Il Comune intende costituire un osservatorio sugli studi condotti
a cura di Fabrizio Pinzuti
ARCIDOSSO. Alla presentazione, il 17 maggio scorso, degli studi sugli effetti dell’attività geotermica, è intervenuto il sindaco di Arcidosso Emilio Landi: «Il nostro obiettivo è dare informazioni corrette ai cittadini, riguardo ai risultati degli studi che sono stati fatti sulla qualità ambientale e sulla salute rilevati in questi territori. I cittadini devono conoscere nel merito i risultati degli studi condotti dalle istituzioni. Dopodiché siamo disponibili – e l’ho detto più volte – ad un confronto, che potrebbe svolgersi, verificata la disponibilità dei relatori, il prossimo 17 giugno». Emilio Landi ha sempre tenuto un atteggiamento aperto nei confronti della geotermia sull’Amiata e spiega: «Il nostro approccio è sempre stato questo: vogliamo capire per fare con massima serenità le nostre scelte e per noi che rappresentiamo le istituzioni il riferimento non possono che essere le istituzioni, quindi per quanto riguarda i risultati dei monitoraggi ciò che rileva l’ARPAT o l’ARS o l’ASL è per me il punto di riferimento». Il primo cittadino non si è sottratto inoltre alle tante domande postegli, a cominciare da quella concernente la centralina di Arpat che sarà dislocata nel territorio del Comune di Arcidosso, vicino alla centrale in costruzione di Bagnore 4.
E’ stata una richiesta specifica da parte del Comune?
«Sì e prima ancora della centralina fissa che sarà posta vicino alla comunità di Merigar, abbiamo già ottenuto lo spostamento della centralina mobile di Arpat verso Bagnoli, dove si concentra il maggiore flusso di Idrogeno solforato quando non è in funzione l’Amis. Sempre su nostra richiesta, concordata con Arpat e Regione, abbiamo ottenuto una centralina fissa che è stata posizionata vicino alla comunità buddista di Merigar anche per venire incontro ad una specifica richiesta dei monaci. La presenza di una centralina che monitorerà in continuo la quantità e la tipologia delle emissioni permetterà di effettuare il monitoraggio dell’idrogeno solforato, l’inquinante più significativo, emesso dall’attuale centrale geotermica di Bagnore 3 e dalla futura centrale di Bagnore 4, così da poter vedere anche quali saranno le differenze tra ora e dopo».
Lei ha parlato anche dell’intenzione di costituire un Osservatorio. Di cosa si tratta nello specifico?
«L’Osservatorio sarà costituito assieme al comune di Santa Fiora e all’Unione dei Comuni e servirà a mettere assieme tutti i risultati degli studi condotti dalle istituzioni pubbliche, che saranno elaborati da un incaricato e messi a disposizione dei cittadini per sapere, conoscere, essere aggiornati. Perché il nostro obiettivo è avere tutte le informazioni utili per compiere con serenità le nostre scelte e vogliamo che, come noi, anche i cittadini siano informati e consapevoli. Anche questo significa per noi non abbassare la guardia».
Vi possono essere ricadute positive dalla presenza dell’attività geotermica nei territori vicini?
«Il nostro è un territorio che ha sostenuto un carico importante ed impegni economici ingenti in passato, non solo per la geotermia, ma anche per le sorgenti d’acqua che sono a servizio di un’area molto vasta, senza peraltro grandi ritorni. Ma da un po’ di tempo a questa parte le cose sono cambiate: a partire dal protocollo tra Enel e Regione e poi dai contatti avuti successivamente con la società, si delineano ricadute positive in termini economici. E si stanno sviluppando progetti, che vanno anche oltre alla questione energia; penso ad esempio alla possibilità di organizzare qui servizi centralizzati, e anche su questo Enel può essere un interlocutore. C’è poi la questione del calore per usi diretti: anche su questo abbiamo posto il tema della possibilità di realizzare un sistema di riscaldamento a servizio di tre alberghi e di un gruppo di case residenziali nella località Aiuole con un notevole risparmio, visto che a quell’altitudine il riscaldamento è attivo praticamente sempre. E sempre sull’utilizzo del calore siamo d’accordo assieme agli altri comuni di realizzare una piscina coperta riscaldata con il calore geotermico (un servizio importante per tutto il territorio) che sarà fornito da Enel».
