Presentata una interrogazione da parte di tre deputati (Sel e M5S) a quattro ministri
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di Fabrizio Pinzuti
AMIATA – Salto di qualità di SOS Geotermia, coordinamento dei movimenti per l’Amiata, che non abbandona, anzi intensifica, i contatti diretti con i cittadini, ma allarga il suo orizzonte e affina le sue armi portando addirittura in parlamento la “questione geotermia”. E’ di questi giorni la notizia che il 27 dicembre scorso è stata presentata alla Camera un’interrogazione sulle conseguenze della geotermia in Amiata che ha come primo firmatario il deputato Adriano Zaccagnini (ex Movimento 5 Stelle, oggi gruppo misto), e come cofirmatari Serena Pellegrino (Sel) e Alberto Zolezzi (M5S). Quattro i Ministri destinatari delle informazioni presentate al Governo al quale si chiede di rispondere: quello della Salute in primo luogo, poi quelli dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e degli Affari europei e sette le domande per la quali si attende una risposta:
1. se, considerato che l’acqua è un bene comune di gran lunga più importante degli utili di una società energetica e tenuto conto della grave crisi idrica determinata anche dagli impianti geotermici che comportano forti aumenti dei consumi, ad avviso degli interpellanti nella specifica circostanza del Monte Amiata si sarebbe dovuto applicare il principio di precauzione;
2. se i Ministri siano a conoscenza dei fatti narrati e quali azioni intendano intraprendere; se i Ministri, visto l’eccesso di malattie registrate nei comuni geotermici con concentrazioni crescenti degli inquinanti di cui in premessa, non reputino ci sia un nesso con le suddette emissioni geotermiche, che si ripetono da diversi decenni in Amiata;
3. se non reputino che il bilancio idrico avrebbe dovuto essere definito, come richiesto anche dalle autorità di bacino, comprendendo le acque emesse dalle centrali geotermiche e che le aree di ricarica delle falde idropotabili debbano essere individuate, perimetrate e tutelate; di quali elementi disponga circa la conformità dell’attività geotermica in Amiata con le normative vigenti così come sopra citate;
4. se viste le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, non reputino che le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile e se stante i dati dell’Arpat, si possa sostenere che le centrali geotermoelettriche producano energia pulita e sostenibile tale da ricevere una cospicua somma di incentivi statali;
5. se tale situazione non comporti rischi elevati per l’incolumità pubblica in caso di eventi sismici che, stante i fatti, si potrebbe verificare con conseguenze disastrose; quindi se non ravvedano un reale rischio per l’incolumità degli abitanti del territorio, considerato che l’Amiata è reputata anche zona sismica, e se non ritengono, per quanto di competenza, di fare proprie le considerazioni del professore Mucciarelli docente di sismologia applicata;
6. se non ritengano doveroso, per quanto di competenza, colmare le lacune normative, finora troppo generalizzate, in tema di geotermia, facendo proprie le istanze dei movimenti e dei coordinamenti locali che denunciano un grave rischio per la salute e per l’ambiente;
7. se i Ministri vista la costruzione di Bagnore 4 all’interno di un sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale, non ritengano che vada ad inquinare pesantemente un’area protetta, anche in considerazione del fatto che, ad avviso degli interpellanti sia sta agendo in netto contrasto con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area ed ora usufruisce delle «compensazioni ambientali» di ENEL per danneggiare quello che invece avrebbe dovuto tutelare.
Le domande sono corredate da 19 documenti, per lo più prodotti da Uffici Pubblici, responsabili della tutela della salute e dell’ambiente e tutti comunque provenienti fa fonti autorevoli (Arpat, Ars, Asl, Regione Toscana, Università, CNR, Acquedotto Del Fiora, Autorità di Bacino, Enel, Studi pubblicati su riviste scientifiche ecc.) e sulla base di questa documentazione l’interrogazione ha già superato il vaglio della Commissione Ispettiva della Camera sulle interrogazioni. Oltre i soliti cavalli di battaglia dei movimenti ambientalisti, e partendo dal presupposto, a giudizio di Sos Geotermia avvallato dagli studi allegati, che la Geotermia in Amiata non è né rinnovabile, né sostenibile e tanto meno pulita, si affacciano, sempre sulla base della documentazione prodotta, ipotesi di illegittimità e illegalità allarmanti; come l’Enel ha potuto ottenere consistenti finanziamenti pubblici, a carico dei contribuenti, e come quegli impianti, tecnologicamente superati, hanno potuto essere autorizzati ed essere considerati capaci di produrre una energia rinnovabile e sostenibile, al punto da essere incentivata e ben accolta dagli amministratori pubblici? Inoltre le emissioni delle centrali geotermiche sono climalteranti ben oltre le centrali elettriche alimentate ad olio combustibile e sottraggono una buona parte delle riserve idriche, peggiorandone la qualità, fino all’esaurimento. Secondo le norme e le direttive e indicazioni dell’Unione Europea sulla riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, le centrali geotermiche dovrebbero essere escluse dalle energie rinnovabili, visto che ne producono più di una centrale alimentata ad olio combustibile» e, dunque, anche dalla possibilità di ricevere cospicui incentivi statali. Il tutto in zona sismica e all’interno di arre protetta dalla Comunità europea. La nuova centrale Bagnore 4 e due nuovi pozzi sono localizzati all’interno di un sito di interesse comunitario (SIC) e zona di protezione speciale (ZPS) Monte Labbro ed Alta Valle dell’Albegna. Alcuni interventi «sono programmati in prossimità del medesimo sito ed alcuni ricadono all’interno o nelle vicinanze del Sic “Alto corso del fiume Fiora” e del Sic “Cono vulcanico del Monte Amiata”». Per gli interpellanti ne discende una contraddizione «con le scelte compiute in precedenza dalla pubblica amministrazione che ha prima usufruito di finanziamenti pubblici per proteggere e valorizzare le risorse naturali e le biodiversità di un’area e ora usufruisce delle compensazioni ambientali di Enel». Infine le rispettive procedure di VIA non hanno preso in esame l’impatto cumulativo delle emissioni, né è stato preso in considerazione l’inquinamento che continuano a produrre le discariche di materiali di risulta derivanti dalla lavorazione del mercurio: siti ancora in gran parte da bonificare, nonostante il loro inserimento nei piani di bonifica regionali”. Ora, afferma Roberto Barocci portavoce dei Comitati, oltre che in Parlamento, la documentazione sarà passata anche ai sindaci dell’Amiata direttamente dal movimento Sos Geotermia, perché nessuno possa dire “io non sapevo” e perché tutti possano assumersi la responsabilità politica e giuridica delle scelte fatte. Interessante in proposito la citazione di un pensiero di Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.