I Comitati invitano al cinema per capire
di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Dietro il protocollo di intesa siglato nel 2007, Regione Toscana ed Enel annunciano, nel centenario della geotermia in Toscana, investimenti per la ricerca, impianti e teleriscaldamento per 850 milioni di euro entro il 2017. Più in particolare per Bagnore 4, la nuova centrale sull’Amiata, sono previsti 120 milioni di investimenti, di cui il 40% sul territorio.
Di fronte a questi annunci i Comitati ambientalisti non scelgono la via della contrapposizione con la Regione Toscana e con l’Enel tante volte seguita, ma preferiscono un’informazione educativa a più ampio raggio, facendo girare i messaggi anche sul blog, su Facebook e altri social network, e non rinunciando a mettere in evidenza alcuni aspetti scientifici e giuridici della geotermia. Cinzia Mammolotti,esponente dei comitati, afferma che “la micro-sismicità indotta dall’attività geotermica è accertata: Enel realizza pozzi profondi dai 3 ai 4 km per l’estrazione del vapore geotermico. Il terremoto del 2000 avvenuto in Amiata sembra essere stato provocato da Enel. La Corte di Cassazione stabilisce con sentenza definitiva (Aprile 2009), la pericolosità dell’attività geotermica sul Monte Amiata”.
E’ in questo contesto che Amiata Eco e il Cinema Teatro Amiata di Abbadia San Salvatore presentano martedì prossimo, 7 maggio, alle ore 21.30 (biglietto di ingresso € 5) il film “Promised Land” (La terra promessa). Un film di Gus Van Sant con Matt Damon, che – dicono i Comitati – si è cercato di non far proiettare nelle sale e sul quale Federico Rampini su Repubblica ha affermato: “non era mai accaduto che la più potente lobby d’America, quella dei petrolieri, andasse in guerra contro il film denuncia sulla nuova tecnologia di estrazione di gas e petrolio, prima ancora di uscire nelle sale”. Un film il cui contenuto, secondo i Comitati, riguarda l’Amiata molto da vicino. Uscito a febbraio 2013 nelle sale cinematografiche Promised Land è un accurato e realistico ritratto della provincia americana ricattata dalla crisi economica, un film attuale sull’ecologia e lo sfruttamento delle risorse energetiche e del loro impatto ambientale. La trama in sintesi verte su una società energetica, la Global, che ha il compito di acquisire dai contadini locali i diritti di trivellazione sulla proprietà terriera. La multinazionale forte di una capacità di convincimento grazie alla promessa di denaro immediato, e senza informare sui rischi e le conseguenze ambientali, sembra ottenere facilmente l’autorizzazione, ma…(altri particolari qui).
Nel commento i Comitati aggiungono che “la fratturazione idraulica, spesso denominata con i termini inglesi fracking o hydrofracking, è lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso. La fratturazione idraulica è sotto monitoraggio a livello internazionale a causa di preoccupazioni per i rischi di contaminazione chimica delle acque sotterranee e dell’aria. In alcuni paesi l’uso di questa tecnica è stata sospesa o addirittura vietata. Questa tecnica di microfratturazione idraulica del sedimento può, in taluni casi, generare una micro-sismicità indotta e molto localizzata. L’intensità di questi micro-terremoti è di solito piuttosto limitata, ma ci possono essere problemi locali di stabilità del terreno proprio perché i sedimenti sono superficiali. Sono stati comunque registrati alcuni terremoti, probabilmente indotti, superiori al 5º grado della Scala Richter . Ad esempio nel Rocky Mountain Arsenal, vicino a Denver in Colorado, nel 1967, dopo l’iniezione di oltre 17 milioni di litri al mese di liquidi di scarto a 3.670 metri di profondità, furono registrate una serie di scosse indotte localizzate nell’area, con una punta massima di magnitudo compresa fra 5 e 5,5”.