Il Comitato Ambiente Amiata e "Per Abbadia" hanno scritto a Rossi
di Fabrizio Pinzuti
AMIATA. Si moltiplicano le prese di posizione contro il nuovo protocollo d’intesa siglato tra l’Enel e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi sulla geotermia. Ecco il testo inviato alla mail personale di Rossi dal Comitato Ambiente Amiata e dalla Lista Civica “Per Abbadia” lo scorso 2 maggio, in occasione della sottoscrizione del protocollo, in cui si manifestano non solo le differenti posizioni sugli aspetti tecnici ed economici dello sfruttamento della risorsa geotermica ma anche la diversità dell’idea e del modello di sviluppo socio-economico-culturale di riferimento-
“Il governatore Rossi risponde al popolo dell’Amiata che manifesta l’11 Maggio contro l’ampliamento delle centrali geotermiche, con la firma odierna di un nuovo Protocollo con Enel spa, che incrementerà lo sfruttamento geotermico in tutta la Toscana, dove per altro insistono oltre 50 richieste di nuovi permessi di ricerca. Per attirare nuovi investitori Rossi ha in mente un piano coloniale, in base a una strategia concertata a livello mondiale, quella cioè di mettere l’ulteriore incremento di produzione elettrica sotto l’insegna della “eco-compatibilità” e dell’innovazione nella green economy. Quella ”green economy” promossa e imposta dal connubio tra grandi banche e aziende petrolifere alla ricerca di nuove frontiere dei profitti, le quali esigono la complicità delle autorità di governo locali (come in tutte le colonizzazioni) che trasformano in “autorizzazioni, localizzazioni, pianificazioni, leggi e regolamenti” i desiderata degli investitori esteri. Rossi sa bene che l’impoverimento della ricerca e della capacità industriale italiana, determinerà l’incapacità di assimilare i nuovi orizzonti tecnologici attraverso adeguati investimenti pubblici, così ha indossato il capello texano e ha trovato nella Oil&Gas e General Electric chi trasformerà l’Amiata, assieme a Enel, nel loro “Piccolo Kuwait”. La “svendita” dell’Amiata e della Toscana per una fiammata di occupazione precaria e sottopagata e un futuro di ricatti e impoverimento. Il viaggio di Rossi negli States e la firma del Protocollo assumono così il significato di porsi al servizio di un progetto neocoloniale dell’energia, facendo leva sui crediti acquisiti dopo la conquista del territorio, la cooptazione delle elite di potere regionale, lo sfruttamento delle risorse. Rossi ha liquidato le critiche radicali allo sviluppo della geotermia come ottuse espressioni di egoismo e di irresponsabilità da parte dei Comitati. Pensa la stessa cosa dei sindaci dell’Amiata? Ecco cosa dicono: “Un’altra Amiata è possibile, una montagna che non ha bisogno delle centrali geotermiche di Enel che inquinano e distruggono il territorio, ma che anzi le ritiene incompatibili con il modello di sviluppo economico, sociale e culturale che deve essere costruito. Un modello di sviluppo che si basi sulla capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali e sulla valorizzazione del grande patrimonio ambientale, l’acqua, il bosco e la possibilità di fruirne in tutte le stagioni, i prodotti agricoli locali, ma anche il patrimonio culturale e storico”, e dal punto di vista energetico “sulle attività connesse alle energie veramente pulite e rinnovabili come l’eolico e il fotovoltaico”. Il presidente Rossi, invece, ha fretta e non esita a concedere all’Enel l’uso del più grande serbatoio acquifero della Toscana (senza per altro conoscere il bilancio idrico) e l’intero serbatoio geotermico, nonché a sostituire in vaste aree regionali (area grossetana e litorale tirrenico) l’acqua potabile dell’Amiata con quella dei dissalatori, già programmati nella costa. La persistente sordità del governatore alle istanze che arrivano dal territorio apre un conflitto insanabile tra democrazia versus geotermia che non sarà risolto dall’illusoria idea di affidarsi ad una nuova governance geotermica attraverso il Protocollo Enel/regione che si accinge a firmare. La manifestazione Amiata calling dell’11 di Maggio ne è una prova”.