ARCIDOSSO. Alla presentazione, il 17 maggio scorso, degli studi sugli effetti dell’attività geotermica, è intervenuto il sindaco di Arcidosso Emilio Landi: «Il nostro obiettivo è dare informazioni corrette ai cittadini, riguardo ai risultati degli studi che sono stati fatti sulla qualità ambientale e sulla salute rilevati in questi territori. I cittadini devono conoscere nel merito i risultati degli studi condotti dalle istituzioni. Dopodiché siamo disponibili – e l’ho detto più volte – ad un confronto, che potrebbe svolgersi, verificata la disponibilità dei relatori, il prossimo 17 giugno». Emilio Landi ha sempre tenuto un atteggiamento aperto nei confronti della geotermia sull’Amiata e spiega: «Il nostro approccio è sempre stato questo: vogliamo capire per fare con massima serenità le nostre scelte e per noi che rappresentiamo le istituzioni il riferimento non possono che essere le istituzioni, quindi per quanto riguarda i risultati dei monitoraggi ciò che rileva l’ARPAT o l’ARS o l’ASL è per me il punto di riferimento». Il primo cittadino non si è sottratto inoltre alle tante domande postegli, a cominciare da quella concernente la centralina di Arpat che sarà dislocata nel territorio del Comune di Arcidosso, vicino alla centrale in costruzione di Bagnore 4.
E’ stata una richiesta specifica da parte del Comune?
«Sì e prima ancora della centralina fissa che sarà posta vicino alla comunità di Merigar, abbiamo già ottenuto lo spostamento della centralina mobile di Arpat verso Bagnoli, dove si concentra il maggiore flusso di Idrogeno solforato quando non è in funzione l’Amis. Sempre su nostra richiesta, concordata con Arpat e Regione, abbiamo ottenuto una centralina fissa che è stata posizionata vicino alla comunità buddista di Merigar anche per venire incontro ad una specifica richiesta dei monaci. La presenza di una centralina che monitorerà in continuo la quantità e la tipologia delle emissioni permetterà di effettuare il monitoraggio dell’idrogeno solforato, l’inquinante più significativo, emesso dall’attuale centrale geotermica di Bagnore 3 e dalla futura centrale di Bagnore 4, così da poter vedere anche quali saranno le differenze tra ora e dopo».
Lei ha parlato anche dell’intenzione di costituire un Osservatorio. Di cosa si tratta nello specifico?
«L’Osservatorio sarà costituito assieme al comune di Santa Fiora e all’Unione dei Comuni e servirà a mettere assieme tutti i risultati degli studi condotti dalle istituzioni pubbliche, che saranno elaborati da un incaricato e messi a disposizione dei cittadini per sapere, conoscere, essere aggiornati. Perché il nostro obiettivo è avere tutte le informazioni utili per compiere con serenità le nostre scelte e vogliamo che, come noi, anche i cittadini siano informati e consapevoli. Anche questo significa per noi non abbassare la guardia».
Vi possono essere ricadute positive dalla presenza dell’attività geotermica nei territori vicini?
«Il nostro è un territorio che ha sostenuto un carico importante ed impegni economici ingenti in passato, non solo per la geotermia, ma anche per le sorgenti d’acqua che sono a servizio di un’area molto vasta, senza peraltro grandi ritorni. Ma da un po’ di tempo a questa parte le cose sono cambiate: a partire dal protocollo tra Enel e Regione e poi dai contatti avuti successivamente con la società, si delineano ricadute positive in termini economici. E si stanno sviluppando progetti, che vanno anche oltre alla questione energia; penso ad esempio alla possibilità di organizzare qui servizi centralizzati, e anche su questo Enel può essere un interlocutore. C’è poi la questione del calore per usi diretti: anche su questo abbiamo posto il tema della possibilità di realizzare un sistema di riscaldamento a servizio di tre alberghi e di un gruppo di case residenziali nella località Aiuole con un notevole risparmio, visto che a quell’altitudine il riscaldamento è attivo praticamente sempre. E sempre sull’utilizzo del calore siamo d’accordo assieme agli altri comuni di realizzare una piscina coperta riscaldata con il calore geotermico (un servizio importante per tutto il territorio) che sarà fornito da Enel».