di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Dall’incontro tenuto al Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) il 17.02.2016 tra Marcello Saralli del Ministero e Fausto Carotenuto della Rete Nazionale NOGESI è emerso che il Governo, pur impegnato sulla riforma, non è in grado di emettere rapidamente le nuove normative (pur essendo scaduto il 15 ottobre 2015 il tempo previsto nella Risoluzione parlamentare), mentre nel contempo proseguono le attività istruttorie delle istanze avanzate dagli operatori sia in ordine agli impianti pilota geotermici, che alle istanze geotermiche ad autorizzazione regionale. Questa situazione, secondo la rete, diventa ogni giorno di più in evidente contrasto con le previsioni contenute nella Risoluzione che al punto 3° recita: “(il Governo si impegna) a rilasciare, a seguito dell’emanazione delle linee guida, tutte le autorizzazioni per i progetti di impianti geotermici, comprese quelle relative ai procedimenti in corso, nel rispetto delle prescrizioni ivi previste”. Le Commissioni parlamentari ottava e decima hanno chiaramente impegnato il Governo a far avanzare i procedimenti in corso soltanto dopo l’emanazione delle linee guida e degli altri interventi di riforma. E’ del tutto evidente che, in ossequio ai principi di buon andamento, efficienza ed efficacia dell’amministrazione – oltre che per rispetto istituzionale nei confronti dell’organismo parlamentare che ha adottato la predetta Risoluzione – le autorizzazioni siano rilasciate dopo l’emanazione della “riforma” del settore. Quindi è necessario porre rimedio – dati i tempi lunghi necessari al Governo per la riforma del settore – a questa evidente contraddizione: se non si possono emettere le “nuove norme” in tempi brevi, si proceda a sospendere i procedimenti in corso sia relativi agli impianti pilota, che quelli ad autorizzazione regionale. Non si può infatti più procedere così che gli impianti vengono autorizzati in dispregio delle previsioni della Risoluzione Parlamentare. Circa i contenuti delle azioni di riforma dei vari aspetti della tematica (da quelli tecnici, a quelli economici e gestionali) la rete NOGESI ribadisce la richiesta di essere udita, come altri stakeholders, riconfermando le proposte di “riforma” relative alle linee guida per la geotermia emerse dal lavoro di un team di esperti e scienziati appositamente attivati.
Contemporaneamente la rete NOGESI si è attivata presso l’on. Chiara Braga, Responsabile nazionale Ambiente del Pd, facendole presente che:
il Governo non ha rispettato i tempi per l’elaborazione delle “linee guida” sulla geotermia e per la ”zonizzazione”. La risoluzione delle Commissioni Attività produttive e Ambiente della Camera, dell’aprile 2015, prevedeva che entro sei mesi il lavoro fosse ultimato. Ma appare ben lungi dalla conclusione;
il problema è che nel frattempo non si sono sospesi i processi autorizzativi in corso, per i quali la risoluzione prevede che l’autorizzazione venga data tenendo conto di quanto emergerà dalla “zonizzazione” e dalle “linee guida”. Ed esiste il rischio che impianti vengano autorizzati sia al livello regionale che nazionale. Occorre che i Ministeri competenti chiariscano la loro posizione in merito all’impegno richiesto dal Parlamento. E che venga scongiurato il rischio ed il sospetto che le “linee guida” (e gli altri “impegni” del Governo contenuti in Risoluzione) vengono ritardati per consentire autorizzazioni che con le linee guida sarebbero impossibili.
Dopo aver ricordato “la grave situazione per la salute pubblica connessa agli impianti geotermici” la Rete le ha ribadito le preoccupazioni ambientali sulla tecnologia dei cicli binari idrotermali, previsti dal Decreto Berlusconi-Scajola del 2010/2011 che ha dato il via anche alla “privatizzazione selvaggia” (sostenuta da abnormi incentivi) dello sfruttamento geotermico, senza adeguate valutazioni. Responsabile di aver prodotto estese avversioni alla geotermia tout court da parte delle popolazioni e di un numero crescente di amministratori locali, oltre a non aver prodotto alcuno impianto in cinque anni. Riconfermando di essere un movimento non di sola protesta ma di anche di proposta la Rete rammenta che anche sul fronte delle tecnologie impiegabili in geotermia ci sia molto da innovare, riprendendo un processo di ricerca verso forme di utilizzo veramente rispettose dell’ambiente e del loro inserimento nei territori (BHE, ecc.). Chiede pertanto se, nel processo di riforma in corso nel Governo, non sia il caso di sospendere il piano Berlusconi-Scajola responsabile unico dello stato di cose attuali ed andare ad una nuova normativa nazionale e regionale per la materia con maggiore attenzione all’ambiente ed all’inserimento di tali tecnologie nei territori italiani molto diversificati.