per l’empasse creato da una moratoria ormai scaduta è stata evidente. Tra posizioni a favore dello sfruttamento della risorsa, non solo per le ricadute economiche e le opportunità di approvvigionamento di tutto l’indotto, e quelle contrarie a subire esplorazioni su territori di pregio dal punto di vista paesaggistico e di culture storiche, una richiesta è stata comune: fare in fretta. Il testo messo a punto dal Pd, sebbene non fosse “oggetto dell’audizione”, come ribadito dal vicepresidente del Consiglio Lucia De Robertis, è comunque “scaturito da un attento lavoro sui territori ad opera del gruppo” e sarà una base di partenza. La moratoria ha spiegato Tommaso Fattori (Sì – Toscana a Sinistra) è stata decisa per “permettere una programmazione che purtroppo non è stata fatta”. Secondo il consigliere, la formazione degli atti di pianificazione deve essere “concertata con le comunità locali. Occorre inoltre rivedere il piano energetico regionale”. Il vicepresidente della commissione Giacomo Giannarelli (M5S) ha annunciato di voler fare richiesta perché la proposta di risoluzione del Pd venga affrontata in commissione. “Continuare una discussione sul tema – ha detto – è importante. Così come tener conto del documento sulla geotermia appena approvato dal ministero competente che ci auguriamo la Regione vorrà seguire”. Giannarelli ha inoltre rilevato la necessità di “redigere un quadro su quanta energia, e di che tipo, ha bisogno la Toscana”. Il presidente della commissione Stefano Baccelli (PD) ha concluso l’audizione dichiarando la “disponibilità della commissione a rivedere nuovamente i rappresentanti del territorio” anche “visitando i luoghi e gli impianti”. “Le sollecitazioni emerse nel corso di questa riunione – ha rilevato – saranno prese in carico. Così come l’esigenza di una normativa che regoli e programmi attraverso una concertazione sostanziale e formale con gli enti locali”.
Nel mezzo i sindaci dei comuni interessati che, se pur con qualche distinguo si trovano a dover affrontare una situazione a dir poco “spinosa”.
Nel contempo, a livello nazionale, il Governo Renzi ha impugnato – tramite un ricorso alla Corte Costituzionale – il provvedimento di Rossi, con la motivazione che si trattasse di atto “contrastante con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” e se da un lato non è ancora dato sapere come finirà il “contenzioso”, nei fatti non ha inciso sui termini della moratoria, che è giunta a regolare scadenza. Inoltre, lo stesso Parlamento ha manifestato interesse per la questione attraverso numerose audizioni delle commissioni competenti, riservandosi di varare quanto prima un nuovo strumento normativo.
Forse anche per questi motivi, con la riprese delle attività del Consiglio Regionale, la politica si è rimessa in moto cercando di superare l’impasse e le problematiche scaturite dal dibattito in corso. Il Pd, in qualità di partito di maggioranza, ha prodotto un documento (risoluzione) che è stato discusso nell’ultima seduta dell’Assemblea (22 e 23 settembre), per impegnare la Giunta a definire quali saranno i pozzi esplorativi ed i criteri per la loro corretta distribuzione sul territorio.