Già tante le adesioni alla manifestazione del prossimo 11 maggio
di Fabrizio Pinzuti PIANCASTAGNAIO – Il piano di riassetto e sviluppo dell’attività geotermica in Amiata elaborato dall’Enel, che per il momento ha portato al via dei lavori delle due centrali di Bagnore 4, non poteva non provocare l’innalzamento del livello di attenzione dei vari comitati ambientalisti della zona, riuniti ora nel supercomitato SOS Geotermia, che ha messo recentemente in atto una vasta e profonda campagna di mobilitazione (è prevista una giornata di incontri l’11 maggio prossimo) e di informazione, in cui si confrontano le varie posizioni sulla geotermia e in modo precipuo sulla particolarità della geotermia amiatina. L’ultimo comunicato di SOS Geotermia presenta un titolo emblematico, ‘Le chiacchiere stanno a zero’, un modo di dire che “calza perfettamente all’uso di esperti scovati dall’altra parte dell’Atlantico dall’Enel, forse perché ‘americano’ sembra più autorevole o forse perché gli scienziati italiani sono più attenti a lasciarsi andare ad esternazioni che ‘certifichino’ l’innocuità della geotermia amiatina (anche se, a onor del vero, lo stesso prof. Horne non dice che sia innocua, sorvola sull’aspetto dell’impatto ambientale e sulla salute per concentrarsi sul prodigio tecnologico delle nuove centrali Enel). Resta il fatto che i ‘misteriosi’ fenomeni del monte Amiata, come le tonnellate di inquinanti, la mortalità e le malattie in eccesso, la riduzione della falda e l’aumento dell’arsenico, restano e pesano come macigni in capo agli amministratori pubblici che, di fronte a questi fenomeni, anziché attenersi al ‘principio di precauzione’, recentemente ribadito dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) attraverso la sua direttrice Jacqueline Mc Glade, tacciono o si allineano al coro delle bugie veicolate in questi anni per cercare, inutilmente, altre e improbabili cause. Dal canto suo il prof. Borgia tiene a ribadire la sua posizione, che condividiamo, soprattutto nelle conclusioni: se in Amiata non si possono realizzare impianti sicuri, che allora non se ne facciano! Questo chiederemo l’11 maggio, ma non solo: chiederemo una diversa politica di sviluppo del territorio, la difesa dei servizi (a cominciare dagli ospedali), il finanziamento di progetti che creino occupazione legati alla bonifica e messa in sicurezza del territorio, il sostegno alle piccole imprese locali e all’agricoltura, la valorizzazione delle risorse ambientali, turistiche, gastronomiche. Già sono molte le adesioni qualificanti alla giornata dell’11 maggio, segno che la questione del monte Amiata è sentita ben oltre i confini territoriali, anche se i partiti tacciono. Invitiamo tutti all’iniziativa che dovrà essere, oltre che un chiaro ‘no’ alle centrali, una giornata di incontri e di festa tra i cittadini, amiatini e non.
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